REPUBBLICA CECA
Mediante il “Fondo cattolico” si sviluppano interventi solidali nel settore abitativo, per il lavoro o l’istruzione. Alcuni esempi sul territorio
La legge sul concordato in materia di proprietà tra lo Stato e le Chiese nella Repubblica Ceca è entrata in vigore nel gennaio 2013. È stata approvata dopo anni di discussioni a vari livelli della società e, finalmente, la restituzione dei beni della Chiesa cattolica confiscati in passato ha potuto essere avviata. Il passo più significativo verso l’autonomia finanziaria e lo sviluppo è stato compiuto con la creazione del Fondo cattolico, istituito in collaborazione con la Banca commerciale cecoslovacca di gestione delle risorse, che ha vinto la gara d’appalto e gestisce gli investimenti seguendo le decisioni e le preferenze della Chiesa.
Aspetti etici e morali. Le diocesi cattoliche sono entrate nel Fondo cattolico sulla base di una loro decisione volontaria e, finora, tutte hanno deciso di valorizzare il denaro proveniente dal concordato sulla proprietà in questo modo. La quantità di denaro è andata costantemente crescendo, aprendo ampie possibilità per investimenti efficaci. “Per quanto riguarda il portafoglio del fondo, rispettiamo pienamente la dimensione morale ed etica degli investimenti, escludendo rigorosamente le aziende che producono alcol o armi”, spiegano i rappresentanti delle diocesi responsabili di questo aspetto. “Ho apprezzato la collaborazione con la Banca commerciale cecoslovacca di gestione delle risorse finora, così come la gestione del Fondo cattolico”, sostiene mons. Tomas Holub, segretario generale della Conferenza episcopale. “Apprezzo molto la fiducia reciproca, soprattutto in considerazione del fatto che è la prima esperienza della Chiesa con questo tipo di investimento”. Ed è solo l’inizio.
Al centro la solidarietà. Le diocesi sono ben consapevoli delle loro responsabilità rispetto alla valorizzazione del loro denaro e al successo dello sviluppo del fondo, in quanto esercita una notevole influenza sulle sue future attività e progetti, previsti in particolare nelle aree dell’assistenza sociale, dell’attività caritativa e dell’istruzione. La diocesi di Litomerice, ad esempio, quest’anno ha acquistato un edificio a Dobranov, utilizzando una compensazione finanziaria derivante dal concordato sulla proprietà tra lo Stato e la Chiesa cattolica. L’ufficio locale della Caritas lo ha trasformato in alloggi sociali per famiglie o genitori singoli con figli in difficoltà economiche. “Grazie a questo aiuto temporaneo ho potuto risolvere alcuni dei miei problemi, trovando un grande sostegno nella comunità parrocchiale locale che mi ha permesso di tornare alla vita normale”, testimonia Pavla, una madre single con diversi bambini. Un altro esempio positivo è la fondazione della cosiddetta “fattoria sociale” a Velenice, che crea posti di lavoro in agricoltura per gruppi emarginati di persone che vivono nella regione, caratterizzata da un alto tasso di disoccupazione. Il progetto è nato come un investimento dell’ufficio locale della Caritas (49%) e della diocesi di Litomerice (51%), e aspira a diventare un business redditizio con una forte componente di solidarietà. Ci sono molti altri esempi di questo tipo, che dimostrano che è possibile far funzionare un’attività commerciale con il cuore, con una forte enfasi sulla missione propria della Chiesa: la solidarietà con le persone bisognose. “Si tratta di una forma moderna di imprenditorialità che si occupa non solo del profitto, ma soprattutto della dimensione sociale del lavoro”.
Armonia nelle priorità. I vescovi cechi e moravi stanno dedicando una grande attenzione alla collaborazione con le autorità statali e regionali, con un impatto su tutti i settori della vita della società. “Si tratta di impostare un modello di cooperazione a lungo termine. È importante dal nostro punto di vista, come cittadini di questo Paese, perché noi non viviamo qui per il periodo di un’elezione, o per il periodo di ministero di un vescovo. Soltanto l’impegno con una prospettiva a lungo termine porta i frutti giusti, questa è la nostra esperienza”, spiega il cardinale Dominik Duka, sottolineando che l’uomo deve essere al centro di tutte le politiche di qualsiasi struttura della società. Con questa finalità, la Chiesa cattolica ha in programma di sviluppare i suoi progetti e attività, comprese quelle che riguardano l’economia e gli investimenti del denaro ricavato dal concordato sulla proprietà.