L'opinione del territorio
“Libertà di espressione, ma anche rispetto degli altri”. I settimanali cattolici, in uscita in questi giorni, riflettono sulle parole del Papa sull’argomento. “Francesco – rilevano le testate Fisc – sostiene che si tratta di coniugare positivamente libertà di espressione e libertà religiosa”
“Una frase che ha fatto il giro del mondo”. I giornali aderenti alla Fisc (Federazione italiana settimanali cattolici), in uscita in questi giorni, parlano dell’eventuale pugno che potrebbe ricevere chi offende la mamma, paragone usato dal Papa per spiegare che è possibile una reazione se si tocca quello che ci sta veramente a cuore. “Francesco sostiene – rilevano le testate Fisc – che si tratta di coniugare positivamente libertà di espressione e libertà religiosa”. Tra gli altri argomenti affrontati dai settimanali: la Giornata della memoria, l’elezione del nuovo presidente della Repubblica, cronaca e vita delle diocesi. Proponiamo una rassegna degli editoriali giunti ad oggi in redazione.
Libertà di religione e di espressione. “Libertà di espressione, ma anche rispetto della sensibilità e del credo degli altri”. Su questo concordano i giornali della Fisc, che riflettono sulle polemiche suscitate da una frase del Papa in risposta a una domanda di un giornalista in volo tra Sri Lanka e Filippine su libertà di espressione e di religione. Vincenzo Rini, direttore della Vita Cattolica (Cremona), sostiene: “Il Papa intendeva sottolineare una sacrosanta verità: ci sono parole, pronunciate o scritte, che di per se stesse, possono provocare gravi reazioni. Per questo è necessario saperle governare. Il tema è, quindi, quello della libertà di stampa, che non può essere svincolata dal dovere della responsabilità. Anche la libertà di espressione ha dei limiti, legati alla libertà degli altri, oltre che alla verità dei fatti”. “Si tratta di capire che la reazione immediata di fronte all’offesa di una persona non è razionalizzabile. Ma non è neanche una vendetta calcolata, come nel caso degli atti terroristici. È un pugno per mettere un accento forte, porre un limite a chi crede di poter offendere impunemente e soprattutto per gioco ironico che vuol significare superiorità intellettuale unita al disprezzo”, spiega Vittorio Croce, direttore della Gazzetta d’Asti (Asti). Francesco Zanotti, direttore del Corriere Cesenate (Cesena-Sarsina), evidenzia che il Papa “parla di libertà di stampa e anche di quella di religione non meno importante della prima. Ci vuole rispetto, fa capire con la similitudine del pugno che uno si può attendere se offende la mamma del suo interlocutore. Capiscono tutti, al volo”. Adolfo Putignano, direttore dell’Ora del Salento (Lecce), osserva: “Francesco rileva la responsabilità di tutti verso la vita e i valori fondamentali, per cui non è mai lecito uccidere per una religione e nello stesso tempo c’è un limite nella provocazione. Proprio nel nome della libertà, uguaglianza e fraternità, egli sottolinea che occorre condividere il rispetto di valori considerati primari e identitari nel profondo del proprio io personale, per cui la libertà di espressione, e quindi di satira con umorismo, battuta, arguzia, derisione, trova un invalicabile confine in rapporto al dileggio, all’irrisione e alla volgarità. Come quando si tratta di affetti e valori cari, quali la mamma o il Dio per cui si spende la vita”. Emmaus (Macerata-Tolentino-Recanati-Cingoli-Treia) rileva: “Papa Francesco, in modo assai plastico (e per questo criticato), parlando a braccio sull’aereo che lo conduceva dallo Sri Lanka alle Filippine, ha detto che la fede non va irrisa. Qualsiasi fede. Un po’ come la mamma. Può essere questo uno dei limiti della libertà d’espressione? Lo è, se chi si esprime ha a cuore la persona e la sua sensibilità, e sa che dicendo certe cose la ferirebbe in profondità. Un limite inaccettabile? Un’autocensura che impedirebbe di affermare importanti verità? Guardi certe vignette e ti domandi quale danno avrebbe avuto il libero confronto delle idee se non fossero state pubblicate”. “Oggi je suis Francesco”, scrive il Popolo (Tortona), a proposito delle polemiche sulla frase del Papa del pugno a chi offende la mamma, osservando che “il pugno è una punizione contro chi si prende gioco della nostra fede. Non per scatenare lo scontro, per usare violenza. Ma per far rientrare il dialogo nello spazio del rispetto”. Anche il Nuovo Diario Messaggero (Imola) riflette su libertà e diritti: “La libertà di religione è un diritto fondamentale dell’uomo. La religione non è una sottocultura, ma pone i fondamenti della vita del credente e quindi non possono essere ridicolizzati. C’è una satira positiva e una negativa, distruttiva come quella che ha provocato la strage di Parigi. Ogni religione ha dignità e difende la vita umana”. Ma, avverte la Cittadella (Mantova), “il dialogo avviene quando gli interlocutori si riconoscono a vicenda: ecco perché si rende sempre più necessaria una legge generale sulla libertà religiosa, che manca in Italia, che stabilisca diritti e doveri delle confessioni, compresa l’islamica”. Per Luca Rolandi, direttore della Voce del Popolo (Torino), “oggi più del passato, in un contesto di secolarizzazione spinta, di convivenza multiculturale e interreligiosa, diventa più faticoso essere credibili, coerenti e autentici nell’essere persone che portano un messaggio cristiano al mondo. Per fare ciò è necessario considerare le idee di tutti gli uomini, con paziente riconoscenza, chiedendo rispetto per ogni forma di religiosità e ispirazione ideale”.
