DIOCESI

Nola. Alla scuola del territorio

La formazione all’impegno politico a confronto con i problemi della gente

Sono oltre 150 le persone, soprattutto giovani, che hanno aderito alla Scuola di formazione socio-politica, avviata in questi giorni dalla diocesi di Nola. “La scelta di far nascere nel nostro territorio tale esperienza formativa – spiega il vescovo di Nola, mons. Beniamino Depalma – deriva dalla convinzione di dover partire dalla formazione per dare risposte concrete di natura sociale e politica. La sfida educativa non riguarda solo i più piccoli, investe prima di tutto gli adulti sia come educatori sia come educandi: i nostri tempi ci dicono che dobbiamo educarci a una cittadinanza attiva ed efficace”.

Servizio al territorio. Il percorso formativo è articolato in quattro moduli – Costituzione italiana, economia e politica, enti locali, dottrina sociale della Chiesa – affidati a docenti universitari ed esperti di settore. Le lezioni si svolgeranno, tutti i lunedì, presso il seminario vescovile di Nola e si concluderanno nel mese di giugno. Alla fine del percorso i partecipanti dovranno presentare un lavoro di approfondimento. “Dobbiamo riscoprire la politica – continua mons. Depalma – come servizio al territorio. Per questo il percorso formativo prevede l’approfondimento e il confronto con importanti figure del panorama storico e politico dell’Italia quali Giorgio La Pira, Vittorio Bachelet, don Luigi Sturzo e Alcide De Gasperi. La politica è stata definita da Paolo VI come ‘la più alta forma di carità’: gli uomini che ho nominato sono efficace testimonianza della verità di quelle parole”. Secondo il vescovo, “di fondo ad atteggiamenti concreti c’è uno sforzo univoco, senza fraintendimenti, per la ricostruzione di un tessuto di legalità nelle città. Insomma gli spazi educativi sono spazi di una ritrovata collaborazione e di una necessaria condivisione di problemi e di risorse”. Da questo punto di vista, osserva il vescovo, “la comunità cristiana è chiamata a essere un punto di partenza di una fitta rete, che da un lato valorizza l’apporto dell’associazionismo cattolico, dall’altro si avvalga del vissuto ordinario delle famiglie, delle comunità scolastiche, delle agenzie del tempo libero, delle realtà del Terzo settore e della società civile, delle istituzioni”.

Combattere tanti problemi. La Scuola diocesana di formazione all’impegno socio-politico si prefigge, dunque, di contribuire all’edificazione di una cittadinanza attiva, educata ai valori della Costituzione italiana e del Magistero sociale della Chiesa. Tale obiettivo è perseguito mediante un’offerta formativa finalizzata a dotare i partecipanti delle necessarie conoscenze e competenze, per comprendere la realtà politica ed economica e operare in essa. Sono previste anche esperienze concrete riguardo ai quattro moduli. “Lo scopo della Scuola – chiarisce don Aniello Tortora, direttore dell’Ufficio diocesano per i problemi sociali e il lavoro – è mettersi al servizio del territorio, per affermare i valori della legalità, della solidarietà, del bene comune, della politica come servizio. Il nostro pensiero è lavorare più nel prepolitico, formare le coscienze, educare alla fede integrale e, quindi, coinvolgere tutta la persona anche nell’impegno sociale. L’intenzione finale è riunire le forze per agire per il bene del territorio”. Sono tante, infatti, le problematiche che affliggono l’area del Nolano: “Il precariato del lavoro, l’illegalità diffusa, il problema dei rifiuti, l’usura, la povertà spirituale – ricorda don Tortora –. Rispetto a quest’ultimo aspetto, se è vero che la crisi economica ha creato sacche di povertà ancora più gravi, quello che preoccupa e sul quale deve intervenire anche la Chiesa sono l’impoverimento delle relazioni tra le persone, i matrimoni che falliscono, i giovani che non credono più nel futuro”.

Osservatori cittadini. I problemi sono tanti, ma quello che preme alla diocesi è “il risveglio dell’impegno sociale del cristiano, la dimensione politica e non partitica. Essere presenti nella società, nel mondo del lavoro, nell’economia, nella politica”, sottolinea il sacerdote. Per realizzare questo fine, “l’obiettivo della Scuola – precisa don Tortora – è anche creare degli osservatori cittadini, grazie ai quali le comunità cristiane saranno chiamate ad analizzare la realtà del territorio per immettere i principi di solidarietà e per denunciare le cose che non vanno. Essere più attenti al territorio: questo è l’intento, ma solo a fine corso si deciderà come tradurre concretamente l’esperienza della Scuola”. Il direttore dell’Ufficio per i problemi sociali e il lavoro è soddisfatto anche della risposta all’iniziativa: “Ci fa piacere che ci siano tanti giovani, c’è voglia di partecipare e di essere attivi sul territorio. C’è una domanda da parte della comunità e la Chiesa sta rispondendo. C’è tanto entusiasmo. Abbiamo pure intenzione di far sviluppare ai partecipanti un lavoro di gruppo con proposte concrete attente alle problematiche del territorio”. Anche la scelta di presentare figure come De Gasperi, Sturzo, Bachelet, è importante, secondo don Tortora: “Conoscere meglio cattolici impegnati in politica e nel sociale che hanno vissuto quei valori è esemplare anche per noi”.