Territori
Napoli, Napoli e ancora Napoli. Sempre sotto i riflettori e raramente per notizie positive. Una volta la retorica sulla città ce la presentava come la terra della pizza e del mandolino, oggi come quella della camorra e dei rifiuti… Di questi giorni è la polemica per la trasmissione di Rai Uno, “L’Arena” di Massimo Giletti. Il quadro emerso non è piaciuto al sindaco, Luigi De Magistris, e ora su tutti i giornali politici e intellettuali dibattono aspramente su chi ha ragione.
Non che questi problemi – camorra, rifiuti, degrado… – non affliggano davvero il capoluogo partenopeo, ma sarebbe bello se, per una volta, guardassimo in positivo. Una nota citazione, attribuita a Johann Wolfgang Goethe, che, a sua volta, aveva ripreso un modo di dire diffuso in città, afferma: “Vedi Napoli e poi muori”. Il detto voleva lasciar intendere che una volta vista Napoli, si poteva anche morire, pieni della sua bellezza. Ma oggi sembra quasi una condanna: vedi Napoli e poi muori, sul serio…
Non possiamo, allora, cambiare ottica e superare la retorica della città più bella del mondo, tanto cara non solo ai suoi abitanti e a tutti gli italiani, per cercare di renderla la città più vivibile? Perché tanta bellezza, se non è accompagnata da una qualità della vita buona, a poco serve. Ai napoletani e pure ai tantissimi turisti che continuano a sceglierla come meta dei loro tour culturali. Ogni operazione per migliorare la vivibilità di Napoli è ben accetta.
Invitiamo tutti a trattare Napoli “con i guanti gialli”. Lo meritano i suoi abitanti e quanti la amano. Magari, rileggiamo le pagine scritte da Goethe su Napoli: ci aiuteranno a riscoprirne il fascino e a far nascere la volontà di vederla “più bella” non solo esteriormente, un luogo capace ancora oggi di regalare felicità, civiltà e cultura. Goethe ci perdonerà, ma noi auguriamo al mondo intero: “Vedi Napoli e poi… vivi”.