LE SPOGLIE IN SAN PIETRO
Michele Castoro, arcivescovo di Manfredonia-Vieste-San Giovanni Rotondo: “La scelta del Papa è per noi motivo di gioia e di grande responsabilità”. “Come testimone e apostolo della misericordia – aggiunge – intende suggerire un modello di Chiesa che sta vicino alla gente, che cura e fascia le ferite ma anche un modello di pastore”. La preparazione diocesana all’evento e il Giubileo dei “Gruppi di preghiera”
Entusiasmo, gioia e grande responsabilità… L’arcidiocesi di Manfredonia-Vieste-San Giovanni Rotondo si prepara al grande evento che, in qualche modo, la vedrà protagonista nel 2016. Per decisione di Papa Francesco, infatti, nell’ambito del Giubileo straordinario della misericordia, le spoglie di San Pio da Pietrelcina saranno esposte nella Basilica Vaticana, dall’8 al 14 febbraio 2016. "Il Santo Padre – spiega monsignor Rino Fisichella, presidente del Pontificio Consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione – ha espresso il vivo desiderio perché le spoglie di San Pio da Pietrelcina siano esposte nella Basilica di San Pietro il 10 febbraio, Mercoledì delle Ceneri, giorno in cui Egli invierà in tutto il mondo i missionari della misericordia. La presenza delle spoglie di San Pio sarà un segno prezioso per tutti i missionari e i sacerdoti". Questa decisione del Papa "è stata accolta con entusiasmo in diocesi", fa sapere monsignor Michele Castoro, arcivescovo di Manfredonia-Vieste-San Giovanni Rotondo, riflettendo per la prima volta sulla notizia che ha fatto il giro del mondo.
Eccellenza, quali sentimenti in diocesi per questa decisione?
"La scelta del Papa è per noi motivo di gioia e di grande responsabilità perché alla santità di Padre Pio corrisponda anche la buona volontà di quanti oggi abitano gli stessi luoghi. Significa, in modo particolare, riscoprire il valore dell’accoglienza e dell’attenzione verso l’altro. Realtà incarnata anche nell’opera di Padre Pio: l’ospedale Casa Sollievo della Sofferenza".
Qual è il messaggio che giunge da questa scelta del Papa?
"Da Padre Pio giungevano grandi folle in cerca di Dio, del suo amore, del suo perdono ed egli si è fatto strumento della divina misericordia, sciogliendo dal laccio di satana quanti erano sotto il giogo del peccato. Il Papa indicando Padre Pio come testimone e apostolo della misericordia intende suggerire un modello di Chiesa che sta vicino alla gente, che cura e fascia le ferite ma anche un modello di pastore secondo il cuore di Dio. Il messaggio è guardare alla gente con gli occhi del buon pastore ma anche rimuovere ciò che ci allontana da Dio e che può causare la morte spirituale, cioè il peccato. Gesù prima di guarire il paralitico rimette il suo peccato. Oggi il mondo ha tanto bisogno di fare esperienza di Dio, di scoprire l’abbraccio del Padre".
In che modo la diocesi si preparerà all’evento?
"Cercheremo di approfondire la spiritualità e la figura di Padre Pio, riflettendo anche sull’attributo divino della misericordia, a partire dalla Scrittura. Cureremo inoltre la preparazione al sacramento della riconciliazione cercando di offrire varie possibilità di ascolto per quanti hanno necessità di aprire il loro cuore al Signore o anche per quanti sentono il bisogno di essere ascoltati e ricevere una parola di conforto. Come del resto dice il Salmo 85: Sei pieno di misericordia con chi ti invoca’. Sarà utile approfondire i carismi delle opere della divina misericordia e, fra queste, quello di Casa Sollievo della Sofferenza, voluta da Padre Pio come testimonianza visibile dell’amore misericordioso verso i poveri e i sofferenti. L’Ospedale proprio in quest’Anno giubilare, il 5 maggio 2016, ricorderà il sessantesimo della sua nascita. Inoltre, la diocesi vivrà l’Anno Santo anche come preparazione alla visita pastorale che inizierà alla fine del 2016".
Da una "piccola" diocesi pugliese arriva in San Pietro un messaggio e un esempio per le Chiese di tutto il mondo…
"Questo mi fa pensare al rapporto tra fede e memoria, messo in luce dall’enciclica Lumen Fidei. Facendo memoria della fede dei nostri padri, conservata nella Chiesa, giungiamo alle sorgenti dell’amore misericordioso di Cristo che ha dato se stesso per noi. Ogni diocesi e ogni comunità cristiana può attingere alla testimonianza di fede di quanti hanno lasciato un segno nel cammino della fede. Ecco dunque il messaggio: cercare il volto di Cristo nella fede di quanti la Chiesa offre quali modelli e testimoni".
Il 13 febbraio, durante l’esposizione delle spoglie del Santo in Vaticano, si terrà il Giubileo dei "Gruppi di preghiera di Padre Pio" che saranno ricevuti in udienza dal Papa. Eccellenza, come responsabile dei Gruppi di preghiera, sa che molto spesso vengono considerati "pietà popolare" in senso spregiativo, invece…
"Invece essi esprimono quella vita teologale animata dallo Spirito Santo di cui parla Papa Francesco nella Evangelii Gaudium a proposito di pietà popolare (n. 125). Si tratta di una fede fatta di gesti semplici e concreti che esprimono l’amore di Dio che si è sperimentato nel cuore e divengono luogo d’irruzione della forza sanante del Vangelo. Padre Pio li voleva fari di luce, vivai di fede e focolai d’amore’. I nostri Gruppi di preghiera vivono la loro missione nella Chiesa, per la Chiesa e con la Chiesa. Professano il primato della Parola di Dio, che purifica la preghiera, e la centralità dell’Eucaristia, come sorgenti dalle quali scaturisce il servizio, la diaconia verso i fratelli".
Come si prepareranno al Giubileo?
"Lasciando a ogni assistente spirituale la possibilità di suggerire e proporre percorsi biblici e pastorali all’interno dei propri gruppi. Credo sia importante che negli incontri delle nostre realtà non manchi un approfondimento del tema della misericordia secondo la Scrittura e un riferimento alla spiritualità di Padre Pio, a come l’umile frate ha vissuto questo Vangelo della misericordia. La preghiera ne troverà giovamento e anche le opere saranno vere opere di misericordia. Un cammino interiore e spirituale, ma comunitario, parrocchiale e diocesano che ci preparerà al pellegrinaggio a Roma e all’incontro con il Papa".