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” “E’ l’ora della concordia

” “” “"Evitare inutili vendette. Ci sono ceceni e russi che soffrono per questa situazione e che sono contrari alla guerra" è il grido della Chiesa ” “cattolica dopo il tragico epilogo nel teatro moscovita ” “



Lutto nazionale in Russia per le vittime del blitz nel teatro moscovita, mentre infuriano le polemiche per la mancanza di notizie ufficiali sul tipo di gas che ha causato la morte di 119 persone. Dagli ospedali sono stati dimessi fino ad oggi 418 ostaggi. Ne rimangono ancora 265, di cui 16 versano in gravissime condizioni. Tutti, rendono noto le autorità sanitarie della città, sono morti per le esalazioni di gas tranne uno, deceduto per ferite d’arma da fuoco. Centinaia di persone hanno reso omaggio alle vittime, mentre moltitudini di parenti dei sopravvissuti fanno inutilmente la fila davanti agli ospedali dove viene loro impedito di vedere i congiunti. In sintonia con il papa domenica 27 ottobre, in tutte le parrocchie cattoliche russe si sono levate preghiere per le vittime e “per la pace e la comprensione in Russia”.

L’appello dell’arcivescovo. Un appello a tutti i cittadini russi affinché sia mantenuta la calma e siano evitate inutili vendette su “fratelli e sorelle innocenti di altra nazionalità e fede”. A lanciarlo è mons. Tadeusz Kondrusiewicz, arcivescovo di Mosca, in un testo che è stato diffuso dal centro di informazione della Conferenza dei vescovi cattolici della Federazione russa. “Ci appelliamo di nuovo ai concittadini – scrive l’arcivescovo – affinché conservino la serenità e la moderazione, non dando sfogo alle emozioni ed evitando vendette per il proprio dolore a scapito di fratelli e sorelle innocenti di altra nazionalità e fede”.
“Siamo all’oscuro di tutto”. “In questo momento ciò di cui abbiamo veramente bisogno sono i nomi delle vittime e i nomi di chi invece è vivo e sapere esattamente dove è ricoverato”. A parlare è Victor Khrul, direttore del centro di informazione della Conferenza dei vescovi cattolici della Russia. “Il problema più grande adesso – ha detto – è che molta gente fino a questo momento non sa dove sono i loro familiari ed amici, non sa addirittura se sono vivi o morti. E se sono vivi non sa in quale ospedale sono ricoverati”. Ma come si valuta a Mosca il blitz delle forze speciali? ” Non riusciamo a valutare le misure prese – risponde Khrul – perché fino al momento attuale non abbiamo informazioni. Non sappiamo cosa sia esattamente successo dentro il teatro. Tutti particolari dell’evento sono stati coperti: non si sa come l’attacco è stato provocato e portato avanti. Siamo totalmente all’oscuro di ogni informazione”. La città sta seguendo la situazione con “grande vicinanza e solidarietà”. “Nessuno più si sente al sicuro”. “Posso solo dire – conclude Khrul – che c’è gente cecena e gente russa che sta soffrendo per questa situazione, che è contraria alla guerra e sta facendo pressione su entrambe la parti per la fine del conflitto”.
I diritti negati. “La terrificante vicenda della presa degli ostaggi è un richiamo terribile alla irrisolta situazione della Cecenia” ed “un altro esempio della clamorosa mancanza di rispetto per i diritti umani”. E’ il parere di Irene Khan, segretaria generale di Amnesty International che ha presentato in questi giorni un rapporto sui casi di violazioni dei diritti umani in Russia. Torture nelle stazioni di polizia; condizioni crudeli, inumane e degradanti nelle prigioni; violenza razzista contro gli appartenenti a minoranze etniche e religiose e nei confronti di cittadini stranieri; sequestri, “sparizioni” e torture – stupri compresi – in Cecenia. Amnesty rivolge la sua denuncia al presidente della Federazione russa chiedendo di non “usare l’argomento della ‘guerra al terrorismo’ per evitare di affrontare la questione della giustizia negata, che riguarda tutti i settori della società russa”. Secondo invece Antonio Vitorino, commissario europeo per la giustizia e gli affari interni “il primo insegnamento che dobbiamo trarre dagli ultimi, tragici avvenimenti di Mosca è che il terrorismo è divenuto ovunque una minaccia globale. Ci sono in tutto il mondo delle vite innocenti messe quotidianamente in pericolo da possibili azioni terroristiche”.