Campania

Rifiuti, prendere coscienza

Due provvedimenti della Giunta regionale: è già qualcosa, ma non basta

La Giunta regionale della Campania ha adottato, l’11 aprile, due provvedimenti nel campo dei rifiuti. Innanzitutto, è di oltre un milione di euro la somma, proveniente dall’applicazione del tributo speciale per il deposito in discarica dei rifiuti solidi, attribuita alle amministrazioni provinciali della Campania. Con questo stanziamento le amministrazioni provinciali potranno finanziare interventi in campo ambientale finalizzati a diminuire la produzione dei rifiuti, a bonificare e risanare aree degradate. Sono stati pubblicati, poi, sul Bollettino ufficiale lo schema generale del protocollo d’intesa tra la regione Campania, Campania Ambiente e Servizi spa e le amministrazioni territoriali competenti, per le iniziative relative a opere per il risanamento ambientale del territorio e lo schema tipo di convenzione tra i Comuni dell’Ato per l’esercizio in forma associata del servizio di gestione dei rifiuti. I Comuni hanno trenta giorni di tempo per approvare lo schema di Convenzione.

Un paradosso. “Paradossalmente, l’attenzione per la salvaguardia e la tutela del territorio, proviene ora da una tassa, che i contribuenti hanno dovuto pagare nell’ultimo decennio. Siamo, infatti, anche per la nostra Regione, di fronte agli effetti economici di una legge del 1995, la n. 549, con la quale veniva istituita la cosiddetta ‘ecotassa’ a favore delle Regioni”, osserva Pasquale Giustiniani, titolare della cattedra di bioetica nel dipartimento di giurisprudenza della Seconda Università degli studi di Napoli. Si tratta di “un tributo speciale per il deposito in discarica dei rifiuti solidi. Tributo che dev’essere perciò versato dai gestori d’impianti di stoccaggio definitivo dei rifiuti senza recupero di energia, dai gestori e proprietari di terreni che hanno discariche abusive”. L’obiettivo della legge era ed è, dunque, “quello, in negativo, di disincentivare la produzione di rifiuti e, in positivo, di recuperare da essi energia, di bonificare siti e aree contaminate o degradate”. Sono, insomma, “soldi provenienti da ‘tasse speciali’, applicate a territori in cui avviene ancora il conferimento in discarica di rifiuti e, quindi, è ancora difettosa la raccolta differenziata. Più soldi di ecotassa sono sbloccati, più è segno che in quella zona provinciale non si riescono a raggiungere soddisfacenti aliquote di raccolta differenziata”.

Primi passi. Per Giustiniani, è interessante “la pubblicazione dello schema generale del protocollo d’intesa tra Regione, Campania Ambiente e Servizi spa e le amministrazioni territoriali competenti, nonché dello schema tipo di convenzione tra i Comuni dell’Ato per l’esercizio in forma associata del servizio di gestione dei rifiuti”. Sono “i primi passi, burocratici per ora – ma i tempi imposti ai Comuni sono assai stretti, pena il commissariamento -, per finanziare le attività di differenziazione dei rifiuti abbandonati, sostenere le indagini volte ad accertare l’eventuale superamento dei valori di attenzione e l’eventuale ri-funzionalizzazione delle aree oggetto di intervento”. Come a dire, spiega, che, “anche la cosiddetta Terra dei fuochi potrà essere costantemente monitorata, insieme con gli altri siti campani ormai ben identificati, dove persiste l’abbandono dei rifiuti e dei materiali potenzialmente inquinati”.

Prendere coscienza. Di tutt’altro avviso è don Aniello Tortora, direttore dell’Ufficio per i problemi sociali e lavoro, giustizia e pace, salvaguardia del creato della diocesi di Nola: “A me sembra che questi provvedimenti non risolvano il problema rifiuti, ma è già qualcosa, vista la pressione dell’opinione pubblica e dei vari comitati di base”. Per il sacerdote, “né l’esercito, né provvedimenti-tampone risolveranno la questione. Tutti dobbiamo prendere coscienza della questione ambientale: le Istituzioni devono essere più vigili e presenti, non essere complici con il malaffare, gli imprenditori del Nord non devono più sversare nelle nostre terre, con la complicità della camorra e dei proprietari delle nostre terre. È necessario bonificare il territorio (ma attenti alla camorra!), e, come si sta già facendo, individuare veramente le zone a rischio e impedire la coltivazione dei terreni”. Comunque, “la raccolta differenziata è fondamentale”. E in questo “la Chiesa è sempre in prima linea per la formazione delle coscienze”.