BASTA RABBIA IN TERRA SANTA

E la Giornata della concordia?

Continuano a registrarsi morti nella "guerra non dichiarata" che si sta combattendo in Terra Santa. È solo delle ultime ore la conta dei morti e feriti negli ultimi attentati: secondo alcuni media, ci sarebbero almeno due morti e una ventina i feriti negli attacchi di stamattina a Gerusalemme. Sono stati due e non tre gli attentati in contemporanea nella città, ha riferito la polizia dopo le prime informazioni che parlavano di tre episodi. A questi si aggiungono due accoltellamenti a Raanana. Secondo le prime ricostruzioni, la prima vittima israeliana è stata uccisa a bordo dell’autobus ad Armon HaNatziv dove due palestinesi hanno aperto il fuoco e accoltellato i passeggeri. La vittima è un uomo di circa 60 anni, ma ci sarebbe anche un ferito grave. La polizia ha ucciso il primo dei due terroristi e catturato l’altro. Il secondo israeliano è stato ucciso in via "Malkei Israel", quando un palestinese ha lanciato la propria auto contro un gruppo di persone in sosta alla fermata dell’autobus. L’attentatore è poi sceso e ha accoltellato chi era a terra. La polizia ha detto di aver "neutralizzato" l’attentatore.
Sono ormai più di 20 gli episodi di aggressione all’arma bianca in Israele, a Gerusalemme e in Cisgiordania dallo scorso 3 ottobre. Intanto, gruppi palestinesi hanno indetto per oggi la "Giornata della rabbia" in Cisgiordania, Gaza e a Gerusalemme Est. Una giornata che non aiuta a distendere gli animi, anzi. Inoltre, i responsabili della comunità araba in Israele hanno convocato uno sciopero. Il clima è veramente incandescente.
Speriamo soltanto che stasera il bilancio di morti e feriti non aumenti, mentre noi sogniamo che un domani, non sappiamo quanto vicino o lontano, si possa celebrare la "Giornata della concordia". Un’utopia? Chissà… Di certo, perché questo sogno si tramuti in realtà, ci vorrebbe l’impegno proprio di tutti, da entrambi i lati delle barricate. Perché la pace si costruisce insieme, nel dialogo e nella consapevolezza che ognuno dovrebbe rinunciare a qualche pretesa per costruire un mondo migliore per sé e per le generazioni future.