Obiettivo Europa” “

” “Il percorso di ” “integrazione con l’UE è troppo importante ” ” per poter essere abbandonato ” “con pretesti ” “confessionali ” “


Il primo semestre del 2003 vedrà l’Unione Europea guidata dalla presidenza di turno della Grecia. Se il Consiglio europeo di Copenaghen, il 12 e 13 dicembre, detterà i criteri per il negoziato di adesione della Turchia all’Unione Europea, sarà dunque la Grecia a dover gestire le prime fasi di questo negoziato con il nuovo governo turco. “A tale riguardo è opportuno non dimenticare che tra tutti gli Stati dell’Unione è forse proprio la Grecia, una volta rispettati i criteri per l’adesione, a volere maggiormente l’ingresso della Turchia democratica nell’Unione”, afferma Periklis Dionyssopoulos , funzionario europeo e presidente del Gruppo Accademico di Amicizia greco-turca. Lo abbiamo intervistato.

Come valuta la vittoria dell’Akp in Turchia?
“Non sorprende tanto il buon risultato numerico dell’Akp, quanto il crollo degli altri partiti se si eccettua l’affermazione della sinistra laica: il sistema elettorale turco con lo sbarramento al 10% ha fatto della vittoria un trionfo che permette al partito di Erdogan di governare da solo. Per quanto concerne il giudizio politico, è ancora presto per pronunciarsi. Certo, le premesse autorizzano l’Europa ad elevare il proprio grado di attenzione. Non è detto però che l’islamismo moderato dell’Akp, se messo in pratica come principio base per la guida del Paese, significhi necessariamente un passo indietro. Il percorso di integrazione con l’UE, la Nato ed il Fondo Monetario è troppo avanzato ed importante per gli interessi della Turchia per poter essere abbandonato con pretesti confessionali”.
A che punto è la “pre-adesione” della Turchia all’UE?
“I passi avanti compiuti dall’accordo di associazione sono enormi e tutti a beneficio della Turchia. Settori come la difesa, la Pesc o l’armonizzazione doganale, sono ad un buon punto di integrazione. Certo, molto resta da fare: la riforma della pubblica amministrazione, la sicurezza interna e il controllo alle frontiere, la legislazione sulle forze di polizia. Un discorso a parte meritano i diritti umani e la questione di Cipro: mentre non riteniamo che l’Akp possa invertire la rotta rispetto all’abolizione della pena capitale o ai reati cosiddetti ‘politici’, su Cipro l’islamismo moderato potrebbe invece condurre ad un irrigidimento della posizione turca riguardo al controllo della parte Nord dell’isola. Una scelta che l’UE non gradirebbe”.
Quali saranno le prossime tappe?
“Aspettiamo di conoscere la composizione del nuovo governo e l’esito delle annunciate ‘missioni di convincimento delle buone intenzioni turche’ presso i nostri Governi, anche rispetto agli Usa e alla fedeltà all’alleanza atlantica. Appuntamenti decisivi in vista delle scelte del Consiglio europeo di Copenhagen”.