Vienna: consultazione sulle minoranze religiose” “

“Tutte le comunità religiose devono avere il diritto di praticare la loro fede” ed “ ogni tentativo da parte dello Stato di interferire negli affari interni delle comunità religiose rappresenta una violazione dei diritti umani“. E’ quanto hanno ribadito i partecipanti alla consultazione promossa dalla Commissione “Chiesa e Società” della Kek (Conferenza della Chiese europee) sulle minoranze e maggioranze in Europa. All’incontro, che si è svolto a Vienna dal 6 all’11 novembre, hanno partecipato oltre 70 persone di 30 Paesi e di tutte le confessioni cristiane. La consultazione ha preso in esame la situazione delle Chiese – di maggioranza e di minoranza – in Europa, in particolare in Austria, Russia, Francia e Paesi nordici e ha richiamato “l’importanza degli accordi esistenti in materia di diritti umani quale base per la regolamentazione dei rapporti Stato-Chiesa”. Al centro delle discussioni, anche la questione del riconoscimento giuridico delle comunità religiose. “In linea di principio – si legge in un comunicato della Kek – deve essere garantito a tutte le comunità religiose uno statuto legale che permetta di praticare la religione”. Ferma invece la condanna verso ogni forma di discriminazione, inclusa quella che colpisce i “nuovi movimenti religiosi” e la richiesta di “procedure trasparenti”. “Il principio di base – afferma la Kek – deve essere l’apertura al diritto di ogni comunità religiosa di offrire la propria testimonianza e servizio alla società”. La consultazione ha poi sollecitato le Chiese ad “agire insieme” e soprattutto a presentarsi con “voce unanime” di fronte alle autorità di governo. “La promozione del dialogo – si legge ancora nel comunicato della Kek – è una delle prerogative necessarie per le relazioni tra le Chiese. Favorisce l’uguaglianza tra le Chiese, previene la discriminazione, promuove la tolleranza e rende possibile un’azione comune nei confronti dello Stato”.