Famiglia in Europa
Ipf anticipa al Sir gli esiti del Rapporto 2014. Un quadro piuttosto fosco. “Servono forti scelte politiche”
L’Istituto di politica familiare (Ipf), organizzazione civile indipendente senza scopi di lucro, nata in Spagna nel 2001 e che opera con uno sguardo internazionale per la promozione e la difesa della famiglia, presenterà prossimamente al Parlamento europeo il “Rapporto sull’evoluzione della famiglia in Europa 2014”. Il quadro che ne emerge, come anticipa a Gigliola Alfaro per Sir Europa, il presidente dell’Ipf, Eduardo Hertfelder de Aldecoa, non è rassicurante: l’Europa è investita da un inverno demografico, da una pesante crisi dei matrimoni e da poche politiche di sostegno alla famiglia.
Presidente, quale fotografia emerge della famiglia in Europa a partire dal nuovo rapporto?
“Oggi l’Europa è una società vecchia, senza bambini, sia per il calo delle nascite sia per l’aumento degli aborti, con case vuote, con sempre meno matrimoni e sempre più separazioni e con famiglie spesso insoddisfatte per la mancanza della conciliazione tra vita lavorativa e domestica. L’Europa si sta trasformando, in definitiva, in una società di individui, senza interrelazioni”.
Quali sono gli elementi più preoccupanti?
“Possiamo segnalare, da una parte, il deficit di natalità e la quantità di aborti esistente. Dall’altra parte, il calo del numero dei matrimoni e l’aumento delle coppie non stabili, così come l’incremento delle rotture familiari e la natalità fuori dal matrimonio. Inoltre, ci sono considerazioni di tipo culturale, giuridico e sociale che stanno creando condizioni ambientali contrarie a matrimonio, famiglia e vita”.
Quali sono i Paesi in cui la famiglia è più in difficoltà?
“I politici e le amministrazioni non tengono in conto la famiglia; la considerano una questione minore. Ecco perché non c’è ancora una sensibilità verso l’istituzione familiare, verso la sua funzione sociale né verso le problematiche che è costretta ad affrontare. Questo fa sì che esistano enormi differenze a livello economico nel trattamento delle famiglie tra i vari Paesi. Mentre alcuni Stati puntano sulla famiglia, come la Danimarca e il Lussemburgo, altre nazioni come la Lettonia e la Repubblica ceca destinano alla famiglia aiuti molto scarsi. Ci sono poi Paesi che non solo non hanno sviluppato una politica di sostegno alla famiglia, ma hanno promosso leggi e misure contro la famiglia e la vita. È il caso della Spagna”.
Prima diceva che sono in aumento divorzi e separazioni…
“Sì. Ci sono quasi un milione di divorzi all’anno. Significa che c’è un divorzio ogni trenta secondi, più di 2.650 divorzi al giorno. Ma l’aspetto più preoccupante è che il numero dei divorzi è aumentato del 24% negli ultimi venti anni. Inoltre il numero dei matrimoni è in discesa, con una perdita di un milione di matrimoni dal 1980”.
Anche gli aborti sono in crescita?
“Nel 2012 sono stati fatti 1.083.306 aborti: ogni giorno 2.968 bambini non sono nati in Europa per l’aborto, cioè 124 interruzioni di gravidanza ogni ora. Non solo: ogni quattro minuti abortisce una ragazza adolescente. Ci sono stati più di 28 milioni di aborti dal 1992. D’altra parte, si sta verificando anche un calo delle nascite, delle quali il 40% sono extra matrimoniali”.
Qual è la situazione degli anziani?
“Ci sono sempre più anziani di età avanzata. L’aumento dei vecchi sta producendo, dal punto di vista economico, un incremento della spesa pubblica. A livello sociale, però, gli anziani stanno svolgendo nuove funzioni sociali e familiari”.
Quanto influisce la crisi economica nelle difficoltà delle famiglie?
“Questo panorama desolante descritto finora è stato aggravato dalla crisi economica che ha colpito fortemente la famiglia. Una crisi economica che, sebbene abbia fatto riscoprire che la famiglia rappresenta un preziosissimo potenziale per la prevenzione e l’ammortizzamento degli effetti drammatici di problemi come la disoccupazione, le malattie o l’alloggio, tuttavia, a causa dell’abbandono da parte delle amministrazioni, ha fatto sì che le famiglie siano state le più danneggiate”.
Quali politiche sarebbero necessarie per sostenere la famiglia, la maternità, la conciliazione dei tempi casa-lavoro?
“Occorre trasformare la famiglia in una priorità politica. C’è bisogno di riconoscere e favorire i diritti della famiglia. Infine, serve introdurre misure che risolvano le principali necessità e ostacoli che incontra oggi il nucleo familiare: il problema della casa, il non poter decidere liberamente e responsabilmente il numero dei figli, la cura dei figli, le spese di educazione, la conciliazione di vita lavorativa e familiare e la stabilità coniugale”.