Napoli ci prova
In vista del X Forum internazionale dell’informazione per la salvaguardia del Creato, promosso da Greenaccord a Napoli dal 6 al 9 novembre, parte un progetto di educazione ambientale che coinvolge gli istituti superiori del capoluogo e, in particolare, gli studenti delle quarte e delle quinte classi. il Forum ospiterà anche cinquanta studenti di dieci istituti superiori della Campania
Un futuro senza rifiuti. Un’utopia? Se ne parlerà durante il X Forum internazionale dell’informazione per la salvaguardia del Creato, promosso da Greenaccord a Napoli dal 6 al 9 novembre. Nei quattro giorni si proverà a far diventare il capoluogo partenopeo la capitale del “mondo a rifiuti zero”. Ed è una scommessa veramente interessante quella di Greenaccord, visto che negli ultimi anni Napoli per troppe volte è arrivata alla ribalta internazionale proprio per i cumuli di rifiuti nelle strade. Per voltare pagina è necessario un cambiamento della mentalità, con il coinvolgimento della gente. Greenaccord anche su questo scommette. Infatti, assieme a scienziati e giornalisti, il Forum ospiterà anche cinquanta studenti di dieci istituti superiori della Campania. Di questo si è parlato durante la conferenza stampa di presentazione del Forum, che si è tenuta nel capoluogo partenopeo mercoledì 30 ottobre. Al Sir Alfonso Cauteruccio, presidente di Greenaccord, ha offerto maggiori dettagli del progetto riguardante le scuole.
Educazione ambientale. “Il ministero dell’Ambiente – ci ha spiegato Cauteruccio – ci ha commissionato un progetto di educazione ambientale, che coinvolge gli istituti superiori di Napoli e, in particolare, gli studenti delle quarte e delle quinte. Quindi, ragazzi più grandi e preparati. La finalità è far sì che questi studenti entrino in diretto contatto con esperti internazionali di grande calibro e con giornalisti professionisti: il tutto per capire più da vicino il mondo variegato dei rifiuti e conoscere quali sono le punte più avanzate della ricerca per quanto riguarda la gestione dei rifiuti, la prevenzione e il ciclo chiuso della filiera dei rifiuti”. A selezionare i cinque studenti per ogni scuola sono stati “il preside e i professori di ciascun istituto. Uno o più tutor, poi, accompagnerà i ragazzi al Forum”.
Da studenti a portavoce. Gli studenti, chiarisce il presidente di Greenaccord, “parteciperanno a tutte le sessioni del Forum, potranno fare domande, realizzare report”. Sarà particolarmente interessante l’appuntamento di venerdì 8 novembre, “quando gli studenti saranno accompagnati a visitare un impianto in Campania, dove si ricicla il gas nocivo che si genera nelle discariche per produrre metano ed energia elettrica. È un modo per pulire l’aria dal gas maleodorante, che viene così sfruttato a fini benefici”. Alla fine del Forum, prosegue Cauteruccio, “gli studenti diventeranno portavoce di quanto hanno appreso condividendo la loro esperienza con i loro compagni di classe e con le famiglie”. Inoltre, “le informazioni acquisite durante i quattro giorni di convegno serviranno per realizzare degli elaborati multimediali che dovranno presentarci e che saranno valutati da una giuria composta da rappresentanti del ministero dell’Ambiente, dal direttore scientifico di Greenaccord, dal provveditore alle scuole della Campania e da due giornalisti appartenenti alla rete internazionale Greenaccord”. La giuria decreterà i due migliori elaborati. I vincitori saranno premiati in un successivo evento pubblico realizzato a Napoli. Gli studenti riceveranno un iPad. “Tutti i lavori – garantisce il presidente di Greenaccord – saranno, comunque, pubblicati sul sito del ministero dell’Ambiente e proposti alle altre scuole come esempi positivi di educazione ambientale”.
Lavori multimediali. Secondo Cauteruccio, “i lavori multimediali potranno riflettere una visione ottimistica, valorizzando le buone prassi e gli aspetti positivi già esistenti; oppure una pessimistica, sottolineando quello che non funziona ma anche prendendo spunto da quello che si fa in altre parti del mondo per risolvere gli stessi problemi. Auspichiamo, infatti, che i lavori multimediali possano avere ricadute positive sul territorio”. Infatti, osserva, “i rifiuti possono essere un bene, se gestiti in modo adeguato. Non basta la raccolta differenziata anche all’80% se poi non c’è una filiera che si fa carico di tutto quello che viene riciclato. L’uomo ha inventato gli scarti, in natura non ci sono: allora, dobbiamo imitare la natura, cioè arrivare a un ciclo chiuso dove tutto ha una sua funzione e collocazione. Solo una parte piccolissima, intorno al 20 o al massimo al 30% dovrebbe essere portato in discarica o all’inceneritore. Una quantità così bassa è gestibile da qualsiasi amministrazione. Percentuali più alte no e purtroppo lo vediamo!”. a cura di Gigliola Alfaro