RIFORMA DEL PROCESSO CANONICO

La salvezza delle anime è sempre al primo posto

Il Papa ha cercato di testimoniare come intende accompagnare gli uomini e le donne di oggi: i matrimoni riusciti, fecondi e felici, quelli in crisi, quelli lacerati. Tutti intende ricomprendere nell’abbraccio della Chiesa, che non scomunica, ma accoglie, che guida, corregge, sostiene e accompagna, nel segno appunto della misericordia

“La funzione del diritto è orientata alla salus animarum”. Lo disse Papa Francesco a gennaio alla Rota romana. È un latino facile facile, che inquadra molto bene la riforma del “processo canonico per le cause di nullità del matrimonio” appena pubblicata, che questa linea attua praticamente.
Il matrimonio cattolico è una unione per la vita di un uomo e di una donna ed è indissolubile. Questo è e resta chiaro. Ma certamente non basta. Così Papa Francesco, fin all’inizio del suo pontificato, ha avviato una importante opera di verifica dello stato del matrimonio, di fronte alla crescente gracilità del vincolo, accentuata dalle rapidissime trasformazioni della società e dal disorientamento che ne consegue. Ecco allora i ripetuti interventi per ribadire gli elementi strutturali e l’importanza del matrimonio e della famiglia, ma soprattutto la realtà concreta della vita matrimoniale. Del resto lo aveva scritto nella “Evangelii Gaudium”: “La realtà è superiore all’idea”. E “questo implica di evitare diverse forme di occultamento della realtà”, che puntualmente enumera (n. 231, da rileggere con attenzione). Così del matrimonio e del matrimonio cristiano il Papa ha ricordato, incontrando tutti, a Roma e nel mondo, la straordinaria bellezza, ma anche le crisi e le difficoltà, denunciando con vigore gli attacchi – subdoli o espliciti – cui è soggetto dalla cultura dominante. In tutti i risvolti della vita matrimoniale, nella felicità e nella sofferenza, il Papa ha cercato di testimoniare come intende accompagnare gli uomini e le donne di oggi: i matrimoni riusciti, fecondi e felici, quelli in crisi, quelli lacerati. Tutti intende ricomprendere nell’abbraccio della Chiesa, che non scomunica, ma accoglie, che guida, corregge, sostiene e accompagna, nel segno appunto della misericordia, la parola-chiave (insieme a conversione) della predicazione, così semplice e così chiara, di Francesco. In concreto si tratta, con la riforma, di rendere più spedito l’iter di riconoscimento della nullità del vincolo, in particolare per i casi più eclatanti, inserendolo meglio nell’ordinaria vita diocesana ed ecclesiale. In effetti molti matrimoni falliscono anche semplicemente perché sono di fatto nulli. E dunque è importante usare tutti gli strumenti giuridici e pastorali per allineare la forma alla sostanza. Anche per evitare l’allontanarsi puro e semplice dalla Chiesa di tutti coloro che si trovano in una situazione di crisi o difficoltà o rottura matrimoniale.
La disciplina del riconoscimento di nullità del vincolo, riformata, ma in coerenza con i principi del diritto canonico, ribadisce una impostazione e, sul grande tema del matrimonio, le sue crisi e le soluzioni possibili, indica una via, nello stesso tempo realistica e coerente: venire incontro alle situazioni concrete, alle attese e alle speranze delle persone, coerentemente con i principi. Anche sotto questo profilo è così un passaggio importante del percorso di questo fondamentale Sinodo biennale sulla famiglia, ormai prossimo, a ottobre, all’appuntamento conclusivo e decisivo.