Angelus

Benedetto XVI. L’esempio perfetto

Maria, da semplice fanciulla di Nazaret a regina del mondo

“Otto giorni dopo la solennità della sua Assunzione al Cielo, la liturgia ci invita a venerare la Beata Vergine Maria col titolo di ‘Regina’”. È’ quanto ha ricordato Benedetto XVI, domenica 23 agosto, affacciandosi al balcone del Cortile interno del Palazzo apostolico di Castel Gandolfo per recitare l’Angelus insieme con i fedeli e i pellegrini presenti e chiedere l’intercessione di Maria per il dono della pace nel mondo.

Gli ultimi saranno i primi. “Vi sono ultimi che saranno primi, e vi sono primi che saranno ultimi” e “la Madonna è l’esempio perfetto di tale verità evangelica, che cioè Dio abbassa i superbi e i potenti di questo mondo e innalza gli umili”, ha sottolineato Benedetto XVI, che ha aggiunto: “La Madre di Cristo viene contemplata incoronata dal suo Figlio, cioè associata alla sua regalità universale, così come la raffigurano numerosi mosaici e dipinti”. “La piccola e semplice fanciulla di Nazaret – ha proseguito il Santo Padre – è diventata la Regina del mondo! Questa è una delle meraviglie che rivelano il cuore di Dio”. Naturalmente, ha precisato il Pontefice, “la regalità di Maria è totalmente relativa a quella di Cristo: Egli è il Signore, che, dopo l’umiliazione della morte di croce, il Padre ha esaltato al di sopra di ogni creatura nei cieli, sulla terra e sotto terra”. Per “un disegno di grazia”, ha evidenziato Benedetto XVI, “la Madre Immacolata è stata pienamente associata al mistero del Figlio: alla sua incarnazione; alla sua vita terrena, dapprima nascosta a Nazaret e poi manifestata nel ministero messianico; alla sua passione e morte; e infine alla gloria della risurrezione e ascensione al Cielo”.

“No” all’assurda logica della violenza. “La Madre – ha chiarito il Papa – ha condiviso con il Figlio non solo gli aspetti umani di questo mistero, ma, per l’opera dello Spirito Santo in lei, anche l’intenzione profonda, la volontà divina, così che tutta la sua esistenza, povera e umile, è stata elevata, trasformata, glorificata passando attraverso la ‘porta stretta’ che è Gesù stesso”. “Sì – ha sostenuto il Santo Padre -, Maria è la prima che è passata attraverso la ‘via’ aperta da Cristo per entrare nel Regno di Dio, una via accessibile agli umili, a quanti si fidano della Parola di Dio e si impegnano a metterla in pratica”. Nella storia delle città e dei popoli evangelizzati dal messaggio cristiano, ha rammentato il Pontefice, “sono innumerevoli le testimonianze di venerazione pubblica, in certi casi addirittura istituzionale alla regalità della Vergine Maria. Ma oggi vogliamo soprattutto rinnovare, come figli della Chiesa, la nostra devozione a Colei che Gesù ci ha lasciato quale Madre e Regina”. Perciò, Benedetto XV ha affidato “alla sua intercessione la quotidiana preghiera per la pace, specialmente là dove più infierisce l’assurda logica della violenza; affinché tutti gli uomini si persuadano che in questo mondo dobbiamo aiutarci gli uni gli altri come fratelli per costruire la civiltà dell’amore”. “Maria, Regina pacis, ora pro nobis!”, è stata l’invocazione del Papa.

Saper accogliere le legittime diversità. Dopo l’Angelus, come di consueto, il Santo Padre ha rivolto saluti in varie lingue. “Tutti gli uomini sono chiamati alla salvezza”, ha affermato Benedetto XVI, nei saluti ai pellegrini francesi. La chiamata universale alla salvezza rappresenta anche “un invito a saper accogliere le legittime diversità umane”, seguendo Gesù “venuto a riunire gli uomini di tutte le nazioni”. Sempre in francese, il Papa ha invitato i genitori ad educare i loro bambini alla fratellanza universale ed ha pregato la Vergine affinché accompagni i ragazzi al rientro a scuola che si avvicina. “Quando ci viene una sensazione di smarrimento, di incertezza e di fragilità dell’esistenza terrena – ha detto il Santo Padre, rivolgendosi ai pellegrini in lingua polacca – in Cristo ritroviamo il senso del nostro cammino, il criterio del giusto atteggiamento e la pienezza della vita nella risurrezione. Ci accompagni sempre questa consapevolezza”. In italiano il Pontefice ha salutato “in particolare i seminaristi del seminario vescovile minore di Verona, il gruppo di Legionari di Cristo provenienti da vari Paesi, i giovani di Stra che vivono un’esperienza di servizio con la Caritas di Roma, i fedeli di Catania e quelli della parrocchia romana di Santa Margherita Maria Alacoque, come pure l’orchestra giovanile ‘Fuoritempo’ di Trento”.

a cura di Gigliola Alfaro