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Rapporto dei “Professionisti per l’etica” sulla legge per la qualità educativa
L’associazione spagnola “Professionisti per l’etica”, impegnata da 7 anni in attività a favore della libertà di insegnamento, ha reso noto, in questi giorni, il Rapporto “Libertà di insegnamento ed educazione ai valori”, nel quale valuta alcuni aspetti della Legge organica per il miglioramento della qualità educativa (Lomce), recentemente approvata a Madrid. La breve pubblicazione affronta tre aspetti: la scelta della scuola e del modello pedagogico, il diritto a ricevere l’insegnamento in castigliano e l’educazione ai valori. “Professionisti per l’etica” è un’associazione nata in Spagna nel 1992, dopo la Gmg celebrata a Czestochowa (Polonia) nell’agosto 1991, per una presenza nella vita pubblica, come cittadini e professionisti, a partire dalla proposta cristiana sulla persona e il bene comune. Luci e ombre della legge. Relativamente alla libertà di insegnamento risultano positive l’inclusione dell’educazione differenziata per sessi e l’introduzione di una certa flessibilità nella configurazione dell’offerta formativa e nel disegno dei metodi pedagogici propri delle scuole. Nonostante ciò, gli accordi educativi continuano a essere sottoposti ai criteri e alle normative delle comunità autonome. In questo modo non è garantito in assoluto il diritto dei genitori a scegliere la scuola che preferiscono per i loro figli. In tal senso, la Lomce ha sprecato – secondo “Professionisti per l’etica” – l’occasione “per garantire una vera libertà di insegnamento, mettendo fine alla contrapposizione pubblico-privato e accogliendo modelli nei quali i genitori siano realmente protagonisti” dell’educazione dei propri figli. Il diritto-dovere a conoscere, studiare e apprendere in castigliano nella legge “viene affrontato in modo così debole e ambiguo che, lungi dall’essere garantito, viene posto alla mercé di governi e legislazione delle autonomie”. Nelle comunità che hanno una seconda lingua ufficiale il diritto a studiare e apprendere in castigliano viene sistematicamente violato, denuncia l’associazione; situazione di cui la Lomce “avrebbe dovuto prendere atto e risolvere in maniera più organica”. No a strumenti ideologici. Per l’educazione ai valori risulta positiva la sparizione dal sistema educativo spagnolo dell’area dell’Epc (Educacion para la ciudadania, Educazione alla cittadinanza), visto che né lo Stato, né l’amministrazione educativa possono imporre valori obbligatori agli alunni. Al contrario, per dare attuazione all’articolo 27, 3° comma, della Costituzione “si deve garantire ai genitori il diritto di educare i figli secondo le proprie convinzioni”. Tuttavia la Lomce non risolve la situazione delle migliaia di alunni obiettori all’Epc, che sono stati sospesi per ragioni di coscienza. Per quanto riguarda le materie denominate “Valori sociali e civici” e “Valori etici” dovrebbero limitarsi a descrivere e spiegare, sempre secondo il rapporto, concetti ed elementi di sociologia, diritto, politologia e filosofia, adattati a ogni fase di età e al mondo di oggi, senza imporre “come inconfutabili” valori, idee, credenze o ideologie soggette a discussioni e opinioni. Benché ancora non sia stato reso pubblico il contenuto di entrambe le materie, “è prevedibile che le comunità autonome lo utilizzino come strumento ideologico”. I genitori e la società in generale dovranno vigilare sui contenuti, sui criteri di valutazione e gli standard di apprendimento delle nuove materie scolastiche. Una riforma solo parziale. Infine, il Rapporto afferma che “è bene ricordare che la libertà di insegnamento è unica e ha varie dimensioni: creazione e scelta di centri educativi e di modelli pedagogici; diritto e dovere di studiare e apprendere in spagnolo; libertà di educare i propri figli nel proprio credo e convinzioni morali e religiose”. È desiderabile che “la libertà non sia frammentata in funzione di interessi corporativi ideologici o politici. Quando ciò accade, si colpiscono diritti fondamentali di tutti i cittadini”. Inoltre, “è deludente il fatto che la Lomce sia soltanto una riforma parziale della Legge organica sull’educazione (Loe)”, voluta dall’ex premier Zapatero, “e consolidi le basi delle leggi socialiste in materia di educazione tuttora vigenti, nei cui principi pedagogici risiede la causa principale del fallimento dell’educazione in Spagna”. “Sono balzate agli occhi – affermano i Professionisti per l’etica – sia l’incapacità mostrata dal governo del Partito popolare nel gestire adeguatamente il processo di elaborazione e comunicazione di questa riforma educativa, sia l’irresponsabilità della maggior parte dell’opposizione politica e sociale, che non ha portato una sola proposta per migliorare l’educazione in Spagna”.