Ungheria



Una generale fiducia nel futuro “europeo” con qualche preoccupazione riguardo ai temi che toccano la sfera etica: questo l’atteggiamento di fondo della Chiesa ungherese in vista dell’adesione all’Unione Europea. I vescovi ungheresi stanno preparando in questi giorni una lettera pastorale sull’Europa, che verrà presto resa nota: “Siamo consapevoli che i prossimi mesi rappresentano un passaggio storico molto importante, quindi anche la Chiesa deve esprimersi più ampiamente su questi temi”. A parlare è mons. András Veres, vescovo ausiliare di Eger e membro della Comece (Commissione degli episcopati della Comunità europea). In Ungheria, a livello economico e legislativo, “è già tutto pronto per aderire all’Unione – spiega mons. Veres -. Secondo i sondaggi il 70% della popolazione è favorevole ma, in realtà, oltre il 60% non ha una informazione seria ed accurata su cosa significhi veramente entrare in Europa. Molte persone non sanno veramente cosa ci aspetta, forse sono troppo entusiasti e non otterranno tutto ciò che sperano”. Mons. Veres precisa che non c’è timore dell’Occidente “perché l’Ungheria negli stili di vita è già diventata un Paese occidentale, anche se i salari sono molto bassi. C’è però una piccola minoranza che considera questo evento con una certa distanza e saggezza, perché sa che non ci saranno grossi cambiamenti ma che potrebbero arrivare invece influssi morali non sempre buoni. Ad esempio, quando sentiamo parlare, nel resto d’Europa, di convivenze omosessuali, eutanasia ed altro, certo non siamo tranquilli…”. Ad avviso del vescovo ausiliare di Eger, “economicamente i Paesi piccoli non possono più vivere da soli. Sono preoccupato per come possiamo mantenere i valori della patria e i valori cristiani però sono pieno di fiducia perché non si può pensare ad un futuro al di fuori dell’Unione”. In Ungheria, su una popolazione di circa 10 milioni di abitanti il 75% appartiene alle Chiese cristiane: 5.100.000 sono cattolici di rito latino, 280.000 di rito bizantino (o greco-cattolico), 1.300.000 calvinisti e 300.000 luterani. Le diocesi di rito latino sono 12, con circa 2000 sacerdoti.