Il Giorno della memoria e gli orrori di oggi. Partendo dagli orrori del passato, la Prima guerra mondiale e l’Olocausto, Corrado Avagnina, direttore dell’Unione Monregalese (Mondovì), evidenzia che “le cronache terribili di oggi, con fanatismi assortiti che insanguinano e squassano pure il cuore dell’Europa, senza contare le vittime prive di nome e di riflettori in Nigeria, in Siria, in Libia, in Somalia, in zone dimenticate e tribolate dell’Africa… ci ribadiscono che tutto è possibile là dove la disumanità dilaga imboccando derive senza fondo”. Anche Luigi Sparapano, direttore di Luce e Vita (Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi), avvicinandosi la Giornata della memoria, scrive: “Certamente la Shoah si è rivestita di una crudeltà unica e speriamo irripetibile nella storia dell’uomo. Sembrerebbe impossibile replicarla”, eppure anche ora “si uccide dappertutto, in Francia come in Niger, in Siria come in Afghanistan… Si uccide e si perseguita, in modo sanguinoso, invocando presunte superiorità di religione o di razza. S’imbottiscono di bombe i bambini, si armano le loro mani… Avviene oggi”. Nella settimana in cui si celebra il Giorno della memoria, afferma Luciano Sedioli, direttore del Momento (Forlì-Bertinoro), “il male esplode in tutta la sua tracotanza; si fa beffa dei principi di umanità, non rispetta i deboli (i bambini imbottiti di esplosivo sono l’ultima tragica immagine), utilizza la religione come arma di guerra e non di dialogo”. La Giornata della memoria offre lo spunto anche a Vincenzo Finocchio, direttore dell’Appennino Camerte (Camerino-San Severino Marche): “Chi non crede si abbandona a lunghe disamine miste a rabbia, ma anche il credente spesso parla troppo. Ho pensato che la commemorazione dovrebbe essere più affidata alle lacrime. È veramente una grande domanda riferita a tante vicende dolorose piccole e grandi”.
Le elezioni del nuovo capo dello Stato. Le dimissioni del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, e l’elezione del nuovo ovviamente tengono banco. “Si tratta di cercare un nome valido, qualificato, gradito alla comunità nazionale, capace di proporsi al meglio, per virtù democratiche e personali, a vantaggio di questo nostro caro Paese, desideroso, pur nel mezzo di una crisi pesante, di tornare protagonista (non comprimario) sulla scena europea e mondiale”, afferma Amanzio Possenti, direttore del Popolo Cattolico (Treviglio). Concorda Vincenzo Tosello, direttore di Nuova Scintilla (Chioggia): “C’è da sperare che dalla bagarre attorno al Colle esca un personaggio equilibrato e saggio, onesto e competente che possa guidare la nazione nei tempi non facili che ancora l’attendono”. “Mentre il mondo politico è intento a cercare il successore di Napolitano – la prima votazione è prevista per il prossimo 29 gennaio -, la vita della gente continua nella quotidianità fatta di stenti, privazioni, sacrifici, molta sofferenza e tante attese”, sottolinea Pino Malandrino, direttore della Vita Diocesana (Noto), per il quale “fra le tante attese, quella che più di tutte sta nella mente degli italiani, è il lavoro”. Il Nuovo Giornale (Piacenza-Bobbio) afferma: “Dall’esito delle elezioni per il presidente si capirà anche se il governo durerà fino alla fine della legislatura; fino ad ora la presenza di Napolitano e il semestre europeo hanno garantito la leadership di Renzi, ma uno scenario politico senza garanzie, con un consenso al governo in costante calo e frizioni crescenti all’interno del partito di cui è segretario, possono aprire ragionamenti nuovi”. Luca Sogno, direttore del Corriere Eusebiano (Vercelli), avverte: “Il nostro Paese non uscirà mai dalle secche in cui è arenato sino a che sarà considerato un fatto straordinario, al limite dell’eresia, la circostanza che, su provvedimenti d’interesse generale, si possano avere convergenze tra forze politiche generalmente alternative”. Ma non solo: Gianpiero Moret, direttore dell’Azione (Vittorio Veneto), ricorda il peso della corruzione sulla disaffezione degli italiani alla politica: “La corruzione nella vita pubblica ha provocato uno schifo negli italiani portandoli a inveire contro la casta e ad allontanarli dalla vita politica. Sta proprio qui il peccato della corruzione: l’aver tradito il rapporto di fiducia tra colui che assume un impegno pubblico e i cittadini che lo hanno scelto. Questa fiducia è l’essenza stessa della democrazia”.
