AUSTRIA
A Graz è stato attivata un’iniziativa di accoglienza per donne in difficoltà e i loro figli. Collaborazione tra suore Francescane e Caritas diocesana
L’offerta di soluzioni pratiche e accoglienti per le donne in difficoltà è una delle sfide che la Chiesa austriaca ha messo tra quelle prioritarie della propria pastorale e delle azioni sociali. Il problema delle donne sole, o indigenti, emarginate, vittime di abusi oppure con figli piccoli si è acutizzato con il grande afflusso di profughi che hanno raggiunto in questi ultimi anni l’Austria, soprattutto da zone di guerra nel Vicino e Medio Oriente: molte donne con le famiglie divise, testimoni traumatizzate che giungono nei campi profughi e vengono poi affidate all’intervento di centri di assistenza e di accoglienza. A Graz, in Stiria, è attivo il “Progetto FranzisCa” che unisce l’accoglienza e l’aiuto spirituale e materiale, oltre al supporto esistenziale per le donne ospitate. Massimo Lavena per Sir Europa ha intervistato suor Sonja Dolesch, provinciale delle Francescane dell’Immacolata concezione che hanno ideato e gestiscono il progetto.
Il progetto FranzisCa coniuga la vostra spiritualità francescana e l’organizzazione della Caritas: quali sono gli scopi e come agite rispetto all’accoglienza delle donne in difficoltà?
“Le Francescane dell’Immacolata concezione ‘Sorelle scolastiche di Graz’ si adoperano, fin dalla fondazione dell’ordine per la formazione, il sostegno e l’aiuto a ragazze e donne. Da oltre cent’anni gestiamo scuole e strutture riconosciute di assistenza ai bambini (case e asili) a Graz e in altri centri del Land. Ci siamo poste la domanda di come svolgere il nostro compito originario anche oggi: donne e bambini nel bisogno ce ne sono anche in questa epoca. Nella ricerca per ‘attualizzare’ la nostra missione, la Caritas della diocesi di Graz-Seckau si è rivolta a noi chiedendoci un aiuto a causa della carenza di spazi per donne e bambini in due sue strutture. Questa richiesta ci è parsa la volontà dello Spirito Santo. Abbiamo messo a disposizione un edificio fino ad allora utilizzato come foresteria per le nostre studentesse e l’abbiamo ristrutturato in modo da poter accogliere adeguatamente donne e bambini. La ristrutturazione è stata avviata nell’autunno scorso”.
La Chiesa e le comunità locali d’Austria sono d’esempio nell’accoglienza e l’inserimento dei profughi nella loro nuova realtà: quali sono i problemi dinanzi alle donne sole fuggite dalla loro terra, magari con bambini piccoli?
“Generalmente, una donna non si mette in cammino da sola con i suoi bambini, ma viaggia con il suo uomo. Molte famiglie si dividono durante il viaggio perché non si bada a chi è lento, non importa se fa parte della famiglia. La preoccupazione per gli altri famigliari e la difficoltà di mantenere i contatti sono un grande peso. Inoltre, le donne in fuga sono spesso vittime di violenza e perciò difficilmente si fidano e soffrono per lungo tempo, anche dopo la fuga, a livello fisico e psichico, a causa delle esperienze vissute, il che rende ancora più difficile l’integrazione. Le donne provenienti da contesti culturali in cui è l’uomo a guidare la famiglia non sono abituate ad assumersi la responsabilità per se stesse e per i propri bambini”.
Il progetto FranzisCa come prevede di ampliare il suo raggio d’azione e l’interazione con la diocesi di Graz-Seckau?
“Il progetto FranzisCa prevede la ristrutturazione e la modifica di un edificio esistente. Successivamente ospiterà due istituzioni finora separate: la ‘Casa Elisabeth’, ricovero di emergenza per donne e bambini, e l’ostello per donne – che si chiamerà ‘Casa Chiara’ – in cui le profughe con bambini troveranno uno spazio per vivere e l’assistenza che necessitano. Siamo in contatto e collaboriamo con la diocesi di Graz-Seckau su tanti versanti. La Caritas diocesana di Graz-Seckau è il nostro partner competente in questo settore di attività per noi nuovo, ha molta esperienza e competenza nel gestire queste persone che soffrono”.
Nell’Anno della vita consacrata la vostra azione pastorale si rilancia sull’esempio di san Francesco e santa Chiara: i continui richiami di Papa Francesco ad andare verso i poveri e i fratelli nel bisogno che stimolo vi offrono nella vostra quotidiana azione, e quali sono, oggi, le maggiori urgenze insolute?
“Cerchiamo di rispondere all’appello del nostro Papa, che giunge proprio nell’Anno della vita consacrata, ad affrontare e contribuire a risolvere le emergenze e i problemi delle persone non solo con il progetto FranzisCa: anche nelle nostre scuole e nei nostri asili ci adoperiamo per consentire l’accesso all’istruzione e alla formazione anche ai bambini poveri. Accanto all’assistenza di base (fornire cibo, alloggio, igiene), riteniamo che sia nostro compito offrire l’accesso all’istruzione e alla formazione, in modo da assicurare in futuro anche un lavoro. In una formazione adeguata vediamo la chiave per l’integrazione nella società e il contributo alla creazione della pace per le giovani generazioni anche della popolazione austriaca”.