Spagna

“La vita è il primo diritto”

Madrid ospiterà il 14 marzo una grande manifestazione nazionale pro-life. Coinvolte 40 associazioni e diverse diocesi. Gli scopi dei promotori

Oltre quaranta associazioni della società civile spagnola promuovono, sabato 14 marzo, una grande manifestazione a Madrid a favore della vita, della donna e della maternità. “Ogni vita importa” il tema scelto, per rivendicare la difesa del bambino che deve nascere e della donna incinta. Si attendono partecipanti alla manifestazione da tutta la Spagna. Infatti, dall’inizio dell’anno è iniziata una campagna per far conoscere il raduno e i suoi obiettivi. In molte città, come Málaga, Sevilla e Guadalajara, sono state organizzate conferenze stampa per presentare la manifestazione e coinvolgere il maggior numero di persone possibile. Sono stati distribuiti oltre 7mila manifesti e 50mila volantini. Sabato 7 marzo è stata organizzata una “biciclettata” a Madrid per pubblicizzare l’evento del 14 marzo, al quale è dedicata anche una pagina web: www.cadavidaimporta.es. Un ruolo decisivo è stato ricoperto dalle reti sociali che stanno rilanciando la notizia. Ci sono, poi, video con testimonianze di donne che hanno scelto di portare avanti la gravidanza pur in condizioni di disagio, come la giovanissima Marta, o di chi ha abortito, per poi pentirsene, come Dalila, che oggi aiuta altre donne a scegliere la vita.

Le ragioni della manifestazione. L’evento del 14 marzo a Madrid è organizzato con l’obiettivo di “impedire che cada un muro di silenzio” sull’aborto ed esigere dai governanti di abrogare la legge sull’aborto e di adottare politiche di protezione della maternità. In preparazione all’evento è stato elaborato un manifesto che contiene le rivendicazioni che i manifestanti vogliono realizzare nella società spagnola. “Manifestiamo il 14 marzo per continuare a mostrare la nostra opposizione alla decisione di non abrogare la ‘legge sull’aborto’ e per rivendicare leggi che difendano la vita di tutti in qualsiasi circostanza e senza eccezioni. Continuiamo a difendere la causa della vita, senza paura di renderci presenti nonostante le incertezze dell’attuale panorama politico spagnolo”, si legge nel manifesto. “Il 14 marzo vuole rafforzare e riaffermare nella coscienza della società spagnola – e, di riflesso, in tutto il mondo – che non ci abitueremo all’aborto, che non staremo zitti di fronte all’abbandono della difesa della vita da parte dei governanti, che non lasceremo sole le donne incinte”, prosegue il manifesto.

La voce della vita. La manifestazione del 14 marzo ha anche come obiettivo che “tutti i partiti politici ricordino che il diritto alla vita è il primo dei diritti che hanno tutti gli esseri umani e che esiste un ampio settore dell’elettorato per il quale la questione della vita e della maternità è molto importante e sarà un fattore determinante nel momento di decidere chi votare. Chiediamo una voce che ci rappresenti al Parlamento e nel Governo. Nessun partito politico può ragionevolmente sperare che i cittadini votino coloro che disprezzano quello che per noi ha valore né coloro che chiedono il voto per una cosa e fanno quella contraria in temi non negoziabili”. E ancora il 14 marzo “vuole mettere in chiaro che la voce della vita chiama e non smette di chiedere uno spazio nella vita spagnola, anche nella vita politica, nelle leggi e nelle politiche pubbliche, oggi, domani e per sempre. Perché la difesa della vita non deve essere discutibile o facoltativa; è qualcosa di indispensabile ed è al di sopra delle situazioni politiche congiunturali”.

Contro ogni emarginazione e ingiustizia. Con la manifestazione di Madrid, le associazioni promotrici vogliono che “tutti sappiano che i bambini non ancora nati hanno una voce per farsi sentire: la nostra”. Inoltre, “si vuole rafforzare e garantire la continuità dell’impegno sociale con la donna incinta, affinché si potenzino le reti sociali di appoggio alla maternità”. “Il 14 marzo – spiegano i promotori – vogliamo dire un immenso sì alla vita di tutti: dei nascituri e delle donne incinte; dei malati terminali che sono minacciati dall’eutanasia; delle vittime della violenza domestica e dei diversi terrorismi; degli embrioni umani manipolati, distrutti o scartati; di coloro che soffrono e vivono in condizioni che non si accordano con la dignità umana perché hanno capacità differenti o per ingiustizie economiche e lavorative; di tutti gli esclusi e gli emarginati a causa della mancanza di giustizia sociale e di un’adeguata gerarchia di valori. Perché sappiamo che la lotta per i diritti umani e contro l’emarginazione sociale non finisce con la difesa del bambino non ancora nato, ma comincia da quella a favore dell’essere umano nel momento in cui si trova più minacciato e indifeso, il 14 marzo vogliamo celebrare con tutti i popoli del mondo il Giorno internazionale della vita”.