Campania

Una Consulta per i minori

Istituita per la loro “promozione e tutela”, ma rischia l’inefficacia

Nella Giornata internazionale per l’infanzia e l’adolescenza, mercoledì 20 novembre, il Consiglio regionale della Campania ha approvato all’unanimità la proposta di legge che istituisce la Consulta regionale per la promozione e la tutela dei diritti dei minori, al fine di consolidare e rafforzare le azioni a favore dei minori, in stretto raccordo con l’Ufficio del garante per l’infanzia e l’adolescenza e con l’Ufficio di presidenza del Consiglio regionale, e al fine di promuovere la sinergia tra le istituzioni coinvolte nella difesa dei diritti dei bambini. La Consulta ha compiti di consulenza sulle problematiche del mondo infantile, di promozione e diffusione di una cultura ispirata alla convenzione Onu sui diritti dell’infanzia, di formazione per il miglioramento delle relazioni adulto-bambino, di ricerca e monitoraggio sul disagio minorile in Campania, di partenariato in progetti operativi e campagne di sensibilizzazione.

Alcune criticità. “L’istituzione della Consulta identifica nella promozione della persona umana, nel caso specifico il minore, la sua ragione d’essere e i suoi obiettivi. Quindi, non può che essere condivisa e accolta con favore”, dicono Giovanna e Giuseppe Galasso, responsabili regionali del settore Famiglia e vita della Conferenza episcopale campana. Non mancano, però, alcune criticità: “I problemi che attanagliano i minori hanno nell’assenza della stabilità familiare il loro elemento scatenante e aggravante. Eppure, nella legge una sola volta viene menzionata la famiglia quando si elencano le ragioni del disagio per affermare che essa non svolge il suo ruolo educativo e sociale”. Per i coniugi Galasso, “sarebbe stato più giusto formulare l’obiettivo di promuovere il minore garantendo anche la promozione della sua famiglia”. Il disagio “può essere arginato con interventi specifici e professionali, ma anche e soprattutto con la riaffermazione di quanto bene sia per il minore avere una famiglia in grado di prendersi cura di lui. Un nucleo familiare stabile, fondato sul valore del matrimonio, immette nella società germi di umanità capaci di contrastare il disagio”. L’auspicio è “la Consulta non resti chiusa nel palazzo istituzionale, ma che sia itinerante e possa creare occasioni di ascolto di associazioni e famiglie che, vivendo ogni giorno il disagio, possiedono già le risposte necessarie”.

Il rischio dell’inefficacia. Marianna Giordano, referente regionale Cismai (Coordinamento italiano dei servizi contro il maltrattamento e l’abuso all’infanzia) Campania, apprezza “l’idea di una Consulta”, tuttavia segnala “diversi punti fragili che rischiano di renderla non efficace”. Innanzitutto, “mentre nella premessa della legge si evidenziano tra i problemi in espansione il maltrattamento e l’abuso all’infanzia, nelle funzioni della Consulta non si prevede uno specifico monitoraggio, fermandosi all’espressione generica di disagio minorile”. Al contrario, “è necessario conoscere in modo diretto il fenomeno del maltrattamento per poterlo prevenire e contrastare”. In secondo luogo, “non si esplicita la centralità delle risorse: ma non si può pensare a un reale contrasto dei fenomeni, senza che la Regione e i Comuni reinvestano nei servizi per l’infanzia”. Non solo: “Molti servizi di terzo settore hanno dovuto chiudere per i ritardi nei pagamenti e l’assenza di risorse che hanno strangolato le piccole imprese sociali ed enti che li gestivano: ciò è grave ed è strettamente connesso all’assenza d’investimenti per l’infanzia in questi anni”. Ma da anni è anche “molto grave la situazione dei servizi pubblici sociali e sanitari, sistematicamente sotto organico e quindi omissivi sul fronte della tutela e cura istituzionale dei bambini, in particolare di quelli vittime di maltrattamenti e dei loro genitori vulnerabili”. Infine, “nella composizione della Consulta sono totalmente assenti i punti di vista di Coordinamenti nazionali con esperienze specifiche nella tutela come il Cismai o nella prevenzione ed educazione territoriale e familiare come il Cnca”.a cura di Gigliola Alfaro(29 novembre 2013)