BUONE PRATICHE
Protagonisti gli studenti dell’Ipia di Miano, che fanno parte del gruppo ”Dignità e bellezza”
Ignoranza, rifiuti, paura, pizzo, droga, inganno, indifferenza… No, grazie! Coerenza, riscatto, futuro, speranza, coraggio, dignità, bellezza… Sono queste le parole chiave, anzi gli atteggiamenti giusti, per sconfiggere il "cancro" della camorra. Lo spiegano, in modo eloquente, gli studenti dell’Ipia di Miano, che fanno parte del gruppo "Dignità e bellezza", in un video nel quale fanno sentire il loro grido di dolore e di protesta verso un mondo in cui vige ancora la legge del più forte: "Io non ci sto", cantano i ragazzi su una musica coinvolgente. La scuola, che è un Istituto professionale statale per l’industria e l’artigianato, si trova al crocevia dei quattro quartieri "più malfamati di Napoli" (Scampia, Secondigliano, Miano e San Pietro a Patierno), come spiega Fedele Salvatore, docente di religione e tutor del gruppo, che oggi conta una cinquantina di studenti di diverse classi dell’Istituto. All’iniziativa collaborano anche altri professori: Carlo Piciocchi, Ennio Petricciuolo ed Enzo Di Falco, questi ultimi due adesso in pensione, ma sempre disponibili a dare una mano ai colleghi e ai ragazzi. Metterci la faccia. "Il gruppo Dignità e bellezza è attivo nella nostra scuola da diversi anni, ma una data significativa è il 24 maggio 2012, quando siamo stati invitati a Palermo dal ministero dell’Istruzione a inaugurare il giardino della memoria intitolato a Ninni Cassarà – afferma Salvatore -. In quell’occasione siamo andati a Cinisi, il paese di Peppino Impastato. L’anno prima, infatti, avevamo visto il film I cento passi’ ed eravamo stati colpiti da ciò che Impastato dice a un suo amico, riprendendo una celebre frase di Dostoevskij: la bellezza salverà il mondo’. Noi abbiamo associato il concetto di bellezza a quello di dignità". Per mostrare "un volto diverso da quello più conosciuto di queste zone (delinquenza, sparatorie, lotte tra i clan, droga)" ci vuole un’idea forte: "Così abbiamo deciso di realizzare con un nostro amico, Bruno Troisi, musicista e film maker, il video: Io non ci sto’". Tutta l’operazione ha un preciso significato: "Davanti alla camorra io voglio metterci la faccia nel dire di no". Potrebbe sembrare una cosa facile, "ma non lo è per chi vive in questi quartieri e frequenta la scuola", chiarisce il professore. Grazie all’iniziativa il gruppo, tra le altre cose, è andato ad aprire l’anno scolastico a Roma su invito del presidente della Repubblica ed è ora finalista con il video al Film Festival di Carate Brianza. Ma l’aspetto più importante è che "ci sono ragazzi e ragazze che identificano in questo gruppo la loro voglia di emancipazione, di libertà, di crescere in un modo diverso rispetto agli stereotipi che la camorra ci passa". Piccoli passi. "Il primo sentimento che qui si vive è la paura: le persone stanno in silenzio per paura. Anche a scuola facciamo questa esperienza: ad esempio, ci sono episodi di bullismo. Ma noi non vogliamo stare in silenzio per gridare contro i prepotenti", dice Antonio Maisto, uno degli studenti protagonisti di "Io non ci sto". Gianluca Di Marino è stato vittima di un bullo nella scuola: "Per paura non riuscivo a ribellarmi. Quando sono entrato nel gruppo Dignità e bellezza, sono stato sostenuto da tutti e ho imparato a non avere paura delle violenze che subivo". Ma a scuola gli altri come hanno giudicato il video? "Molti ci prendono in giro – risponde Antonio – perché è impensabile che un gruppo di giovani possa fermare la camorra". "Noi non abbiamo l’illusione di sconfiggere la camorra – precisa il tutor -, ma vogliamo sconfiggere i nostri atteggiamenti prepotenti e la piccola violenza che serpeggia attorno a noi". Adesso il gruppo ha anche un altro obiettivo: intitolare la scuola ad Attilio Romanò, una vittima innocente della camorra, ucciso per errore qualche anno fa mentre era a lavoro. "Attilio era un ragazzo onesto e serio, che lavorava con impegno e non aveva niente a che fare con la camorra", dice la studentessa Diletta Dono. Dunque, "un esempio positivo da ricordare". Non a caso, nei giardini fuori alla scuola sono state piantate delle querce, una delle quali dedicata proprio a Romanò. La Cattedra della cittadinanza. "Già da alcuni anni la scuola porta avanti attività di educazione alla cittadinanza e legalità; poi abbiamo creato la Cattedra, nella quale abbiamo coinvolto innanzitutto i ragazzi che desiderano prendere un impegno serio verso la città", racconta il dirigente Saverio Petitti. "Questa iniziativa – afferma lo studente Alfonso D’Orsi – nasce come un nuovo modo di fare lezione. Il sabato, all’incirca ogni due o tre settimane, riflettiamo tutti insieme, con le classi a cui ciascuno studente appartiene, su un tema: ad esempio, quest’anno abbiamo riflettuto su shoah, vittime delle mafie, violenza sulle donne, diversità. Prima vediamo un film e poi c’è un confronto sul tema affrontato nella pellicola". Le novità non sono finite: "Quest’anno – dichiara Salvatore – l’Osservatorio sulla legalità dell’Istituto San Pio V di Roma ha voluto finanziare la realizzazione di un nuovo video, sequel di Io non ci sto’, che dovrebbe essere pronto per maggio". "La mia collaborazione con il gruppo è partita con i due video che hanno preceduto Io non ci sto’: uno sulla raccolta differenziata e l’altro sulla Costituzione. Per tutti e tre io ho offerto la mia supervisione – spiega Bruno Troisi, autore delle musiche e della regia -. Il nuovo video vuol far emergere il positivo: vogliamo far vedere il bello che c’è nelle nostre zone, come il Carnevale di Scampia, le attività di tante associazioni presenti sul territorio, il volontariato". Altre iniziative del gruppo sono la bacheca "Dignità e bellezza" dove sono annunciate tutte le varie iniziative, un progetto di raccolta differenziata per la carta, l’aiuola della memoria e dell’impegno con quattro alberi piantati a gennaio.
Gigliola Alfaro
(23 aprile 2014)