SCOUTISMO 100 ANNI
L’avventura umana e spirituale di Guy de Larigaudie
Si chiude con il 2007 l’anno centenario dello scoutismo. Nei molti Paesi in cui questa esperienza educativa – nata da un’intuizione del generale inglese Robert Baden Powell – é presente, le celebrazioni hanno trovato il loro momento più alto il 1° agosto con il rinnovo della promessa scout. Quale conclusione di questa ricorrenza, che ha coinvolto moltissimi giovani anche in Europa, proponiamo una pagina su Guy de la Rigaudie (Parigi 1908 – Musson 1940), “leggendario scout” francese che nel 1937/1938 con Roger Drapier compì il raid automobilistico Parigi-Saigon. Guillaume Boulle de Larigaudie morì nel 1940 combattendo per amore della sua terra e della libertà.Il suo piccolo libro “Étoile au grand large”(Stella in alto mare) è una delle più belle sintesi dei valori sui quali si fonda e si sviluppa ancor oggi lo scoutismo. Ne proponiamo alcuni passi facendoli seguire da un commento di mons. Michel Muïsse, vescovo di Périgueux et Sarlat, diocesi in cui é Saint Martin de Riberac, il paese del Périgord dove Guy de la Rigaudie ha vissuto molti anni e dove attualmente é sepolto. Qui il 19 aprile sarà inaugurato un monumento in sua memoria. Infine alcuni cenni a Beati e Venerabili provenienti dallo scoutismo europeo.TUTTE LE BARRIERE CADRANNO. Guy de la Rigaudie ha avuto grandi sogni e grande capacità di comunicare il suo entusiasmo per l’avventura. Se ne trova traccia in “Étoile au grand large” che racconta la ricchezza umana e spirituale di questo scout francese. “C’é un mezzo eccellente per crearsi un’anima amichevole – si legge nei suoi scritti – non il sorriso ironico e motteggiatore che increspa solo l’angolo della bocca, il sorriso che giudica severamente e avvilisce. Ma il sorriso ‘scout’, gaio e sereno”.La spiritualità di chi voleva essere santo, diventare modello per gli scout e spendere la vita in un lebbrosario di Tailandia traspare in molte pagine: ne cogliamo due passi.”L’avventura più prodigiosa é quella della nostra vita personale, perfettamente proporzionata a noi. Trenta, cinquanta ottanta anni forse, che bisogna superare faticosamente attrezzati come una nave che faccia vela verso quella Stella in alto mare che rappresenta il nostro unico punto di riferimento e la nostra sola speranza. E questa avventura non sorpassa le nostre possibilità. Basta che ci dirigiamo verso il nostro Dio per essere adeguati all’Infinito e questo giustifica tutti i nostri sogni. Noi siamo delle testimonianze di Dio. Noi mettiamo un po’ di eternità in ogni nostro atto”.Infine la conclusione di “Étoile au grand large”: “Il parco della vecchia dimora del Périgord dove feci i primi passi si é allargato fino ai confini della terra, e ho giocato sul mappamondo il bel gioco della mia vita. Tuttavia le mura del giardino non hanno fatto che arretrare e così mi sento sempre in gabbia. Ma un giorno verrà, in cui potrò cantare il mio canto di amore e di gioia. Tutte le barriere cadranno. E io possiederò l’Infinito!”LA CARITÀ DEL SORRISO. Il vescovo di Périgueux et Sarlat, mons. Michel Mouïsse, ha consegnato di recente una prima documentazione su Guy de Larigaudie alla Congregazione delle cause dei santi. “Una rilettura rapida del percorso di Guy – dice a SirEuropa il vescovo – fa scoprire la vita di un giovane laico con il suo entusiasmo e i suoi progetti: una vita che pur eccezionale é fatta di avvenimenti quotidiani, una vita offerta agli altri con un così grande amore per i poveri e i piccoli da desiderare di lavorare in un lebbrosario di Tailandia. Uno sguardo di purezza sulle ragazze e sulle donne per quel senso profondo della persona e di tutta la persona che egli ha sempre avuto anche grazie al dialogo intenso con la madre.Nella documentazione storica si incontra sempre la sua gioia di vivere, il suo essere testimone della carità del sorriso.Quella di Guy è stata dunque una vita luminosa perché vissuta nella fede, fede nell’uomo che lo scoutismo vuole promuovere e fede in Dio che dà senso alla vita.Guy è sempre in ricerca della ‘vocazione eterna’: in tutti i suoi viaggi nel mondo è stato un cercatore di Dio. La sua più grande avventura, il suo più bel gioco hanno raggiunto le più alte vette della spiritualità: lo conferma quella nostalgia del cielo di cui ha scritto nella lettera ad una carmelitana e che gli fu trovata addosso alla morte. E’ il suo testamento spirituale: “sacrificare tutto anche la propria vita per ‘vedere Dio’. Per i giovani europei è una bellissima testimonianza di umanità e di fede”.ALTRI VOLTI EUROPEI. Accanto a Guy de Larigaudie trovano posto alcuni Beati e Venerabili, scout o sostenitori dello scoutismo in Europa: Marcel Callo operaio e scout francese morto a 23 anni a Mathausen nel 1945, don Stefan Wincenty Frelichowski, prete polacco morto a 32 anni a Dachau nel 1945, Joel Anglèes d’Auriac, scout francese decapitato a 22 anni a Dresda nel 1941, don Giovanni Minzoni ucciso a 38 anni ad Argenta nel 1923, Egidio Bollesi di Pola (Italia) operaio e scout morto di tubercolosi a 24 anni nel 1929 e i Beati Luigi e Maria Beltrame Quattrocchi di Roma che si prodigarono per lo scoutismo cattolico a Roma e il cui figlio, don Tarcisio, tradusse in italiano “Étoile au grand large”.