editoriale" "
Il futuro dell’Europa vedrà un rafforzamento di tutte le religioni: una grande opportunità anche per superare estremismi e ” “fondamentalismi” “” “
“Progetto della futura Costituzione e interesse delle comunità dei credenti nei Paesi europei di vedere rispettati la loro identità ed il loro contributo specifico alla vita della società europea nonché lo statuto di cui beneficiano in virtù delle legislazioni nazionali”. Di questo – ha riferito ai giornalisti il direttore della sala stampa vaticana Joaquin Navarro Valls – si è parlato nel corso dell’udienza concessa il 31 ottobre scorso dal Papa a Valery Giscard d’Estaing, presidente della Convenzione europea. In occasione di tale incontro il presidente dell’Istituto “Luigi Sturzo”, Gabriele De Rosa, ha reso nota la proposta, presentata alla Convenzione europea, di inserire nel preambolo del futuro Trattato costituzionale europeo un paragrafo relativo al ruolo delle religioni nella costruzione europea, in cui si “rammenta l’importanza dei principi delle grandi tradizioni religiose e della cultura laica dei popoli europei e la necessità di far convergere primato dei valori della persona, libertà religiosa, solidarietà sociale, convivenza tra etnie, religioni e culture differenti verso l’obiettivo della coesione sociale dell’Unione europea”. Gabriele De Rosa approfondisce per Sir il pensiero dell’Istituto Sturzo che da anni ha contatti di studio e ricerca con molti centri di cultura europei.
La proposta di inserire nel preambolo del prossimo Trattato costituzionale europeo un paragrafo relativo al ruolo delle religioni nella costruzione europea evidenzia la necessità di far convergere verso l’obiettivo della solidarietà o coesione sociale i valori riferiti al rispetto della persona, alla convivenza tra etnie, religioni e culture differenti.
Questi valori trovano fondamento nei principi delle grandi tradizioni religiose, della cultura laica e affondano le radici nella storia dei popoli europei. Il prossimo allargamento dell’Unione a otto Paesi ex satelliti dell’Urss, alla Slovenia, a Malta, a Cipro, alla Turchia e forse ad altri Paesi dei Balcani segna l’ingresso di Paesi maggiormente bisognosi di solidarietà, ma che certamente contribuiranno a costruire un’Europa unita. La profonda religiosità, poi, di molti Paesi nordici, vittime di genocidi e massacri divenuti ormai memoria irrinunciabile, potrebbe far superare ogni antagonismo tra religioni diverse.
Anche l’evoluzione del mercato unico, dell’unione economica e monetaria, richiede una notevole dose di solidarietà, se si vuole tenere conto del coinvolgimento delle persone quando le situazioni si fanno difficili. Il primato dei valori della persona quindi esige reciproca tolleranza e libertà religiosa, senza alcuna contrapposizione col principio di laicità, espressione della cultura politico-istituzionale dell’Europa moderna e contemporanea.
L’esigenza di convivenza tra etnie, religioni e culture diverse trova già un riferimento, non ancora approfondito, in una dichiarazione allegata al Trattato di Amsterdam relativa al rispetto dello status delle chiese, associazioni o comunità religiose ed organizzazioni filosofiche e laiche. Il futuro dell’Europa però, con il prossimo allargamento, vedrà un rafforzamento, “in contemporanea” di tutte le religioni presenti nei Paesi dell’Unione. Da qui la proposta di “far convergere primato dei valori della persona, libertà religiosa, solidarietà sociale, convivenza tra etnie, religioni e culture differenti verso l’obiettivo della coesione sociale dell’Unione europea”.
Libertà nella prassi religiosa, unita al riconoscimento reciproco dei valori che si fondano sulla religione, rappresentano anche, in un contesto di democrazia, una grande opportunità per il superamento di estremismi e di fondamentalismi.