DOPO LE BIMBE KAMIKAZE
La più giovane aveva 9 anni, la più grande non più di 14 ed hanno compiuto l’ennesimo massacro di innocenti facendosi saltare in aria con cinture e giubbotti carichi di esplosivi all’esterno di una moschea di Maiduguri. Siamo in Nigeria, nello Stato nord-orientale di Borno e l’attentato (sebbene non sia stato rivendicato) porta la firma dei Boko Haram, i fondamentalisti islamici che proprio in quest’area hanno dato il via alla loro guerra sanguinosa per l’instaurazione della Sharia.Come può un testo sacro diventare alibi per giustificare l’orrore? Come possono delle bambine diventare carne da macello? Non è la prima volta che succede. Non è la prima volta che il radicalismo prende di mira la donna, la colpisce a morte togliendole tutto e cioè la dignità di vivere, di studiare, di progettare un futuro, di guardare con occhi aperti e liberi il mondo.Siamo ancora in attesa di sapere che fine hanno fatto le 219 studentesse, tutte tra i 12 e i 17 anni, che sono state rapite a Chibok il 14 aprile del 2014 per essere "convertite all’Islam e date in sposa". Ci sono poi in Europa madri che non cessano di piangere perché le loro figlie – accecate da una perversa manovra di plagio – hanno lasciato la loro vita, sono partite per i territori dell’Isis e si sono immolate al "riposo del guerriero".Nella storia recente è stato dimostrato che a salvare le donne dalla schiavitù, dalla sottomissione, dalla ineguaglianza dei diritti, sono state le donne. Saranno le donne a salvare le loro sorelle in umanità, vittime in Nigeria, in Siria, nei sottoscala delle città europee, di un maschilismo cattivo e perverso.Si tratta allora di far nascere un globale movimento di liberazione femminile. Ma occorre indignarsi e rompere gli schemi. E le prime a farlo dovranno essere le donne dell’Islam. Quelle che liberamente scelgono di indossare o meno il velo. Quelle che fortemente credono nel Corano e lo rispettano con tutte se stesse. Quelle che educano i figli al valore della reciprocità e del dono dell’altro. Se cominciassero loro a gridare "mai più!", noi tutte ci metteremmo al loro fianco e non le lasceremmo sole. Sarà anche a partire dalle donne che l’Islam può salvare se stesso dalle derive di un radicalismo che purtroppo lo sta portando fuori dalla storia.