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Né privilegi, né potere” “

"Anche l’Europa accolga il contributo delle Chiese e delle ” “comunità religiose"” “


Si è aperta domenica 3 novembre a Lourdes l’Assemblea dei vescovi francesi. All’Assemblea che si concluderà sabato 9, stanno partecipando 150 vescovi tra i quali ci sono anche i vescovi emeriti (13), i rappresentanti delle Conferenze episcopali straniere (16) e il nunzio apostolico. Prendono parte ai lavori anche i segretari dei servizi nazionali, i responsabili dei religiosi e delle religiose e rappresentanti di altre confessioni cristiane. Catechesi, matrimonio e rapporti tra Chiesa e società francese: sono le questioni su cui l’episcopato francese sta lavorando in questi giorni.

Chiese e religioni non siano messe ai margini. La Chiesa francese torna a chiedere alle autorità di governo il riconoscimento della dimensione sociale che le religioni svolgono all’interno di un Paese e in Europa. A farsi portavoce di questa richiesta, è mons. Jean-Pierre Ricard, arcivescovo di Bordeaux e presidente della Conferenza episcopale francese, aprendo l’Assemblea. In vista del centenario della legge sulla separazione Chiese e Stato che si celebrerà in Francia nel 2005, mons. Ricard ha voluto ribadire che le religioni non vogliono “essere accantonate nel puro dominio delle opinioni private” ma hanno “una dimensione sociale che deve essere presa in considerazione, un ruolo da svolgere a fianco delle altre famiglie di pensiero, per dare il loro contributo agli interrogativi e ai problemi della nostra società”. Il presidente dei vescovi ha voluto assicurare il Paese che la Chiesa “non chiede né privilegi né potere” ma intende semplicemente offrire “la sua collaborazione”. Proprio in virtù del suo impegno a fianco “degli uomini, delle donne, dei bambini e dei giovani del nostro tempo”, la Chiesa, ha proseguito mons. Ricard, “desidera partecipare ai dibattiti che attraversano la società e quando essa interviene nel caso degli immigrati clandestini o sulla sicurezza stradale, lo fa per prendere parte attiva alla costruzione di un vero vivere comune in Francia”.

Anche l’Europa accolga il contributo delle Chiese. Mons. Ricard ha poi allargato il discorso all’Europa e ha detto: “Desidero che ciò che si sta disegnando oggi in Francia possa avere delle ripercussioni positive anche nella costruzione europea e in particolare nella redazione della futura Costituzione. Sarebbe auspicabile che l’Europa non solo non disconosca il suo patrimonio spirituale, religioso ed umanista ma che accolga positivamente il contributo attuale delle Chiese e delle comunità religiose”. “Non sarebbe opportuno – ha poi chiesto– far figurare nel Trattato costituzionale che l’Unione europea rispetta l’identità e il contributo specifico delle Chiese e delle comunità religiose e che intrattiene con loro un dialogo strutturato?”.

A fianco delle giovani coppie. Al centro della riflessione dei vescovi francesi, c’è anche la preparazione delle giovani coppie al matrimonio. Ambito nel quale la Chiesa è particolarmente impegnata. “Il matrimonio – ha detto mons. Ricard – è una delle circostanze più importanti offerte alla Chiesa per testimoniare la sua speranza al cuore di un’esperienza umana vissuta con intensità”. Diminuisce progressivamente il numero delle coppie che decidono di sposarsi in chiesa: secondo i dati messi a disposizione della Conferenza episcopale francese, nel 2000 i matrimoni cattolici sono stati 122.580, a fronte degli oltre 147 mila del 1990. Aumentano invece i matrimoni civili (nel 1990 erano 287 mila; nel 2000, 305.500) e i matrimoni misti, in cui solo uno dei due coniugi è cattolico (nel 1990 erano circa 10 mila; nel 2000, 14.351).

Uno sguardo sul mondo. I vescovi guardano con inquietudine e solidarietà ai cristiani del Sud Sudan, ai popoli di Terra Santa e dell’Iraq. “Lanciamo un appello – ha detto a nome di tutta l’assemblea mons. Ricard – perché tutti gli attori di pace si impegnino con coraggio per aprire un dialogo costruttivo che faccia tacere definitivamente le armi affinché siano ristabilite la sicurezza, la dignità e la giustizia”. L’ultimo riferimento è al popolo iracheno che “subisce già – ha detto Ricard – il peso dell’embargo. Si faccia in modo che non debba sopportare le devastazioni e le conseguenze di una nuova guerra”.
Maria Chiara Biagioni