” “La Comece propone all’Unione Europea un "modello di agricoltura sostenibile" da mettere in pratica in vista ” “dell’allargamento” “” “” “
L’assemblea plenaria della Commissione degli episcopati della Comunità europea (Comece), riunita a Bruxelles il 28 e 29 novembre, ha elaborato una dichiarazione sulla riforma della politica agricola comunitaria (Pac) che segue un analogo documento del marzo 2001. Ne proponiamo una breve sintesi.
Ad avviso dei vescovi europei “la riforma della politica agricola comune è essenziale per permettere lo sviluppo sostenibile dell’Europa”. Secondo la Comece l’allargamento dell’Unione impone una decisa riforma della politica agricola segnata ancora da molte disuguaglianze: basti pensare, scrivono, che il 5% delle aziende agricole europee riceve oggi la metà degli aiuti diretti. Per raggiungere l’obiettivo di una riforma equilibrata è necessaria un’inedita alleanza tra agricoltori e consumatori. “Siamo chiamati affermano i vescovi europei – ad acquisire una coscienza più chiara delle conseguenze ecologiche delle nostre scelte di consumatori”. Perciò lo sviluppo e la politica agricola hanno bisogno di un “impulso etico fondamentale” sulla scorta della dottrina sociale della chiesa. Per quanto riguarda il commercio internazionale, i vescovi notano che “abolire al più presto e completamente le sovvenzioni alle esportazioni è una questione di credibilità politica dell’Unione Europea” ed è una misura necessaria “da un punto di vista etico” al fine di non penalizzare ulteriormente i paesi più poveri del mondo. Ma non è una misura sufficiente perché, sottolinea il documento, “l’abolizione delle sovvenzioni all’esportazione e l’apertura dei mercati europei non garantisce automaticamente una migliore esistenza dei contadini poveri nei paesi in via di sviluppo”. Occorre integrare queste misure con la realizzazione di “strutture cooperative e reti di distribuzione alternative”.
Quanto alle proposte di riforma della Pac, presentate dalla Commissione europea il 10 luglio 2002, la dichiarazionie rileva che “le opinioni dei cristiani sono divise”. Tuttavia “è chiaro che l’obiettivo di un’agricoltura sostenibile non può essere raggiunto oggi senza il sostegno pubblico”, poiché “l’agricoltura sostenibile non sarà redditizia per l’impresa agricola finché i consumatori non saranno pronti a pagare prezzi più elevati” legati ad una maniera più rispettosa di coltivare la terra e di allevare gli animali e “mantenere il suolo, l’aria e l’acqua puliti”. La Comece saluta infine con favore le scelte del Consiglio Europeo di Bruxelles, il 24 e 25 ottobre scorso: “La decisione si legge nella dichiarazione sorprendente in favore di un’introduzione progressiva di aiuti diretti ai membri attuali dell’Unione nei negoziati d’adesione è per noi fonte di grande soddisfazione”. Grazie a questa decisone, infatti, i dieci nuovi Paesi membri parteciperanno progressivamente al sistema degli aiuti diretti alle imprese agricole fissati dall’Unione Europea.