UE: libertà di insegnamento” “

” “In tutti i Paesi europei la libertà di insegnamento è garantita ma diverse sono le forme di ” “finanziamento delle scuole non statali” “


In Europa come nel mondo, la libertà d’insegnamento (intesa come principio che comprende le tre nozioni del diritto di insegnare, del diritto di apprendere e del diritto di scegliersi il proprio educatore) viene definita dagli strumenti internazionali di protezione dei diritti umani, come l’articolo 13, paragrafi 3 e 4 del Patto delle Nazioni Unite sui diritti economici, sociali e culturali. Per quanto concerne l’Unione Europea, lo strumento senza dubbio di maggior rilievo è costituito dalla “Risoluzione sulla libertà d’insegnamento nella Comunità Europea”, adottata dal Parlamento Europeo nel 1984. Ai sensi del paragrafo 9 della Risoluzione, “il diritto alla libertà dell’insegnamento implica l’obbligo da parte degli Stati membri di rendere possibile anche sul piano finanziario l’esercizio pratico di tale diritto e di accordare alle scuole le sovvenzioni pubbliche necessarie all’esercizio della loro missione ed al compimento dei loro obblighi in condizioni di parità rispetto agli stabilimenti pubblici”. Offriamo di seguito un quadro della situazione delle scuole non statali e delle loro forme di finanziamento nei diversi Paesi europei.

· Paesi dell’Europa “allargata a 28” nei quali esiste la possibilità legale di creare e dirigere scuole non statali: tutti.
· Paesi dell’Europa “allargata a 28” dove è previsto un insegnamento religioso e morale nella scuola statale in funzione delle diverse religioni e convinzioni (obbligatorio o facoltativo): tutti, ad eccezione di Francia, Grecia e Regno Unito.
· Finanziamento pubblico delle scuole non statali in regime di parità e loro modalità: Germania, Lussemburgo, Repubblica ceca e Slovacchia (per le spese ordinarie di gestione), Austria (sovvenzioni solo per i salari dei professori), Belgio e Olanda (parità assoluta); Bulgaria (assegno scolastico per allievo); Danimarca (fino all’85% delle spese ordinarie di gestione); Francia e Spagna (fino al 100% delle spese ordinarie di gestione, ma sono previsti anche contributi delle famiglie); Finlandia (Stato ed enti locali finanziano le spese ordinarie di gestione fino ad un massimo del 50%); Grecia e Turchia (con rarissime eccezioni, la scuola non statale non riceve finanziamento alcuno); Ungheria (minimi finanziamenti solo per le scuole religiose); I rlanda (la totalità delle scuole primarie ed il 70% delle scuole secondarie sono di natura “parrocchiale”, e quindi non statale; le scuole secondarie non statali ricevono fino al 90% delle spese per la gestione ordinaria oltre ad un aiuto per singolo studente); Italia (i sussidi alle scuole non statali sono molto rari e giustificati come “bisogni educativi e sociali non soddisfatti dallo Stato”; esistono sistemi di assegni per studenti in alcune Regioni; diversi sono i progetti legislativi per la parità ancora all’esame del Parlamento); Polonia (Stato ed enti locali finanziano le spese ordinarie di gestione fino ad un massimo del 50%; è previsto un contributo delle famiglie per la scuola privata); Portogallo (sovvenzione minima del 50%); Romania (nessun finanziamento per le scuole non statali); Regno Unito (contributi fino all’85% delle spese ordinarie di gestione per le scuole cosiddette “sovvenzionate”; nessun finanziamento ma previsione di un sistema di borse di studio per le scuole “indipendenti”); Svezia (vige un sistema di assegno scolastico che copre fino al 90% delle spese); Estonia, Lettonia e Lituania (sistema di assegno scolastico che copre la totalità delle spese ordinarie di gestione nonché il costo delle attrezzature).