POLONIA
Un gruppo rappresentativo di laici e sacerdoti ha predisposto un testo in vista del Sinodo. Tradotto in varie lingue, sarà affidato ai padri sinodali
“Il mondo di oggi ha bisogno dell’insegnamento cristiano sul matrimonio e sulla famiglia”: lo afferma un documento predisposto in vista del Sinodo da un gruppo rappresentativo costituito da laici e da alcuni sacerdoti polacchi che, tradotto in varie lingue, sarà consegnato ai padri sinodali. Il testo, sottoscritto precisamente da 18 laici e 5 preti, è frutto di numerosi incontri dei rappresentanti di gruppi denominati “Forum tra i due Sinodi”, e delle discussioni, anche vivaci, tra aderenti a varie associazioni e think tank cattolici come Christianitas, Università Cattolica di Varsavia (Uksw), Comunità Emmanuele, Centro Giovanni Paolo II, nonché le più importanti riviste e settimanali cattolici. Il testo, lungo una decina di pagine, esamina questioni considerate fra le più importanti per le famiglie cattoliche nel mondo: la promozione di una teologia della famiglia, lo sviluppo della pastorale famigliare, le relazioni tra la famiglia e lo Stato, la legislazione, il mondo della politica e quello della cultura, e infine i problemi legati all’educazione e alla difesa della vita.
Iniziativa spontanea. “Il Forum tra i due Sinodi era nato all’inizio dell’anno in modo del tutto spontaneo, nel corso di uno dei dibattiti organizzati all’Università Wyszynski dopo il primo Sinodo sulla famiglia”, racconta Jacek Grzybowski, sacerdote e docente presso la cattedra di Filosofia della cultura dell’Uksw. Dariusz Karlowicz, filosofo e uno dei responsabili della rivista “Teologia Polityczna” (Teologia politica) aveva lanciato l’idea del Forum convinto della “necessità di far sentire la voce di quei laici che vivono in un grande Paese al centro d’Europa abitato da famiglie cattoliche”. La scrittrice e giornalista Ewa Czaczkowska aggiunge: “Questo è anche un modo per esprimere ciò che i laici avrebbero voluto dire ai padri sinodali sulla famiglia e il suo futuro, e sull’educazione dei figli”.
No alla “colonizzazione ideologica”. I partecipanti al Forum sperano che il Sinodo “rafforzi e richiami l’attenzione sulla famiglia cristiana fondata sul matrimonio sacramentale”. “Il silenzio della Chiesa in merito alla ridefinizione del concetto della famiglia in atto a volte potrebbe venir inteso come fuga dei pastori dal loro gregge”, scrivono gli autori del documento, auspicando che i padri sinodali “analizzino con perspicacia le ideologie e i meccanismi istituzionali che minacciano la famiglia” e “chiamino con il loro vero nome” tutto ciò che Papa Francesco descrive come “colonizzazione ideologica” del mondo moderno. Esprimono, inoltre, la preoccupazione che suscitano in loro “i meccanismi istituzionali – sia su scala nazionale che a livello sovranazionale – che finanziano le attività volte a ridefinire la famiglia” promuovendo “l’avanzamento di ideologie contrarie all’insegnamento cattolico”.
Ruolo della politica, cultura cristiana. Un “allarme particolare” suscita “il dettato della politica nel campo di antropologia e medicina”, che porta alla “destabilizzazione della sessualità e alla ridefinizione della famiglia”. “La Chiesa non abbia dubbi a difendere la famiglia nei contenziosi con quelle istituzioni che promuovono dei programmi educativi ambigui”, chiedono gli autori del documento, rilevando l’importanza che “accanto all’interesse giustamente dedicato alle coppie in crisi, alle persone che cercano la retta via o quelle che dubitano nella loro fede” venga anche offerto “un sostegno adeguato a coloro che vivono in conformità con il magistero”. La Chiesa, ammoniscono, “non può rinunciare a costruire la cultura cristiana” anche quando tale compito “richiede dei meccanismi concreti di sostegno per le scuole cattoliche e le università, i mezzi di comunicazione e l’arte”. Gli autori del documento sperano in un forte richiamo da parte della Chiesa rivolto “ai politici cristiani e alle organizzazioni internazionali a favore di una coraggiosa difesa dei diritti della famiglia e della vita umana”. “Non penso al nostro documento in termini di attese, influenze o impatti – dice Dariusz Karlowicz -. Ma quando durante due successivi sinodi ci si occupa della famiglia ciò significa che la Chiesa vuole dare il segnale che questo tema è oggi il più importante”. Ed è questa la ragione per cui “anche i laici cattolici hanno l’obbligo di riflettere e discutere quel tema”, aggiunge.