L'opinione del territorio
I settimanali cattolici, in uscita in questi giorni, guardano al secondo anniversario dell’elezione di Papa Bergoglio. “Il Pontefice – rilevano le testate Fisc – continua a richiamare la misericordia di Dio per ogni uomo”. E con l’indizione dell’Anno Santo della Misericordia, che inizierà l’8dicembre 2015 e proseguirà fino al 20 novembre 2016, Francesco conferma “un pontificato fatto di gesti, oltre che di parole”
“Un pontificato fatto di gesti, oltre che di parole”. I giornali aderenti alla Fisc (Federazione italiana settimanali cattolici), in uscita in questi giorni, guardano al secondo anniversario dell’elezione del Papa argentino. “Il Pontefice – rilevano le testate Fisc – continua a richiamare la misericordia di Dio per ogni uomo”. Tra gli altri argomenti affrontati dai settimanali: la situazione in Italia, cronaca e vita delle diocesi. Proponiamo una rassegna degli editoriali giunti ad oggi in redazione.
Due anni di pontificato. “Papa Francesco non smette di sorprenderci”. È la riflessione che accomuna gli editoriali dedicati al secondo anniversario dell’elezione al soglio pontificio di Bergoglio. “Noi italiani, che di Pietro e di Francesco godiamo una vicinanza tutta speciale, abbiamo una speranza in più. Dal 9 al 13 novembre la Chiesa italiana celebrerà a Firenze il suo quinto Convegno ecclesiale nazionale su ‘In Gesù Cristo il nuovo umanesimo’. Papa Francesco vorrà donarci una sorpresa? La speriamo, l’attendiamo, la desideriamo”: Emmaus (Macerata-Tolentino-Recanati-Cingoli-Treia), Il Nuovo Giornale (Piacenza-Bobbio), Il Popolo (Tortona) e L’Araldo Abruzzese (Teramo-Atri) riprendono l’editoriale del direttore del Sir, Domenico Delle Foglie (clicca qui). Anche il Ticino (Pavia) sottolinea l’elemento “sorpresa” nei due anni con Papa Francesco: “Ha cominciato subito a sorprenderci quando, affacciandosi alla loggia di San Pietro, ha rinunciato alle insegne tradizionali della pompa papale e del primato pontificio, mostrandosi nella semplice veste talare bianca, con la croce di metallo che aveva portato come vescovo, salutando non con un rito liturgico, ma con un semplice e sincero ‘Buonasera!'”. Per Elio Bromuri, direttore della Voce (Umbria), “il ricordo dell’elezione di Papa Francesco è un richiamo alle virtù umane e cristiane della nostra storia che, pur proposte a tutti, hanno per noi un valore fondamentale di vita, in quanto tutto nasce nel nome Francesco, nella sua radicale scelta di Cristo, nella sua ‘spogliazione’ dallo spirito mondano che è come una ‘lebbra’, e nello stare sempre sotto lo sguardo del Crocifisso, quello di San Damiano, che ha occhi ben aperti che ti scrutano l’anima”. “Ascolto della Parola e misericordia: potremmo sintetizzare in questo binomio il secondo anno di pontificato di Francesco, rileggendo i discorsi pronunciati in questi ultimi dodici mesi di ministero pastorale del vescovo di Roma nella nostra diocesi”, osserva Angelo Zema, direttore di Romasette.it (Roma). Secondo Vittorio Croce, direttore della Gazzetta d’Asti (Asti), del Papa, a due anni dall’elezione, “ciò che colpisce di più, alla lunga, è la coerenza dello stile e soprattutto della mira a cui punta costantemente. Con tutta evidenza è quella dell’evangelizzazione”. “Ad multos annos, Francesco!” è l’augurio che rivolge il Corriere Eusebiano (Vercelli). “Nella predicazione di Papa Francesco l’attributo della misericordia sta diventando sempre di più la caratteristica fondamentale di Dio”, riflette Giordano Frosini, direttore della Vita (Pistoia). “Non passa giorno in cui le cronache non riportino storie” di corruzione, “ma il Papa non si ferma alla condanna. Va oltre. Offre una strada di redenzione. Ci dà la soluzione: Entriamo nel nostro cuore e offriamo a Gesù cosa c’è dentro, cose buone e meno buone e chiediamo perdono”, invita Chiara Dominici, direttore della Settimana (Livorno). Una riflessione sulle parole del Papa alle cooperative da parte di Mario Barbarisi, direttore del Ponte (Avellino): “Quando il Papa ha evidenziato l’indecenza di giovani ‘costretti’, in mancanza di valide alternative, a lavorare in cambio di compensi molto bassi, insufficienti a soddisfare le esigenze quotidiane, ha in pratica acceso la luce per far notare che tante persone offrono lavoro sfruttando il prossimo”. Gente Veneta (Venezia), a proposito delle udienze del Papa al Cammino neocatecumenale e a Comunione e Liberazione, osserva: “Il Santo Padre ha grandi attese da queste – e naturalmente altre – aggregazioni laicali. Se il rischio della forma più semplice e ordinaria di Chiesa, quella visibile nelle parrocchie, è di non saper trovare le vie di un annuncio nuovamente missionario (anche se i gruppi d’ascolto veneziani sono una delle molte felicissime eccezioni), i nuovi carismi suscitati dallo Spirito nella Chiesa hanno nel loro stesso Dna la spinta ad avvicinare i ‘non cristiani’ e i ‘non cristiani battezzati’, come li ha chiamati il Papa”.
