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Il Giornalino. Questi novant’anni dalla parte dei ragazzi italiani

Nella copertina del primo numero (anno 1924) c’è un prato, con cinque ragazzini in primo piano. Una mostra ”dedicata”, nell’ambito di Napoli Comicon, al settimanale illustrato per i giovanissimi più longevo d’Europa. Una miscela di avventura, fumetto ed educazione. Ne parla il direttore, padre Stefano Gorla che si interroga anche su cosa offrire alla generazione dei ”nativi digitali”

Novant’anni di storia raccontati attraverso una mostra e un catalogo. Al Giornalino, nato a ottobre 1924 per volontà di don Giacomo Alberione, Napoli Comicon, alla Mostra d’Oltremare, nel capoluogo partenopeo, ha dedicato la mostra “Il glorioso Giornalino: 90 anni di educazione e avventura a fumetti”. Al settimanale illustrato per ragazzi più longevo d’Europa è dedicato anche un ampio saggio, riccamente illustrato, nella collana “I Libri di Comicon”. La mostra e il libro vanno di pari passo nel delineare cronologicamente e tematicamente l’importanza del settimanale d’ispirazione cattolica nello sviluppo della cultura del nostro Paese e dell’educazione di tanti appassionati. Un percorso lungo quasi un secolo che accompagna i grandi passaggi storici dell’Italia, dalla dittatura fascista all’epoca attuale digitale. Un viaggio lungo novant’anni. Il manifesto che pubblicizza l’iniziativa mette in bella mostra il coniglio rosa, Pinky, con un sorriso smagliante e un mazzo di rose rosse. I novant’anni del settimanale per ragazzi sono raccontati attraverso una serie di pannelli tematici. Il viaggio comincia dall’intuizione di don Giacomo Alberione e dalla fondazione della Società San Paolo, che ancora oggi edita la rivista, e passa in rassegna l’infinita galleria di personaggi originali del Giornalino, da Pinky a Larry Yuma, dal commissario Spada a Capitan Erik, da Pon Pon a Petra chérie, ai quali si affiancano quelli su licenza (spesso disegnata da autori del Giornalino), come gli Hanna&Barbera e i Looney Tunes, e ancora Asterix, Lucky Luke, Popeye, i Puffi, le Winx. Senza dimenticare le riduzioni a fumetti di classici della letteratura, come i Promessi Sposi, e le versioni ironiche della Divina Commedia. Ne sono autori nomi del fumetto italiano come Dino Battaglia, Luciano Bottaro, Giorgio Cavazzano, Gianni De Luca, Gino Gavioli, Benito Jacovitti, Massimo Mattioli, Attilio Micheluzzi, Ferdinando Tacconi, Sergio Toppi, Sergio Zaniboni.

Dalla parte dei ragazzi. “Noi siamo da novant’anni dalla parte dei ragazzi facendo avventura, fumetto e educazione – dice al Sir padre Stefano Gorla, direttore del Giornalino -. Il focus è sui ragazzi proprio come nostra filosofia. Nella copertina del primo numero del 1924 c’è un prato, con cinque ragazzini in primo piano. Il Giornalino nasce come settimanale illustrato, prima di Famiglia Cristiana. Don Alberiore, volendo arrivare alle famiglie, parte dai ragazzi e fa uno sforzo direi ‘industriale’ perché si parte con un giornale in bicolore. Questa sensibilità dei linguaggi diversi e dell’attenzione ai ragazzi ci ha accompagnato sempre e continua a farlo”. Il Giornalino ha utilizzato sempre linguaggi molto articolati. “Adesso – fa notare padre Gorla – c’è una grande rilevanza nel mondo del fumetto della graphic novel o graphic journalism. Ma sul Giornalino, già nel novembre 1924, c’è un racconto grafico: non è un fumetto di fantasia, ma un fumetto di realtà, che racconta un episodio avvenuto con animali da circo. Così negli anni Settanta, attraverso la serie del commissario Spada, abbiamo dato gli strumenti per interpretare la realtà per quanto riguarda il terrorismo, di sette, di demoniaco, di comunità hippy, in tempo reale”. Così precedentemente, ad esempio, era stata raccontata la resistenza.

Educare divertendo. Anche oggi il Giornalino utilizza una pluralità di linguaggi, dal fumetto all’illustrazione e ai testi. “Il segreto – spiega il direttore – è essere semplici senza essere banali e non dare mai nulla per scontato perché i nostri più vecchi forse sono nati nel 2000. Noi utilizziamo alcuni elementi di curiosità come porta d’ingresso all’approfondimento. Abbiamo parlato di Malala, la giovane studentessa e attivista pakistana impegnata per l’affermazione dei diritti civili e all’istruzione, e l’abbiamo fatto attraverso testi molto agevoli, foto e una pagina di fumetto in cui si raccontava la sua vita”. In un’epoca in cui i destinatari sono ormai i “nativi digitali”, “ciò che fa la differenza non è la piattaforma che si utilizza, ma le cose buone. Ai ragazzi bisogna dare buoni giornali, buoni fumetti, buoni videogiochi, buoni film, buona rete. Il Giornalino si pone in questa prospettiva”. Il target del settimanale sono i ragazzi tra gli 8 e i 12 anni. Guardando al futuro padre Gorla vede per il Giornalino “alcuni dati di costanza”: “Sempre dalla parte dei ragazzi, alla ricerca di quei linguaggi e tematiche che, dal nostro punto di vista, ci permettono di educare divertendo e, dal punto di vista dei ragazzi, forniscono degli strumenti ludici e narrativi per interpretare la realtà. Noi siamo dei fratelli maggiori che accompagnano i ragazzi per un pezzo di strada”.