Cronaca. Diversi gli spunti dalla cronaca. Scrive della liberazione di Greta e Vanessa, Giovanni Tonelli, direttore del Ponte (Rimini): “Se dovessimo mettere in discussione la presenza di operatori nelle zone a rischio dovremmo ritirare tutti i missionari, che pure scelgono di rimanere accanto alla loro gente quando soffre per le violenze; dovremmo chiudere Operazione Colomba e tutti i gruppi operativi di pace; dovremmo evitare ogni assistenza e solidarietà con chi vive nel bel mezzo di conflitti o soffre la malattia, come i medici che combattono Ebola… Abbiamo mai provato a metterci nei panni di chi riceve aiuto nel momento del peggiore abbandono e disperazione, che ogni guerra produce?”. Tra tante notizie negative, Giorgio Zucchelli, direttore del Nuovo Torrazzo (Crema), ricorda una buona, l’assunzione di più di mille lavoratori alla Fiat di Melfi: innanzitutto c’è un “significativo segnale di ripresa”; poi “a tirare la ripresa è un’azienda del Sud, collocata in Basilicata, fra le Regioni più povere d’Italia”; infine, “ha vinto un certo modo di fare sindacato”. Di cronaca locale si occupa l’Avvenire di Calabria (Reggio Calabria-Bova), citando l’approvazione da parte del Consiglio comunale il 19 gennaio del regolamento per il registro del testamento biologico: “Avrebbe dovuto essere ‘un grande passo di dignità e di civiltà'”, ma “il documento, nato e discusso all’interno del palazzo, favorisce invece una cultura di morte”. Martino Cervo, direttore del Cittadino (Monza e Brianza), informa che “sull’autodromo qualcosa si muove. Dopo il pastrocchio raccontato dal Cittadino in occasione della legge di stabilità, dal Parlamento filtrano timide, buone notizie”. Partendo da un suicidio di un giovane in città, il Ticino (Pavia) fa notare: “Forse i nostri giovani, nella radicale novità delle situazioni del mondo moderno, aspettano di ricevere da noi l’amore per la vita, non l’inquietudine del possesso, la paura, il sospetto, ma la gioia, la libertà di sentire che ogni persona vale per quello che è e non per quello che riesce a raggiungere, la pace interiore che genera relazioni intense”. La Valsusa (Susa) offre un affresco della città in chiaroscuro: pur sempre “bellissima, come dice un cartello all’ingresso della città”, oggi però “sembra un po’ stanca, che fatica a stare seduta sui suoi allori”. Pier Giovanni Trossero, direttore dell’Eco del Chisone (Pinerolo), denuncia: “Pracatinat può essere rivoltato anche come un calzino – trovando, se necessario, nuove forme di gestione ed utilizzo della struttura – ma è da irresponsabili pensare semplicemente alla messa in liquidazione senza prima tentare altre soluzioni”. Sulla crisi che colpisce anche Pordenone scrive Bruno Cescon, direttore del Popolo (Concordia-Pordenone): “Giusto chiedere efficienza, ma alla fin fine chi evade danneggia se stesso, i propri figli, i propri genitori anziani. Grave poi quando sono le grandi imprese a cercare paradisi fiscali e altre forme di elusione o evasione. Danneggiano l’intero Paese che pur offre loro le infrastrutture per operare. L’illegalità diffusa è un cancro pericoloso, che affonda un Paese. La crisi è figlia anche dell’illegalità e della disonestà. Sfianca un Paese”. Stefano Fontana, direttore di Vita Nuova (Trieste), lamenta che “la Regione FVG ha dettato le (sue) regole per la fecondazione eterologa nelle strutture sanitarie regionali”. Mario Manini, direttore della Squilla (Spello), riporta le notizie sul positivo ricordando l’impegno dei “donatori dell’Avis che con il loro intervento spesse volte salvano la vita ad essere umani coinvolti in situazioni gravi, se non disperate”.