Situazione in Italia. Molto spazio anche alle vicende del Bel Paese. “Riforma costituzionale: avanti tutta! Renzi ce l’ha fatta, costringendo all’ubbidienza la minoranza interna del suo partito che fino a ventiquattro ore prima sembrava intenzionata a non votare il testo proposto dal governo”, ricorda Vincenzo Rini, direttore della Vita Cattolica, che evidenzia le spaccature anche negli altri partiti. Per Lauro Paoletto, direttore della Voce dei Berici (Vicenza), “c’è da sperare che la riforma costituzionale, che il Governo Renzi sta cercando di condurre in porto, introduca un po’ di ordine nei diversi livelli di governo e limiti gli eccessi regionali ai quali purtroppo abbiamo assistito in questi anni”. Luca Rolandi, direttore della Voce del Popolo (Torino), sostiene: “Gli aspetti della riforma costituzionale che riguardano il Titolo V sembrano recepire le esigenze di un riordino delle competenze fra i vari livelli di governo a condizione che sulle nuove materie che tornano allo Stato si dia luogo una legislazione rispettosa delle autonomie locali”. Quella della scuola è “solo un capitolo di quella riforma globale – elettorale, istituzionale, fiscale, del lavoro, della giustizia… – necessaria all’Italia per ripartire; ma è certamente un capitolo importante e determinante per il futuro di una nazione che deve puntare di più sulla formazione delle nuove generazioni, e non solo in termini produttivistici ma anche in termini culturali e artistici, peculiari della nostra tradizione”, evidenzia Vincenzo Tosello, direttore di Nuova Scintilla (Chioggia). “Lo Stato intende dare il via alla riforma della ‘buona’ scuola. Bravo è Renzi a coniare frasi ad effetto. Ma la popolazione scolastica più che delle frasi a slogan ha necessità di fatti”, avverte Bruno Cescon, direttore del Popolo (Concordia-Pordenone). Anche l’assoluzione di Berlusconi tiene banco, ma suggerisce la Valsusa (Susa), “consigliamo un po’ di prudenza” su una possibile discesa in campo dell’ex premier perché “le notti di Arcore non sono un’invenzione della Procura di Milano”. Intanto, si avvicina l’appuntamento dell’Expo, che “sarà un invidiabile banco di prova per il volto del Paese Italia: riusciremo a mostrare il meglio in assoluto al mondo, ai milioni di visitatori attesi da ogni angolo della terra? La risposta dei responsabili è rassicurante e concorde: l’Italia trarrà un beneficio immenso da questa kermesse mondiale sul cibo, la nutrizione, l’alimentazione”, evidenzia Amanzio Possenti, direttore del Popolo Cattolico (Treviglio). “Crescita economica e coesione sociale sono strettamente interconnesse, ma alla sua origine c’è sempre un problema culturale: la creatività e la capacità di guardare e parlare con la realtà, ascoltarne i bisogni e rimettersi continuamente in gioco sulle proprie capacità”, riflette il Nuovo Diario Messaggero (Imola). “Non varrebbe la pena avere più fiducia nel nostro territorio, tornando a investire, o spendere, quello che si è accumulato in più negli anni?”, si chiede Pier Giovanni Trossero, direttore dell’Eco del Chisone (Pinerolo), ricordando l’aumento dei depositi bancari. Un altro problema in Italia riguarda la famiglia, “sempre più maltrattata”: per questo, Francesco Zanotti, direttore del Corriere Cesenate (Cesena-Sarsina), propone un “ampio e articolato insieme di norme. Una sorta di ‘fattore famiglia’, come auspicato dal nostro vescovo Douglas ormai due anni fa”, che “porti con sé un cambio di mentalità e di visione del nostro modo di stare insieme”.
