CHIESE IN BREVE

Chiese in Europa, Spagna, Portogallo

Chiese in Europa: famiglia e vocazioni religiose
“La famiglia è il luogo primo dove avviene la trasmissione della fede. È lì che spesso si scopre e si sviluppa la vocazione al sacerdozio e alla vita consacrata. Allo stesso tempo la famiglia può essere il luogo dove una nascente vocazione può essere soffocata, se non è adeguatamente accompagnata e sostenuta”. Don Michel Remery, vice segretario generale del Ccee, ha aperto con queste osservazioni l’Incontro europeo vocazioni in corso a Praga (6-9 luglio). “Se si perde di vista l’idea che l’istituzione familiare è essenzialmente una comunità di fede per il benessere della coppia e dei loro figli, questo ha un effetto diretto sulla naturale armonia della vita familiare, e con essa sulla quantità e la qualità delle vocazioni”, ha aggiunto Remery. “Quando un giovane o una giovane esprime un desiderio crescente di seguire Cristo in modo radicale attraverso un cammino di discernimento al sacerdozio o alla vita consacrata, la famiglia può sentirsi inadeguata e sola nell’accompagnare le domande, i dubbi e le sfide connessi con una scelta di vita così radicale. Oggi giorno una tale scelta viene considerata come poco attrattiva e strana, tanto che spesso la stessa famiglia cristiana pone ostacoli e divieti ai giovani che considerano una tale vocazione”. “Il cammino verso la vocazione è un cammino personale di Dio con la persona chiamata, e la scelta è solo suo o sua. Allo stesso tempo, come cristiani, non siamo soli, e abbiamo bisogno dell’aiuto degli altri”, ha affermato ancora don Remery. “È necessario che l’intera comunità cristiana, la Chiesa, sappia accompagnare e aiutare le famiglie a compiere insieme un cammino di discernimento e di maturazione di una eventuale vocazione alla vita consacrata o al sacerdozio”. A confrontarsi sul tema “Come accompagnare i giovani al sacerdozio e alla vita consacrata nella famiglia oggi” sono presenti a Praga oltre 70 partecipanti, fra i quali 9 vescovi, assieme ai responsabili per la pastorale vocazionale e ai delegati delle Conferenze episcopali in Europa e delle Congregazioni religiose. Venti i Paesi rappresentati.

Spagna: due corsi di comunicazione ad Avila
Si svolgeranno ad Ávila, quest’anno, i corsi estivi in comunicazione promossi dalla Commissione episcopale dei mezzi di comunicazione sociale (Cemcs), in collaborazione con la Facoltà di comunicazione dell’Università pontificia di Salamanca (Upsa) e la Conferenza spagnola dei religiosi (Confer). Le lezioni sono in corso dal 6 luglio e proseguiranno fino al 17 luglio e sono rivolte a responsabili e collaboratori delle delegazioni diocesane o religiose dei mezzi di comunicazioni sociali, persone interessate ai mezzi di comunicazioni, professori, educatori e catechisti. Con la scelta della città di Ávila come sede dei corsi, gli organizzatori vogliono partecipare alla commemorazione del quinto centenario della nascita di santa Teresa. Il primo corso, “Produzione giornalistica e comunicazione istituzionale”, diretto da Nuria Quintana, è iniziato il 6 luglio e terminerà il 10; mentre la prossima settimana (da lunedì 13 a venerdì 17 luglio) si terrà il corso “Comunicazione e organizzazione di eventi”, diretto da Fernando Martínez Vallvey. Il primo corso ha l’obiettivo di far conoscere quali sono i principali modi della produzione giornalistica le regole dell’elaborazione dell’informazione giornalistica e la sua ripercussione sociale. Il secondo corso ha come obiettivi principali conoscere come si organizza un evento per la diffusione di una immagine istituzionale, conoscere quali sono gli strumenti e i modi di lavorare per organizzare un evento e, infine, “disegnare” un evento come strumento comunicativo.

Portogallo: Porto, “nuova prospettiva ecclesiale”
Con un messaggio rivolto alla propria diocesi, il vescovo di Porto ha annunciato la presentazione del Piano pastorale, orientato a “una nuova prospettiva ecclesiale”, in vista della quale ha invitato tutti i fedeli a “riflettere profondamente sulla recente enciclica del pontefice dedicata all’ambiente”. “Si tratta di un testo inserito nella dottrina sociale della Chiesa e pieno di opportunità, che rivela un coraggio profetico da parte di Papa Francesco, in quanto evidenzia la missione della Chiesa, l’urgenza di vigilare sui doni della creazione, di prendersi cura della casa comune dell’umanità, e di proteggere la terra, che, come una madre, ci nutre e ci educa”, ha dichiarato mons. António Francisco dos Santos. Nel documento pastorale, il prelato portuense ha evidenziato che l’enciclica Laudato si’, più che un’opportuna riflessione, “è un appello e un invito rivolto a tutti gli abitanti della terra, affinché si uniscano in un impegno comune per una nuova cultura e una diversa educazione, volte a costituire un’alleanza tra l’umanità e il suo ambiente di vita”. Mons. dos Santos ha comunicato che il nuovo Piano pastorale diocesano, intitolato “Una nuova prospettiva ecclesiale”, della durata di cinque anni, sarà ufficialmente presentato il 10 luglio, presso il Seminario de Vilar. Nelle intenzioni, dovrà trattarsi di “un vero e proprio cammino sinodale” capace di coinvolgere e mobilizzare tutti nell’azione pastorale.