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Il populismo sconfitto” “

Determinante il voto dei cattolici nella recente consultazione elettorale austriaca” “” “

Quale governo avrà l’Austria dopo il successo clamoroso del cancelliere Schüssel e del suo Partito Popolare nelle elezioni politiche del 24 novembre? Difficile prevederlo. Il Partito Popolare (ÖVP) ha ottenuto 79 seggi, il Partito Socialdemocratico (SPÖ) 69, il Partito Liberale (FPÖ) 19 ed i Verdi (Grüne) 16.Tre i punti salienti dell’esito delle elezioni: 1. Per la prima volta dopo il lontano 1966 l’ÖVP ha riconquistato la maggioranza relativa in parlamento.2. La discussa strategia di Schüssel per arginare l’ascesa del partito di Haider si è dimostrata vincente. Il cancelliere voleva coinvolgere i liberali nella gestione del potere per togliere loro il campo fecondo delle vittorie elettorali: la coalizione SPÖ-ÖVP che aveva sì permesso il miracolo economico dell’Austria del dopoguerra, ma che nello stesso momento aveva contribuito a creare un sistema di “corporativismo” esasperato con una fortissima lottizzazione dell’intero settore pubblico tra popolari e socialdemocratici. Schüssel ovviamente aveva visto giusto: il Partito liberale è praticamente crollato grazie al logoramento del potere, alle fortissime tensioni tra ala moderata e governativa e anima “populistica” del partito. Il fenomeno Haider che aveva fatto paura all’Europa intera è praticamente finito.3. La proposta “rosso-verde” – il sogno di socialdemocratici e Verdi di formare un governo di coalizione copiando il modello tedesco – non è stata accettata dall’elettorato austriaco. Solo il Partito popolare è riuscito a conseguire i suoi fini elettorali (elevando la percentuale dei voti dal 26,9 % del 1999 al 42,3 % di questa volta); gli altri tre partiti più o meno hanno dovuto accettare una netta sconfitta. Il che graverà sulle consultazioni per formare un nuovo governo di coalizione.La chiesa cattolica in Austria si è astenuta dall’entrare nelle discussioni pre-elettorali seguendo un comportamento consolidato da vari decenni, praticamente dal 1945. La Conferenza episcopale austriaca ha invitato i cattolici a considerare la partecipazione alle elezioni come un dovere civico e cristiano. In più, la Conferenza episcopale ha ricordato ai cattolici quattro punti salienti per valutare le varie proposte dei partiti in lizza: difesa del diritto alla vita, importanza del concetto di solidarietà verso i più deboli sia all’interno del paese sia nel mondo, difesa della famiglia e atteggiamento positivo all’allargamento dell’Unione Europea. Nella stesso momento i vescovi – come sottolineato dal card. Schönborn nella sua veste di presidente dell’episcopato austriaco – si sono dichiarati convinti che all’interno di tutti e quattro ipartiti ci fossero dei cattolici disposti ad impegnarsi per i valori elencati.è interessante vedere come hanno votato i cattolici “praticanti”: il 69 % di loro ha votato ÖVP (1999: 59 %), il 22 % SPÖ (1999: 20 %), il 3 % FPÖ (nel 1999: 13 %), 1 % i Verdi (nel 1999: 1 %). Ciò significa che il partito popolare ha riconquistato la sua anima cattolica, offuscata in molti anni di esercizio del potere da considerazioni piuttosto “mondane”? Negli ultimi due anni il partito di Schüssel in vari campi è riuscito da far valere quell’anima cristiana – per esempio nella politica in favore delle famiglie; in altri campi – per esempio nel campo dell’immigrazione – il partito èrimasto sordo alle critiche di vescovi ed organizzazioni caritative cattoliche, puntando piuttosto al calcolo elettorale…Erich Leitenberger – Viennadirettore agenzia stampa Kathpress.