VALE LA SUA PAROLA
Noi credenti siamo fatti così: crediamo al Papa. Del resto, che cattolici saremmo se non dessimo credito alle parole di Pietro, chiamato a guidare la Chiesa sui passi di Gesù? Ecco perché la vicenda del presunto scoop sul "tumore benigno al cervello" di Francesco, per noi è già bella che chiusa. Valgono le parole inappellabili di padre Federico Lombardi, portavoce della sala stampa vaticana, pronunciate dopo "le verifiche con le fonti opportune, compreso il Santo Padre". Ha detto padre Lombardi: "Posso confermare che il Papa gode di buona salute". E poi una serie di pacate considerazioni che hanno smontato il caso mediatico costruito dal Quotidiano nazionale.
Ci permettiamo di avanzare solo due piccole riflessioni ad uso dei credenti e dei non credenti. La prima: è difficile immaginare che Papa Francesco possa scegliere il segreto per una questione personalmente delicata come la sua salute. Da pastore che sta davanti, dietro e in mezzo al gregge, pensiamo che non esiterebbe un istante a parlare di sé e a chiedere le preghiere del popolo. Come un Padre affettuoso fa con i suoi figli. Non li scandalizza, ma li fa partecipi.
La seconda: il Sinodo sulla famiglia si avvia a conclusione dopo aver subito tre tentativi di deragliamento mediatico. Episodi apparentemente slegati fra di loro (caso Charamska, la lettera dei tredici e infine la "malattia") ma tutti convergenti sulla persona di Francesco a cui toccherà indicare il ruolo della famiglia nella Chiesa. Qualche vecchio sacerdote ci vedrebbe il "fumus" del Maligno. Noi, più semplicemente, ci vediamo le manine di uomini.
Caro Francesco, "ad multos annos".