Attualità ecclesiale. Non manca l’attualità ecclesiale. Parlando del viaggio del Papa in Sri Lanka e nelle Filippine, su Millestrade (Albano) il vescovo, monsignor Marcello Semeraro, osserva che Francesco “non ci rimanda a un cristianesimo piagnone, ma a un cristianesimo che sperimenta la misericordia di Dio, capace di sciogliere la durezza del cuore umano e d’inondarlo con la gioia del Vangelo”. Pierluigi Sini, direttore della Voce del Logudoro (Ozieri), commenta: “Alla domanda del perché i più piccoli, i bambini soffrano, il Papa ha esortato ad imparare quella che è la vera sapienza che è necessaria apprendere e testimoniare. Il vero amore è amare e lasciarsi amare”. Anche Irene Argentiero, direttore del Segno (Bolzano-Bressanone), ricorda l’ultima visita del Papa: “La vita è un caleidoscopio di colori, in cui il nero e il grigio, nell’insieme, costituiscono solo una (piccola) parte. Ce lo hanno dimostrato, con i loro sguardi e i loro sorrisi, i piccoli e gli ultimi di una ‘periferia’ che per qualche giorno è stata al centro delle cronache di tutto il mondo”. L’Araldo Abruzzese (Teramo-Atri) riprende un editoriale Sir a firma di Fabio Zavattaro: “Dobbiamo imparare a piangere, afferma ancora (il Papa, ndr), quando vediamo un bambino che ha fame, drogato, senza casa, abusato, usato e reso schiavo. Chi non sa piangere non è un buon cristiano”. La Voce dei Berici (Vicenza) riprende una nota Sir a firma di Paolo Bustaffa: “Ai bordi della cronaca ecclesiale si vede un ampliamento dello spettro di quella cultura dello scarto che Papa Francesco riferiva in particolare agli anziani. Oggi c’è anche l’urgenza di non lasciare soli i giovani che sono sulle pericolose frontiere della sfiducia, della rassegnazione, della depressione per la precarietà, la disoccupazione, l’umiliazione”. Su Kaire (Ischia) il vescovo Pietro Lagnese invita tutta la Chiesa locale ” a partecipare ad una serie di Assemblee diocesane” sui “documenti sinodali”. Dalle pagine della Fedeltà (Fossano), monsignor Giuseppe Cavallotto, vescovo di Cuneo e di Fossano, sottolinea: “La giornata del Seminario è un invito per tutti – sacerdoti, consacrati e laici – a fissare lo sguardo su questa istituzione: concretamente sul Seminario diocesano di Cuneo e su quello interdiocesano di Fossano. Il primo, pur non ospitando seminaristi, svolge un fondamentale servizio pastorale e vocazionale”; il secondo “riunisce i seminaristi delle cinque diocesi della provincia cuneese ed è sede della scuola biblico-teologica per chi si orienta al sacerdozio e per i laici interessati all’insegnamento della religione nella scuola o al servizio nelle nostre comunità”. Su Montefeltro (San Marino-Montefeltro) il vescovo, monsignor Andrea Turazzi, sfogliando l’agenda della diocesi, pone l’accento su alcuni impegni: “Si tratta, per prima cosa, della riflessione su ciò che il Signore va indicando circa le scelte pastorali più opportune per quanto riguarda la vita e la missione della nostra diocesi”; altra scadenza è “la nostra partecipazione al Sinodo ordinario che il Papa ha convocato per il prossimo ottobre sulla vocazione e la missione della famiglia”; infine, il “grande Convegno ecclesiale a Firenze”. Giordano Frosini, direttore della Vita (Pistoia), riflette sul Concilio Vaticano II: “Chiamato a grandi responsabilità, il popolo cristiano deve prepararsi ad assolvere degnamente il suo compito nella riflessione, nello studio, nella preghiera, nella vita”. La Voce Alessandrina (Alessandria), in occasione della festa di san Francesco di Sales, ricorda le parole di San Giovanni XXIII circa “la missione affidata alla stampa”, delineandone “l’essenza come ‘alto servizio alla verità'”. La Vita Casalese (Casale Monferrato) ricorda che saranno l’economista Stefano Zamagni e Angelo Ferro, cofondatore e presidente della Fondazione Immacolata Concezione di Padova, i relatori principali della conferenza “L’evoluzione storica del concetto di welfare” che si terrà sabato 31 gennaio.