CHIESE IN BREVE

Justitia et pax, Svizzera, Portogallo

Justitia et pax: Laudato si’, prospettiva europea
Affrontando “la problematica del nostro tempo che più preoccupa l’umanità intera” Papa Francesco ha “parlato a tutti, ma anche a nome di tutti noi”, con “modestia”, in linea con i suoi predecessori, i confratelli nell’episcopato e gli altri leader religiosi, senza voler “offrire rimedi politici e soluzioni tecniche”. A scrivere così è l’arcivescovo di Lussemburgo Jean-Claude Hollerich, in qualità di presidente di Justitia et Pax Europa (Giustizia e pace Europa, J&P), in un documento che legge la “lunga e bella” enciclica Laudato si’ “da una prospettiva europea”, mettendo in evidenza alcuni temi. Primo fra tutti il collegamento che il Papa realizza tra ambiente e giustizia, per cui “una valida risposta alla crisi ecologica può nascere solo se si cerca il bene comune partendo dalla prospettiva degli esclusi”, spiega Hollerich, prospettiva che in Europa “non è così semplice come in altre parti del mondo”, poiché la nostra è “la più ricca regione del pianeta”. Proprio per questo “la promozione della giustizia sociale” continuerà a essere tra gli obiettivi di J&P. Hollerich insiste poi sulle minacce alla pace legate all’esaurimento di risorse naturali (acqua soprattutto), rivolgendo un appello alle istituzioni europee e all’Ue in particolare, “che si accinge a riformulare la sua antiquata strategia per la sicurezza”, a “prendere in seria considerazione il rischio crescente di guerre ambientali”. Il presidente di Justitia et Pax incoraggia inoltre le istituzioni dell’Europa a “offrire risorse ulteriori al fondo verde per il clima dell’Onu” che sostiene i Paesi più poveri nell’adattamento alle conseguenze dei cambiamenti climatici”: “un finanziamento credibile per l’adattamento climatico è una chiave per il successo del prossimo summit” di Parigi. Hollerich sottolinea inoltre che è necessario il “consenso globale” per risolvere le crisi ecologiche: “il carattere transnazionale dell’economia e soprattutto del settore finanziario” ridimensiona “il potere degli stati-nazione”, motivo per cui “nonostante indiscutibili carenze”, l’Ue resta una “risposta appropriata a questo cambiamento rivoluzionario” che potrà portare a “nuove forme di governance globale sulle questioni ambientali”.

Svizzera: preghiera ecumenica per il Paese
Le Chiese e le organizzazioni cristiane in Svizzera “invitano la popolazione ad associarsi alla preghiera pubblica a Berna il 19 settembre prossimo, vigilia del Digiuno federale”. Le principali associazioni e le Chiese si sono accordate per promuovere e allestire l’evento che avrà luogo alla Grosse Schanze di Berna, sopra la stazione ferroviaria, per la seconda volta dal 2013. Una nota della Conferenza episcopale spiega: “Il 19 settembre, i fedeli di varie confessioni e denominazioni cristiane si raduneranno da tutte le regioni linguistiche della Svizzera sulla Grosse Schanze a Berna per pregare assieme. Da più di 200 anni esiste in Svizzera una speciale giornata di preghiera a cui le autorità invitano i cristiani, indipendentemente dalla loro appartenenza confessionale, a pregare per il bene del Paese”. Con la preghiera pubblica “i cristiani esprimono il loro comune desiderio di partecipare alla responsabilità per il bene del Paese e dei suoi abitanti”. I cristiani si rivolgeranno dunque “a Dio in preghiere – espresse pubblicamente o nel silenzio – per la salvaguardia del Paese, il suo sviluppo sociale, la politica, la vita culturale ed economica, il mantenimento dell’habitat naturale, la pace, la libertà e la solidarietà”.

Portogallo: iniziativa “Per il diritto a nascere”
Con l’approvazione di tutti i partiti, la presidente del Parlamento portoghese ha messo in agenda per il 3 luglio la discussione delle proposte dell’Iniziativa legislativa di cittadini (Ilc) “Per il diritto a nascere”. Avendo ricevuto i promotori del progetto lo scorso 18 febbraio, Assunção Esteves aveva infatti promesso di porre in discussione l’iniziativa popolare di modifica della legge sull’interruzione volontaria della gravidanza durante la sua visita ufficiale in Guinea Bissau. In tal modo, fino al termine naturale dell’attuale legislatura, il Parlamento portoghese voterà oltre 50 proposte legislative contenute nella “Legge di sostegno alla maternità e alla paternità del diritto a nascere”, la quale, secondo le dichiarazioni dei principali responsabili si propone di “creare misure concrete volte a favorire la vita familiare, agevolare la maternità e la paternità responsabile in ambito sociale e lavorativo, di appoggiare le donne incinte a rischio di aborto, di dare dignità alla posizione del medico obiettore di coscienza, e di riconoscere il nascituro come membro dell’aggregazione familiare”. “Ritengo che la signora Presidentessa abbia fatto molto bene a rimettere all’ordine del giorno dei lavori parlamentari l’esame dell’iniziativa, seguendo la normale procedura, prima della fine dell’attuale legislatura”, ha dichiarato mons. Manuel Clemente, patriarca di Lisbona, commentando la notizia. L’Ilc “ha infatti mobilitato quasi 50mila cittadini” e “presenta caratteristiche trasversali all’appartenenza politica e alle confessioni religiose”.