taizé" "
80 mila giovani si preparano al 25° incontro di Taizé, a Parigi” “
“Quando i giovani, nella loro vita, fanno una scelta a favore della pace, portano una speranza che rischiara lontano, sempre più lontano”. Lo scrive Frère Roger , fondatore della comunità ecumenica di Taizé nella “Lettera 2003” che sarà meditata dai giovani durante l’anno nuovo. Il testo – tradotto in 58 lingue (di cui 23 asiatiche) – è stato diffuso a pochi giorni dall’inizio del 25° incontro europeo che si terrà quest’anno a Parigi dal 28 dicembre al 1° gennaio. Sono attesi circa 80 mila giovani da tutta Europa (lo scorso anno l’incontro si è svolto a Budapest) e saranno accolti in più di cento parrocchie dell’Ile-de-France. Andare alle sorgenti della fiducia, costruirla fra i popoli e le culture, diventare testimoni di speranza e costruttori di pace oggi e domani: sono questi alcuni dei temi al centro delle giornate parigine.
“Dio non può che amare”. L’invito ad aprire “vie di pacificazione laddove sorgono dei contrasti” nella certezza che “Dio non può che amare” il mondo messo alla prova e consolare chi vive nella sofferenza. E’ il messaggio che Frère Roger lancia quest’anno ai giovani di tutto il mondo in attesa di incontrarli a fine anno a Parigi. “La pace sulla terra scrive il fondatore di Taizé – si prepara nella misura in cui ciascuno di noi osa interrogarsi” su come può essere “fermento di fiducia” là dove vive. Frère Roger incoraggia le giovani generazioni a non perdere la speranza. “Fra le giovani generazioni in tutto il mondo scrive – numerosi sono coloro che s’interrogano e si domandano: esiste una speranza per il nostro futuro? Come passare dalle inquietudini alla fiducia? Le nostre società sono talvolta così scosse. Con la povertà in continua crescita, l’avvenire dell’umanità è incerto. C’è la sofferenza di molti bambini, ci sono tante rotture che feriscono i cuori. Tuttavia, non vediamo sorgere, perfino nelle situazioni fra le più inquiete del mondo, dei segni di un’innegabile speranza?”. Questa speranza dice Frère Roger – nasce dalla certezza che “Dio non può che amare”. “Oggi spiega il fondatore di Taizé – è più che mai importante ricordarlo: la sofferenza non viene mai da Dio. Dio non è l’autore del male, egli non vuole né la disperazione umana, né i disordini della natura, né la violenza degli incidenti, né le guerre. Egli condivide la pena di chi attraversa la prova e ci fa dono di consolare chi vive la sofferenza”.
L’appello dei leader cristiani ai giovani. Un richiamo forte della comunità cristiana internazionale ai giovani affinché diventino operatori di riconciliazione e di pace nel mondo. E’ quanto si desume dai numerosi messaggi arrivati alla Comunità di Taizé in vista dell’appuntamento parigino. “Questo incontro scrive Giovanni Paolo II è segno di speranza per il nostro mondo. Dimostra che la gioventù, oggi, ha sete di verità, di felicità, di bellezza e di assoluto, e che cerca di dare un senso alla propria vita”. I giovani, aggiunge il Santo Padre, “avranno gli occhi aperti per vedere sorgere la nuova aurora, la speranza in un avvenire di giustizia e di pace, d’amore e di riconciliazione, doni di Dio per la nostra terra, allo sviluppo della quale ciascuno deve dare il proprio contributo”. Anche il Patriarca Alessio II di Mosca richiama l’importanza dei giovani per costruire la pace nel mondo. “Voi siete chiamati – scrive il rappresentante della chiesa ortodossa russa – a condividere la responsabilità comune in vista di rafforzare la giustizia, la concordia ed il reciproco rispetto”. Dal Patriarca Bartolomeo di Costantinopoli viene invece un invito a pregare per “la pace nel mondo intero, un mondo nuovamente in pericolo” mentre il pensiero del segretario generale delle Nazioni Unite, Kofi Annan va ai giovani che vivono in situazioni di conflitto e difficoltà. “Dobbiamo fare di tutto per rendere loro la speranza, e ciascuno fra di noi ha una parte da giocare”.
Maria Chiara Biagioni