Pensieri sulle donne. A una settimana dalla Giornata della donna, ancora riflessioni. “Quando si parla della donna, della figura femminile in genere, si rischia di finire nella retorica, di utilizzare frasi fatte e luoghi comuni, di fare discorsi sull’uguaglianza e parità tra uomo e donna, sulle difficoltà che hanno caratterizzato le lotte per l’affermazione, la conquista e il riconoscimento di pari diritti, ruoli, dignità. In realtà, la donna ha una sua inconfondibile unicità ed essenza che, lungi dal determinarne una diversità in termini di diritti e parità rispetto all’uomo, ne connota l’essere”, è l’opinione di Fermento (Amalfi-Cava de’ Tirreni). “Siamo veramente dalla parte delle donne quando abbiamo il coraggio di non cedere a nessuna moda ideologica”, osserva Giorgio Zucchelli, direttore del Nuovo Torrazzo (Crema). “Volere che nei nostri paesi l’aborto sia evitato in tutti i modi possibili proponendo a tutte le donne – perché la ‘libera scelta’ è loro e non nostra – percorsi di rimozione delle cause e di sostegno reali, cioè in cui tutti ci sentiamo coinvolti e responsabili, è forse violare la libertà di accedere all’interruzione volontaria di gravidanza?”, domanda Benedetta Bellocchio, direttore di Notizie (Carpi). “Finché le donne sono convinte di raggiungere la parità imitando i vizi degli uomini, esse saranno sempre un oggetto del più forte”, scrive Pietro Pompei, direttore dell’Ancora (S.Benedetto del Tronto-Ripatransone-Montalto).
Cronaca. Diversi gli spunti dalla cronaca. “Le immagini dei musei e dei siti archeologici violati dalla cieca e insensata furia distruttrice dell’Isis sono davvero incredibili”, ammette Enzo Gabrieli, direttore di Parola di Vita (Cosenza-Bisignano), per il quale “non si potrà mai costruire nulla di nuovo, nessun bene potrà sorgere dalle ceneri lasciate da chi si fa portatore di morte”. Dall’Isis alla rete… “La rete è ambivalente, contiene in sé opportunità e rischi che vanno governati e chiedono agli adulti di non delegare ad altri il proprio ruolo di educatori”, sottolinea Luciano Sedioli, direttore del Momento (Forlì-Bertinoro). “Serve equilibrio per evitare le derive opposte dell’alienazione e del tecnicismo. Chi produce, dovrebbe pensare allo strumento sempre in chiave antropologica e mai in chiave consumistica: finalizzandolo all’uomo e non all’utente. Una sana antropologia dell’innovazione permetterà all’uomo di rimanere custode del creato, ed anche di se stesso”, è il parere di Davide Imeneo, direttore dell’Avvenire di Calabria (Reggio Calabria-Bova). Spazio anche allo sport: “Le cronache calcistiche nazionali e internazionali ci riportano ogni settimana episodi di violenza, di vandalismo, di intolleranza”, fa notare Walter Lamberti, direttore della Fedeltà (Fossano), che denuncia che c’è “sempre più business, sempre meno gioco”. Avvicinandosi le elezioni amministrative, Paolo Lomellini, direttore della Cittadella (Mantova), sottolinea: “Il mantovano, negli anni migliori, è stato un territorio che ha costruito la sua fortuna su un mix poliedrico ben dosato: agricoltura, industria, servizi, patrimonio culturale. È questa una bussola che andrebbe ripresa, perché verosimilmente l’unica che può farci uscire dall’attuale stagnazione. Immaginare strade di tipo quasi monotematico (frequente la suggestione di ‘puntare tutto’ sulla cultura) non ci porterà a esiti positivi”. Per Pierluigi Sini, direttore della Voce del Logudoro (Ozieri), con le elezioni alle porte, “si preferiscano programmi concreti e soprattutto realizzabili”. Stefano Fontana, direttore di Vita Nuova (Trieste), ricorda il fallimento delle Dichiarazioni anticipate di trattamento approvate al Comune di Trieste, ma depositate solo da 104 persone.
