VALLE D'AOSTA
Una legge regionale analizza e contrasta un fenomeno in continua crescita
La prevenzione della diffusione dei fenomeni di dipendenza dal gioco d’azzardo, il contrasto della dipendenza e il trattamento terapeutico dei soggetti affetti da gioco d’azzardo patologico. Sono questi gli obiettivi della legge regionale n. 11 approvata con voto unanime dal Consiglio regionale. Il testo si compone di 14 articoli e cerca di analizzare il fenomeno in continua crescita con gravi ripercussioni sociali ed economiche. Difficile raccogliere i dati sul fenomeno perché molto è ancora sommerso, ma i casi di cui si è occupato il servizio per le dipendenze della Valle d’Aosta, dal 2009 al 2014, sono aumentati di quasi il 100%. Segnali utili. La nuova norma vieta l’apertura di sale da gioco in luoghi a 500 metri dalle scuole e strutture socio-sanitarie, introduce detrazioni fiscali per chi sceglie di non avere apparecchiature per il gioco d’azzardo e la possibilità di esporre il logo “slot – free” nel proprio esercizio commerciale. Floriana Battistioli, assistente sociale della cooperativa Bourgeon de Vie, racconta: “Dagli anni ’90 la cooperativa si occupa anche di dipendenze e da quattro anni ci occupiamo anche di giocatori. Negli anni la situazione è cambiata: prima la dipendenza del gioco era abbinata ad altre dipendenze; ora i giocatori patologici hanno problemi psichiatrici e solo quando la situazione economica è insostenibile si sentono obbligati a chiedere aiuto. Occuparci di questa nuova dipendenza è stata un’evoluzione naturale, visto che il problema è sempre più frequente”. Per comprendere il fenomeno, aggiunge, “abbiamo anche svolto delle osservazioni partecipate nei locali con slot e abbiamo notato l’atteggiamento degli adulti e quanto i bambini vengono affascinati dai colori molto accesi e dai rumori forti delle macchinette”. La cooperativa fa parte della rete regionale delle associazioni contro l’azzardo e ha seguito la stesura della legge. Il gruppo ha più volte incontrato il Consiglio regionale e Battistioli precisa: “La stesura della norma è stata combattuta, il testo definitivo non è risolutivo, ma è un buon punto di partenza per cercare di frenare il fenomeno. Vengono introdotti dei segnali utili come lo sconto sull’Irap, la distanza di sicurezza e il marchio per chi non ha l’azzardo nel proprio locale. Questo non risolverà la questione, perché il fenomeno è complesso e diffuso, visto che molti scommettono anche on line. Infatti, riteniamo che l’informazione e la consapevolezza non siano sufficienti a sconfiggere questa dipendenza devastante anche per i parenti e la famiglia allargata”. Legge da perfezionare. Davide Jaccod, presidente Aosta Iacta Est, spiega: “La nostra è un’associazione di volontariato che promuove il gioco intelligente e la socialità”. L’associazione organizza eventi, tornei e serate soprattutto nel territorio regionale. “Per noi l’azzardo – sottolinea Jaccod – non è un gioco, in quanto non promuove la socialità e non è divertente. Nei gratta e vinci e nelle slot la vincita è legata solo al caso e sono giochi che stimolano la dipendenza, ma sono legali e promossi dallo Stato. Il giocatore ha sempre la sensazione di stare per vincere e, per questo, continua a giocare”. I nuovi gratta e vinci, slot e lotterie varie sono legati ai desideri dei cittadini e illudono di vincere una casa, una vacanza per sempre o l’estinzione del mutuo. “Questa situazione – evidenzia il presidente – è un effetto della deregolamentazione nazionale ed è positivo che già in diverse Regioni si cerchi di limitare questo dramma con una legge, ma auspichiamo che lo Stato introduca norme e limiti simili”. Secondo Jaccod sono diversi i punti positivi di questa legge: “In particolare, la distanza dai luoghi sensibili per il nostro territorio è molto importante, in quanto non ci saranno luoghi di questo genere nei paesi. Saranno protetti i minorenni e non ci sarà la possibilità di pubblicizzare queste realtà”. Jaccod e Battistioli concordano: “La legge andrebbe perfezionata anche se magari il piano triennale integrato per il contrasto del gioco patologico che dovrà essere approvato a breve entrerà nel dettaglio. Sicuramente il tempo di 5-8 anni dato agli esercizi commerciali per adeguarsi alla normativa è eccessivo e favorisce i commercianti, senza pensare ai giocatori patologici”. Paola Fumagalli(1 luglio 2015)