Un’autocritica sugli atteggiamenti di pregiudizio nei confronti dei gitani e un impegno a considerarli “il cuore della Chiesa” attraverso una “sana creatività pastorale” al servizio dell’evangelizzazione. E’ questo l’intento del recente documento della Conferenza episcopale spagnola intitolato “La Chiesa di Spagna e i gitani”, redatto in concomitanza con il V anniversario della beatificazione dello zingaro spagnolo Ceferino Giménez Malla (El Pelé). In Spagna sono circa 600.000 i gitani, che vivono in gran parte nelle periferie delle città, spesso in condizioni di povertà e degrado. Ma negli ultimi anni ci sono segnali di cambiamento: è aumentato il livello di alfabetizzazione, molti si sono inseriti nella società e lavorano. “Siamo pienamente convinti che il futuro sarà migliore del presente”, scrivono i vescovi spagnoli, ricordando i valori del popolo gitano, quali la famiglia, il rispetto degli anziani, una concezione più umana del lavoro, la ospitalità e solidarietà tra i membri della stessa etnia, il rispetto dei defunti. I vescovi riconoscono ai gitani come “veri soggetti di evangelizzazione” nelle proprie comunità. Per questo si offrono alcuni suggerimenti pastorali, tra cui l’invito alle parrocchie a fare “un maggiore sforzo per accogliere i gitani ed amarli per ciò che sono”.