Attualità ecclesiale. Non manca l’attualità ecclesiale. “Pretendiamo vivere come ‘se Dio non esistesse’, mettendoci alle spalle i suoi comandamenti. In particolare, evadiamo l’unico comandamento che Gesù ci ha lasciato: ‘Amatevi gli uni gli altri, come io ho amato voi’. Fuori da quest’amore – ‘Come io ho amato voi’-, però c’è la solitudine infernale del narcisismo che pretende di amare per il piacere (o per l’interesse) di sé e non per la gioia e la felicità di altri”, avverte dalle pagine della Vita diocesana (Noto) il vescovo, monsignor Antonio Staglianò. In Quaresima sono due i “movimenti” che siamo invitati a fare, secondo Maria Cecilia Scaffardi, direttore di Vita Nuova (Parma): “Da una parte, decentrarci dal centro per raggiungere quelle che Papa Francesco ama definire le periferie” e, dall’altra, “abbiamo bisogno di ricentrarci” al “centro della nostra vita”. Il film “Sfumature di verità”, anche se “non aiuta la comprensione storica dell’opera della Chiesa”, “ha il grosso merito di aver riportato nell’attualità l’annosa questione, di averne esposte le varie facce e di essere uscito nella giornata (6 marzo) dedicata al Giardino dei Giusti d’Israele. Sono perfettamente convinto che Papa Pio XII entrerà, prima o poi, a far parte di quel Giardino”, afferma Raffaele Mazzoli, direttore del Nuovo Amico (Pesaro-Fano-Urbino). Ricordando il cinquantesimo anniversario della prima Messa in italiano, Vincenzo Finocchio, direttore dell’Appennino Camerte (Camerino-Sanseverino Marche), va con la memoria al passato: “A Camerino una delle prime celebrazioni fu fatta nel seminario da monsignor Ferruccio Loreti. Io ancora non ero sacerdote. Ricordo che si era creata grande attesa per la Messa in italiano. Per me quella celebrazione eucaristica fu vissuta con lo stupore di una primavera che con i primi fiori lascia presagire una stagione fruttuosa”. Logos (Matera-Irsina) dedica una riflessione ai santi, che sono “i baluardi dell’umano là dove sembra che l’uomo abbia perduto il bene dell’intelletto e il senso della vita; sono le sentinelle di un’alba che viene sicuramente, anche se le tenebre sembra spadroneggino nella notte”. Giovanni Barbieri, vice direttore del Corriere Apuano (Massa Carrara-Pontremoli), a proposito di un’inchiesta di un settimanale nei confessionali, scrive: “Lo scandalo è l’intromissione dentro il confessionale nell’ambito di un sacramento. La profanazione esiste anche se uno non ci crede e, comunque, reca un’offesa al sentire del sacerdote che non è lì a giocare, ma a cercare di dare sollievo e misericordia a chi lo interpella e a tutti coloro che ci credono”. Paolo Busto, direttore della Vita Casalese (Casale Monferrato), scrive sul “vasto movimento di parroci attuato sabato scorso con qualche sofferenza”, assicurando che “le decisioni sono state a lungo ponderate dal vescovo e dai suoi collaboratori e hanno avuto la disponibilità di tutti i sacerdoti interpellati”. La Voce Alessandrina (Alessandria) ricorda gli appuntamenti in diocesi per “24 ore per il Signore”. In occasione della festa di san Giuseppe e festa del papà, Settegiorni dagli Erei al Golfo (Piazza Armerina) evidenzia: “Il comandamento ‘Onora il padre e la madre’ rimane sempre regola di vita e fonte di benedizione e di costruttiva ‘relazione pedagogica’ tra genitori e figli, anziani e giovani, in riferimento ‘alla custodia e alla trasmissione dell’insegnamento sapienziale alle generazioni future'”. Per La Guida (Cuneo), “oggi l’inquisizione è morta, ma gli inquisitori possono essere ben vivi e trovare sempre un vangelo o un corano di supporto. A vantaggio di chi, non è facile individuare”.