SCOUTISMO
Da domani a Rinkaby (Svezia) il 22° Jamboree mondiale
Provengono da ogni parte del mondo i 38 mila ragazzi scout che, da domani al 7 agosto, daranno vita a Rinkaby (Svezia) al 22° Jamboree mondiale. Tra di essi, 1.700 sono gli italiani in rappresentanza dell’Agesci e della Cngei, le due sigle che nel nostro Paese rappresentano, rispettivamente, lo scoutismo cattolico e quello aconfessionale. Di costoro, 1.300 sono ragazzi tra i 14 e i 17 anni, destinatari del raduno, accompagnati dai loro capi, dallo staff e da circa 150 rover (18-21 anni) addetti al servizio. "Simply scouting", semplicemente scout, è il tema scelto per questa edizione. Un "evento educativo per la promozione della pace e della differenza culturale" che verrà declinato secondo tre concetti chiave: incontri, natura, solidarietà.
"Conoscere nuove persone, stili di vita, culture e abitudini diverse dalle proprie spiegano i promotori del raduno è una delle caratteristiche dello scoutismo e in particolare del World Scout Jamboree (Wsj)", il quale "incoraggerà incontri tra persone di differente cultura, religione, Paese e contingente. I partecipanti potranno scoprire come uno straniero in realtà altro non sia che un nuovo amico" e "tutti gli aspetti dell’evento, persino le strutture fisiche, sono pensati affinché gli incontri siano possibili e incoraggiati". In secondo luogo la natura, dal momento che "principio essenziale del metodo educativo scout è la vita all’aria aperta". I partecipanti al Wsj "vivranno per due settimane in un campo immenso circondato da alberi e arbusti; l’ambiente naturale sarà strumento di ‘apprendimento’, se ne scoprirà sia la vulnerabilità, sia ciò che come individui possiamo fare per proteggere meglio il mondo in cui viviamo". Infine la solidarietà: "Ogni scout è fratello di tutti gli altri scout, perché parte di un movimento che condivide gli stessi valori di rispetto e solidarietà verso gli altri e verso se stessi. Il Wsj incoraggerà la solidarietà tra scout di ogni età, e promuoverà l’unità tra le organizzazioni scout e i giovani di tutto il mondo nell’ottica di una comune responsabilità nei confronti del mondo e degli altri. Il Jamboree promuoverà il rispetto per l’altro, enfatizzerà l’uguaglianza dei diritti e la pace"; "tutti saranno uguali, indipendentemente dalle loro caratteristiche personali o dalle loro origini".
Mentre i ragazzi e i loro capi stanno raggiungendo la Svezia, il SIR ha intervistato Roberta Vincini, capocontingente italiana dell’Agesci.
Chi partecipa al Jamboree?
"Ogni regione invia un certo numero di delegati. L’idea di fondo è che chiunque partecipa è ‘ambasciatore’del proprio gruppo di appartenenza. Il Wsj, difatti, non è avulso dai percorsi normali dello scoutismo, ma un investimento che tutti i gruppi compiono sia a livello di energie attraverso il cammino di preparazione sia economico".
Quest’evento ha dunque un significato anche per chi non vi partecipa?
"Sì, i frutti si vedono a livello locale, dove l’esperienza viene raccontata e portata nel quotidiano. Chi vi partecipa, inoltre, viene motivato a permanere nel cammino scout e, una volta ritornato, a vivere in modo differente le varie iniziative".
A ospitare il Wsj è la Svezia, non distante dalla Norvegia dove, nei giorni scorsi, un folle ha compiuto una strage di giovani…
"Baden Powell realizzò il primo Jamboree nel 1920, in un mondo a pezzi reduce dalla Prima guerra mondiale. Lui voleva dar vita a un mondo di pace, e quest’intento è ancora oggi alla base dell’esperienza scout. Vogliamo incontrare l’altro e apprezzare le differenze. Gli scout sono presenti in tutti i Paesi del mondo tranne Cuba e la Cina e tutti sono rappresentati al Wsj in Svezia. In più, le organizzazioni scoutistiche espressione delle diverse confessioni religiose sono qui impegnate a mettere in evidenza un’esperienza controcorrente, del vivere non solo rispettando l’altro, ma con la curiosità di conoscerlo. Di fronte a eventi folli come quello che ha colpito la Norvegia lo scoutismo va in un’altra direzione, e in queste occasioni lo dimostra a tutto il mondo".
Pochi giorni dopo la fine del Jamboree, in Spagna il Papa incontrerà i giovani cattolici alla Giornata mondiale della gioventù. L’Agesci vi parteciperà?
"Abbiamo scelto di favorire la partecipazione con le parrocchie e le diocesi di appartenenza, e per questo non saremo presenti a Madrid con un contingente specifico. Diversi assistenti ecclesiastici che adesso sono a Rinkaby con i nostri 29 reparti di formazione (gli italiani esprimono in tutto 36 reparti, di cui 7 del Cngei, ndr), una volta tornati in Italia, ripartiranno con le loro parrocchie, come pure alcuni dei ragazzi tra 18 e 21 anni, che qui fanno parte del gruppo di servizio, si muoveranno poi verso Madrid con le rispettive diocesi".