la convenzione" "
” “Presentato a Bruxelles il "progetto preliminare di trattato costituzionale": ecco come sarà la futura costituzione europea ” “
Un nuovo nome per l’Unione Europea, la doppia cittadinanza, nazionale ed europea, per i cittadini residenti negli Stati membri, un “congresso dei popoli” con la partecipazione dei parlamenti nazionali, la previsione di un sistema di “pre-allerta” dei parlamenti nazionali per quegli atti legislativi dell’Unione che coinvolgono il principio di sussidiarietà, la possibilità, riconosciuta a tutti gli Stati membri, di ritirarsi dall’Unione. Queste alcune delle principali novità contenute nel “progetto preliminare di trattato costituzionale”, illustrato dal presidente della Convenzione per il futuro dell’Europa, Valery Giscard d’Estaing, alla plenaria che si è svolta a Bruxelles il 28 e 29 ottobre.
La bozza è stata preparata dall’organismo ristretto della Convenzione, il Presidium e, ha spiegato Giscard in aula, si limita a definire l’indice di quella che sarà la futura costituzione europea, cioè stabilisce “il posto che i singoli argomenti avranno nel testo”. Secondo questo documento, il trattato sarà articolato in tre parti. La prima parte sarà la vera e propria costituzione: 46 articoli per definire gli obiettivi dell’Unione, i diritti dei cittadini, le competenze e le istituzioni dell’Unione, gli strumenti e le procedure per mettere in atto le azioni dell’Unione, i sistemi di finanziamento, i rapporti internazionali, le condizioni per appartenere all’Unione e per ritirarsi da essa. La seconda parte del trattato conterrà invece le disposizioni necessarie a mettere in atto le politiche dell’Unione, mutuate dai trattati esistenti. La terza parte del futuro trattato, infine, conterrà le disposizioni transitorie e finali per “garantire la continuità giuridica dell’Unione”.
Gli obiettivi e i valori. All’articolo 1 vengono definiti gli obiettivi dell’UE: “Un’unione di Stati europei, che conservano la loro identità nazionale, che coordinano strettamente le loro politiche a livello europeo e che amministrano, secondo il modello federale, alcune competenze comuni”. L’articolo 2 elenca “i valori dell’Unione: la dignità umana, i diritti fondamentali, la democrazia, lo Stato di diritto, la tolleranza, il rispetto delle obbligazioni e del diritto internazionale”, secondo quanto recita la bozza del trattato. Potrebbe essere questo articolo, o il preambolo al Trattato, il punto dove inserire il riferimento all’eredità cristiana dell’Europa. Non mancano le questioni lasciate aperte dalla bozza del trattato e rimandate alla discussione dell’assemblea plenaria: prima fra tutte quella del nome dell’Europa di domani. La Convenzione dovrà scegliere tra i tradizionali appellativi di “Comunità Europea” oppure “Unione Europea” e altre denominazioni: “Stati Uniti d’Europa”, come avrebbe voluto uno dei padri fondatori, Jean Monnet, oppure “Europa Unita”, come vorrebbe Giscard d’Estaing. La Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europa, adottata a Nizza nel dicembre del 2000, entrerà a far “parte integrante” del nuovo trattato ma ancora non è stato deciso con quali modalità: se vi sarà un riferimento ad essa, se sarà contenuta per intero nella nuova costituzione o se sarà oggetto di un protocollo annesso.
Alcune novità. Viene introdotta, dall’art.5 della bozza, la nozione della “doppia cittadinanza: “Chiunque sia cittadino di uno Stato membro – recita la bozza del trattato – è cittadino dell’Unione. Ha la doppia cittadinanza, quella nazionale e quella europea, e si avvale liberamente dell’una o dell’altra, a sua scelta, con i diritti e i doveri inerenti a ciascuna di esse”. Nuova è anche l’ipotesi, prevista dall’art.46, di “istituire una procedura di ritiro volontario dall’Unione per decisione di uno Stato membro”. La Convenzione per il futuro dell’Europa è al lavoro dal 28 febbraio scorso per predisporre il testo del trattato costituzionale europeo che dovrebbe sostituire gli attuali trattati in vigore. I lavori dovrebbero terminare entro la metà del 2003. Il testo predisposto dalla Convenzione sarà quindi sottoposto alla Conferenza intergovernativa, composta dai governi degli Stati membri, che potrebbe svolgersi in Italia e avrà il mandato di sottoscrivere il nuovo trattato e trasmetterlo agli Stati membri per la ratifica.