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Tre Chiese sorelle” “

Cattolici, ortodossi, luterani di fronte a sfide comuni” “

Con il convegno internazionale “Il monachesimo ortodosso in Finlandia e nei Paesi Baltici” (22-26 settembre) e l’inaugurazione della mostra “I tesori dell’abbazia greca di Grottaferrata”, si sono concluse nel centro dei “Castelli Romani” (Roma), le manifestazioni per i mille anni dell’abbazia. Ai lavori hanno preso parte vescovi, archimandriti, sacerdoti, monaci e superiori di istituti e congregazioni, di diversi Paesi, anche dell’Europa dell’Est e dell’area balcanica e greca, concentrando l’attenzione sulla presenza ortodossa in rapporto a quella luterana, che è nettamente maggioritaria nei Paesi Baltici, e di quella cattolica, anch’essa piccola numericamente, ma molto viva. CONTATTI FRUTTUOSI. “La Chiesa ortodossa in Finlandia ha vissuto diverse vicende, anche di dolore, dispersione e persecuzione, negli ultimi secoli, a seguito delle contese territoriali e politiche dovute ai due stati vicini di Svezia e Russia”. Lo ha detto durante i lavori del convegno internazionale presso l’abbazia di S. Nilo a Grottaferrata (Roma), l’archimandrita Sergei, abate del monastero finlandese di Nuova Valamo. “Tali vicende hanno segnato ma non piegato le comunità ortodosse finlandesi, anzi – ha aggiunto p. Sergei – hanno favorito contatti fruttuosi con i fedeli luterani e cattolici. La comunità ortodossa finlandese si è particolarmente ricostituita negli anni più recenti, a seguito degli eventi dopo la caduta del Muro. Migliaia di immigrati sono infatti tornati in Finlandia dalla Russia e da altri Paesi dell’area dopo decenni di dispersione. Nel panorama culturale e spirituale di un Paese come la Finlandia i fedeli ortodossi possono quindi giocare un ruolo significativo e stimolante, al pari della comunità cattolica, anche minoritaria ma molto viva”. “La Chiesa cattolica e le Chiese ortodosse di Finlandia sono libere rispetto ai conflitti storici e alle divisioni che hanno caratterizzato la situazione nel Sudest dell’Europa. Rispetto ai contesti luterani prevalenti e alla cultura post protestante, la comune natura delle due Chiese apostoliche non appare così visibile altrove, come in Finlandia”: lo ha aggiunto fr. Seraphim Seppiala, nella sua relazione su “Figure e momenti significativi della storia ortodossa in Finlandia”. “Per questa ragione – ha proseguito – si spera che il futuro possa vedere una maggiore e più chiara cooperazione tra i cattolici e gli ortodossi in Finlandia, specialmente nel campo della cultura religiosa”. Mons. Stephanos, metropolita di Tallin in Estonia, ha affermato che pur essendo due Chiese piccole, le comunità ortodosse di Finlandia ed Estonia testimoniano in contesti diversi la forza del Vangelo. RITORNO DI RELIGIOSITà E SECOLARISMO. “Purificare la memoria storica e prendere conoscenza profonda delle nostre chiese sorelle”: è uno degli scopi richiamati nel messaggio del card. Walter Kasper, presidente del Pontificio consiglio per l’Unità dei Cristiani, rivolto ai partecipanti al convegno di Grottaferrata e letto dal sottosegretario dello stesso Consiglio, mons. Eleuterio Fortino. L’arcivescovo della Finlandia Leo ha sottolineato l’importanza di contatti sempre più stretti e fraterni tra i cattolici, gli ortodossi e i luterani per una testimonianza cristiana più chiara e trasparente nella società secolarizzata. “La religiosità non è morta nei Paesi dell’Est, usciti da decenni di ateismo”: lo ha detto il vescovo romeno di Tomis, Teodosie, rappresentante del Patriarca di Romania sua santità Teotkis. Il vescovo ha richiamato i più di 500 tra monasteri ed eremi presenti nel Paese e la forte ricerca di spiritualità che si respira tra la gente. “Mi è capitato alcuni anni fa di partecipare a liturgie nella cattedrale di Helsinki col metropolita Giovanni, e ho notato come i fedeli ortodossi si accostavano numerosi ed entusiasti alla confessione. Da noi in Romania è diverso”. “Da noi – ha proseguito – ci sono ancora molte resistenze, dovute alla nostra storia e alla chiusura spirituale e culturale in cui ha vissuto il Paese. Noi pensiamo che sia bene tornare alla tradizione cristiana antica, con la comunione fatta spesso e la confessione convinta”. Secondo p. Teodosie, “la Chiesa deve offrire il senso del mistero della confessione che è il perdono di Dio. Noi come ministri dobbiamo chiamare tutti, anche coloro che vivono in situazioni morali negative: anche loro sono chiamati da Dio alla guarigione”.