” “I vescovi tedeschi chiedono allo Stato un sostegno per le scuole non statali in ” “considerazione della loro rilevante ” “funzione sociale” “
Il Programma per la valutazione internazionale degli studenti (Pisa) pubblicato nel mese di gennaio, aveva relegato gli studenti tedeschi al ventiseiesimo posto della graduatoria mondiale. L’eco dei risultati era stata enorme in Germania. Si erano aperti lunghi e controversi dibattiti e perfino il settimanale Spiegel in primavera aveva dedicato un’inchiesta seriale all’argomento. Sulla vicenda erano intervenuti anche i vescovi della Germania.
Oggi più che mai cresce la “consapevolezza che le buone scuole sono compito dell’intera società” in quanto “l’istruzione, l’educazione e la trasmissione di valori ai giovani ne plasmano la capacità di futuro”. Con queste parole i vescovi tedeschi commentarono in una nota dello scorso 10 maggio i risultati dello studio Pisa, L’appello dei presuli denunciava peraltro anche una situazione di difficoltà per le istituzioni scolastiche cattoliche. Il calo delle sovvenzioni statali, la difficoltà di costruire nuovi istituti col supporto istituzionale e il tentativo di condizionarne le scelte di contenuti e di programmi contribuivano a dare l’impressione che in alcuni Laender venisse messa in discussione l’indipendenza gestionale e quasi la ragion d’essere delle scuole cattoliche, che sono finanziate dalle tasse per la Chiesa, da mezzi propri delle Fondazioni, dalle rette dei genitori e da sussidi pubblici.
Attualmente in Germania si contano 1137 scuole cattoliche frequentate da circa 350.000 studenti, Sono distribuite in tutto il Paese, con la punta più alta nel Land della Westfalia con 323 istituti e 119.000 studenti e quella più bassa nel Land dello Schleswig-Holstein, al confine con la Danimaca con due sole scuole e 270 studenti. Possono essere gestite da ordini, diocesi, opere, fondazioni, associazioni scolastiche e comunità ecclesiali, che danno agli istituti l’impronta della propria tradizione culturale e formativa. Secondo i vescovi la rilevanza sociale delle scuole cattoliche impone allo Stato “un’incentivazione sostenibile nelle spese di gestione non statale e nel sostentamento agli insegnanti”. Sempre secondo la Chiesa, le scuole cattoliche hanno una “capacità di orientamento dei valori che crea nel singolo indipendenza e sicurezza spirituali”. Questa stessa “capacità” è cruciale “per i problemi eitici scottanti della società contemporanea, che si trova a dover valutare gli effetti di ciò che è eticamente ed economicamente fattibile.”