editoriale" "

Saremo misurati dai giovani” “” “

L’Unione di popoli europei può ben dirsi la prima grande, pacifica, democratica, esemplare rivoluzione avvenuta nel mondo” “

La Fondazione De Gasperi sta pensando ad un grande incontro internazionale sulla figura dello statista nel giugno del 2003 – alla vigilia dell’assunzione della presidenza italiana dell’Unione. Sarà un’occasione per riproporre anche il pensiero e l’impegno di Adenauer, Schuman, Monnet. A pagina 3 un servizio sul colloquio internazionale “Dopo l’Euro, lUnione politica” promosso nei giorni scorsi a Roma dalla stessa fondazione.L’anno che sta per concludersi è iniziato con un evento epocale: l’adozione della moneta comune, l’Euro, in undici paesi europei, tra cui l’Italia, la Francia, la Germania e la Spagna. Questa iniziativa corona l’Unione economica e monetaria. Sono, poi, cominciati i lavori della Convenzione e si avvicinano le decisioni concernenti l’allargamento dell’Unione ad altri 10 paesi. Tuttavia nonostante l’enorme progresso fatto dall’integrazione economica negli scorsi cinquant’anni, l’Europa politicamente è ancora fragile.I punti nodali dell’ossatura di un’unione politica, “Casa Comune” – come ricorda il Papa – delle democrazie, sono rappresentati innanzitutto dai valori etici e culturali che sapremo mettere alla base della costruzione dell’edificio: la concezione dell’uomo come persona, l’esaltazione della sua dignità e responsabilità, il rispetto per la vita, l’ideale di libertà. Un modello sociale che risponda a questi fini potrà definirsi solo alla luce del patrimonio culturale accumulato in Europa nel corso dei secoli, con l’apporto determinante del cristianesimo, che rappresenta senza dubbio l’unica vera identità dell’Europa. L’Unione ha il dovere di riconoscere le sue radici cristiane e al contempo di assicurare la libertà delle fedi.Il punto di partenza è dato dalla Carta dei diritti fondamentali. Da qui potremo costruire un sistema di relazioni che concili gli interessi dei singoli e quelli della collettività, che sappia trarre vantaggio dalla competitività ma in un quadro di solidarietà. L’Europa che auspichiamo è quella di un’unione non chiusa nella difesa del proprio benessere, ma impegnata sui problemi vitali del mondo, a lavorare per correggerne i gravi squilibri, a difendere e promuovere ovunque la dignità umana e la pace.La fase europea e internazionale che attraversiamo è di grande interesse. Siamo a metà del cammino della Convenzione. Nel secondo semestre del 2003 la Conferenza intergovernativa stilerà l’articolato della Carta Costituzionale, vera identità giuridica e politica dell’Unione, e torneremo a Roma a consacrare solennemente la nascita della nuova realtà comunitaria. Stanno ricongiungendosi a noi altri paesi di retaggio europeo, che hanno atteso per mezzo secolo privati della libertà. Nel 2004, poi, i popoli eleggeranno un Parlamento europeo rappresentativo di un’area geopolitica molto più ampia e determinante per gli equilibri mondiali.Un processo “rivoluzionario”: questa Unione di popoli europei può ben dirsi la prima grande, pacifica, democratica, esemplare rivoluzione avvenuta nel mondo.Su questa capacità saremo misurati dalle giovani e future generazioni. Ed è un processo di unità che dovrà avere alla base valori e idee-forza per essere valido e irreversibile. Il Papa esorta a far “poggiare su fondamenti etici il profilo costituzionale dell’Unione perché essa abbia durevole stabilità, nella ricchezza e diversità delle culture e delle tradizioni”.
Maria Romana De Gasperi e Angelo Bernassola
“Fondazione Alcide De Gasperi per la democrazia, la pace e la cooperazione internazionale”