FRIULI VENEZIA GIULIA
Più “baby parking” e maggior sostegno alle iniziative solidali
In Friuli Venezia Giulia il 2012 si apre all’insegna della famiglia. Molte sono le novità e i benefici che interesseranno in questo nuovo anno i nuclei familiari presenti nella Regione e alcuni sostanziali interventi sono stati introdotti nella Finanziaria regionale 2012. All’interno dell’articolo 8, relativo ad azioni in materia di famiglia, associazionismo e cooperazione, è stato inserito un emendamento a favore dei “baby parking”, prevedendone l’ampliamento delle attività e andando così ad allargare le limitazioni imposte dall’attuale regolamento. Novità anche per i progetti promossi dalle stesse famiglie, organizzati per soddisfare le esigenze legate al vivere quotidiano: sono previste forme di sostegno alle associazioni o cooperative organizzate da nuclei familiari, metodo – si ritiene – utile anche nel momento di difficoltà generale che la società sta attraversando.I “baby parking”: cosa sono e quali le novità? Il “baby parking” non è un asilo nido: differisce da questo perché fornisce solo un servizio per genitori che occasionalmente devono assentarsi e non sanno a chi poter affidare i loro bambini. La struttura, dove non vengono somministrati pasti, può ospitare da un minimo di 10 a un massimo di 25 bambini, con un operatore ogni 10 e deve essere arredata a misura di bimbo. Vi sono delle norme sanitarie e di sicurezza dettate dai regolamenti locali ed è necessario che il responsabile abbia un titolo di studio specifico per svolgere tale attività (diploma magistrale, laurea in scienze dell’educazione o specializzazione nell’assistenza all’infanzia). Solitamente per accedere a queste strutture il bambino deve avere tra i 13 mesi e i 6 anni e può essere ospitato al massimo per 6 ore al giorno. Grazie alla nuova normativa regionale, in Friuli Venezia Giulia tali strutture, limitatamente ai Comuni ad alta densità abitativa (Trieste, Udine, Pordenone, Gorizia, Basiliano, Cervignano, Duino-Aurisina, Monfalcone, Muggia e Tavagnacco), potranno per i prossimi due anni accogliere i piccoli per una durata superiore alle sei ore, anche per quelli di età inferiore ai 13 mesi. Tale iniziativa prende vita dagli scenari che la crisi economica sta creando.La positività dell’iniziativa. “Tutto quello che viene realizzato in direzione della famiglia è positivo”, sottolinea Renzo Boldrini, responsabile della Commissione famiglia e vita della Conferenza episcopale triveneto. “Certamente – prosegue – se un bambino passa più tempo con la propria mamma e il proprio papà è meglio, ma è importante anche la qualità del rapporto tra genitore e figlio e tra gli stessi genitori. Se una madre vive con emotività il distacco, il bambino lo percepisce e lo vive anche lui con maggiore difficoltà; stessa cosa se il rapporto tra mamma e papà presenta discrepanze: un bambino, anche molto piccolo, è in grado di percepire il problema”. Pertanto il servizio di “baby parking” non rappresenta un prematuro allontanamento, salvo che il tempo rimanente sia vissuto in maniera piena e adeguata dai genitori con il proprio bambino. Inoltre, come ricordato da Boldrini, il “baby parking” ricrea un clima non scolastico ma familiare e, ad ogni modo, “è una valida soluzione per le famiglie che in qualche modo si trovano costrette a passare alcune ore lontane dal proprio piccolo”.Novità per le associazioni delle famiglie. Con il nuovo anno è pronta anche una nuova linea d’intervento per la promozione e il sostegno dei progetti promossi dalle famiglie e dalle stesse organizzati per il soddisfacimento di varie esigenze legate alla quotidianità. “La famiglia si rivela una risorsa primaria e insostituibile, grazie alla sua capacità di creare reti di relazioni familiari e sociali e di rispondere a una pluralità di esigenze con iniziative di mutua collaborazione”, dichiara la Regione. Le famiglie, in numero non inferiore a sette e organizzate in forma di associazione o di cooperativa, potranno proporre interventi della durata massima di 12 mesi nell’ambito dei servizi educativi rivolti ai minori e in quello del mutuo-aiuto, come banche del tempo o gruppi di acquisto. Tutti i progetti dovranno essere cofinanziati dai proponenti almeno al 15%, mentre l’aiuto regionale non potrà superare i 30.000 euro. Il fondo messo a disposizione per il primo avvio dell’intervento è di 1,9 milioni di euro, distribuiti con uno specifico bando. “Un’iniziativa di questo tipo è da guardare in modo assolutamente positivo – commenta Boldrini -; la migliore che si potesse pensare. In questo momento le famiglie hanno un problema non solo finanziario ma anche di valore. Progetti come questo offrono la possibilità di aumentare il valore della risorsa famiglia, dell’iniziativa propria, della cooperazione tra persone e della consapevolezza della forza creata dall’unione. L’auspicio è che anche altre Regioni e Comuni prendano spunto da quest’idea”.a cura di Selina Trevisan(17 gennaio 2012)