La relazione sui diritti umani” “


La Commissione per le libertà e i diritti dei cittadini, la giustizia e gli affari interni del Parlamento Europeo discute questa settimana il progetto di relazione della socialista olandese Joke Swiebel sulla situazione dei diritti fondamentali nell’Unione Europea per l’anno 2001. La relazione, come ogni anno di iniziativa legislativa dello stesso del PE, intende fornire un quadro generale del comportamento dei singoli Stati membri riguardo alla tutela dei diritti fondamentali. La proposta di risoluzione affronta singolarmente i sei capitoli secondo lo schema della carta dei diritti fondamentali dell’UE: dignità (diritto alla vita, proibizione della tortura e dei trattamenti inumani, proibizione della schiavitù e del lavoro forzato); libertà (libertà di pensiero, di coscienza e di religione, libertà di espressione e di informazione, diritto di asilo e protezione in caso di allontanamento, di espulsione e di estradizione); uguaglianza (politica di lotta alla discriminazione, razzismo e xenofobia, diversità culturale, religiosa e linguistica, parità tra uomini e donne, discriminazione fondata sulle tendenze sessuali, tipi di relazione, diritti del bambino, diritti degli anziani, diritti dei disabili); solidarietà; cittadinanza (diritto di voto e diritto di eleggibilità alle elezioni comunali e del Parlamento Europeo, libertà di circolazione e di soggiorno); giustizia. Particolarmente controverse sono le proposte in materia famiglia: la relatrice “raccomanda agli Stati membri di riconoscere le relazioni non matrimoniali – sia tra persone di sesso diverso che tra persone dello stesso sesso – e a connettervi gli stessi diritti del matrimonio”, “invita gli Stati membri a prendere in considerazione la possibilità di consentire il matrimonio tra persone dello stesso sesso” ed “esorta l’Unione Europea a iscrivere nell’agenda politica il reciproco riconoscimento delle relazioni non matrimoniali nonché del matrimonio tra persone dello stesso sesso e a elaborare proposte concrete al riguardo”. Gli Eurodeputati hanno presentato ben 124 emendamenti al testo iniziale, perciò l’iter di approvazione della proposta finale potrebbe risultare particolarmente lungo. All’assemblea plenaria della Commissione degli episcopati della Comunità europea, riunitasi a Bruxelles il 28 e 29 novembre scorsi (cfr. servizio pg.2) è stato presentato un resoconto su tale relazione. I vescovi europei ribadiscono l’importanza di difendere la famiglia fondata sul matrimonio e sottolineano che non è competenza né del Parlamento Europeo né degli Stati trasformarne la natura.