GERMANIA

“Insieme siamo Chiesa”

Conferenza episcopale: plenaria su emergenza-migrazioni e rinnovamento ecclesiale avviato con il “Processo di dialogo”. Il ruolo dei laici

L’esodo dei profughi con il ruolo dei cattolici nell’accoglienza e una nuova stagione di evangelizzazione e riscoperta dei valori della Chiesa e della comunità dei fedeli tedeschi, con una lettera dei vescovi per il rinnovamento pastorale: sono stati i due temi intorno ai quali si sono confrontati i vescovi tedeschi nell’assemblea plenaria autunnale della Conferenza episcopale tedesca (Dbk). L’assise si è tenuta a Fulda dal 21 al 24 settembre, concludendosi con la conferenza stampa del card. Reinhard Marx, presidente della Dbk, e con una manifestazione celebrativa per i cinquant’anni dal Concilio Vaticano II.

Profughi, accoglienza, identità cristiana. Due giorni di serrato confronto con operatori sociali, volontari, responsabili e coordinatori dei servizi diocesani per i migranti hanno aperto la plenaria autunnale: i vescovi tedeschi hanno posto l’accento sulla necessità che si risolva la prima reale emergenza dopo l’accoglienza primaria, cioè la fornitura di alloggi che non siano dei rifugi estemporanei e precari. L’impegno formale è quello di ampliare l’impegno a favore dei rifugiati attraverso un vescovo, l’arcivescovo di Amburgo Stefan Hesse, che avrà il ruolo di “coordinatore e contatto per le questioni delle diocesi di frontiera”. Comunicando la nomina, il card. Reinhard Marx ha sottolineato che la Chiesa tedesca ha già donato 98,6 milioni di euro a disposizione quest’anno: le diocesi tedesche hanno fornito più di 66,5 milioni di euro di fondi speciali per l’assistenza ai rifugiati, mentre le agenzie di solidarietà e caritatevoli hanno realizzato progetti per i profughi all’estero per 32,1 milioni di euro, esprimendo al contempo la necessità di un sempre maggior coinvolgimento perché “perdiamo la nostra identità di cristiani quando siamo indifferenti”. Al riguardo, mons. Norbert Trelle, vescovo di Hildesheim e responsabile per la pastorale dei migranti, ha espresso timori per un ventilato inasprimento delle norme sul diritto d’asilo. Tema questo ripreso anche dal cardinale Rainer Woelki, arcivescovo di Colonia, che ha messo l’accento sulla inclusione dei bambini rifugiati nelle scuole cattoliche e negli asili, come anche la possibilità per i giovani di proseguire gli studi universitari abbandonati con la fuga dal proprio Paese d’origine. Il cardinal Woelki ha anche analizzato la questione relativa al diverso trattamento nei confronti dei rifugiati economici dai Balcani, che non si possono avvalere del diritto d’asilo, “ma le legittime preoccupazioni di queste persone di trovare lavoro non possono essere pregiudizialmente negate”.

Una nuova stagione pastorale. Il documento “Insieme siamo Chiesa – Lettera dei vescovi tedeschi per il rinnovamento pastorale”, presentato alla conclusione dei lavori dell’Assemblea mercoledì 23, si pone come strumento di accompagnamento per la Chiesa tedesca nei prossimi anni: facendo esperienza del quinquennio del “Processo di dialogo” da poco terminato, e avendo come base i documenti conciliari della “Gaudium et spes” e “Lumen gentium”, “Insieme siamo Chiesa” accompagnerà i fedeli nella loro vita diocesana, per una “via della Chiesa del popolo verso una Chiesa del popolo di Dio”, è scritto nella prefazione della lettera, nella quale si esprime la necessità di “un cambiamento di prospettiva e di atteggiamento della Chiesa nel suo complesso” attraverso “la comune vocazione battesimale di tutti” i fedeli. Il problema della mancanza di sacerdoti, e il ruolo sempre più centrale nella vita delle comunità di laici preparati e istruiti nelle questioni pastorali. Il presidente della Commissione pastorale, il vescovo di Osnabrück, mons. Franz-Josef Bode, ha spiegato che “il sacerdozio comune di tutti e il sacerdozio ministeriale sono due aspetti del sacerdozio di Gesù Cristo che si confrontano reciprocamente”, mentre il vescovo di Münster, mons. Felix Genn ha chiarito che “i cambiamenti nella Chiesa in Germania con la frase ‘Insieme siamo Chiesa’ sono ben lungi dall’essere conclusi, è solo una sorta di relazione intermedia su un percorso più lungo, che abbiamo formulato”. Secondo Genn, infatti, i “carismi sono il modo concreto in cui la partecipazione di individui si incarna” e i laici non vogliono solo più esser reclutati per scopi specifici ma chiedono di essere coinvolti con le loro capacità personali e secondo le loro possibilità. Nel documento viene anche trattato il tema della corresponsabilità femminile nella gestione pastorale ed ecclesiale.