Visita

Il presidente polacco Duda: “Il Papa desidera visitare Jasna Gora e il lager di Auschwitz”

Il Capo dello Stato ha incontrato Bergoglio e il cardinale Parolin in Vaticano. Al centro dei colloqui anche il processo di integrazione europea e l’emergenza-profughi. “Necessaria la pace in Ucraina”

Vaticano, 9 novembre: Papa Francesco riceve in udienza il presidente della Polonia

“Posso dire che la mia visione dell’Europa è molto simile a quella del Papa”: il presidente polacco Andrzej Duda, ricevuto ieri in udienza dal Pontefice, ne racconta i passaggi salienti, trasmettendo un’evidente soddisfazione. “È stata un’esperienza bellissima – confida –. Papa Francesco è una persona che emana il bene”. Il Capo di Stato, accompagnato dai familiari, ha portato in dono a Bergoglio l’effige della Madonna Nera di Czestochowa, dinanzi alla quale il Papa ha espresso il desiderio di recarsi al santuario di Jasna Gora in occasione della sua visita in Polonia l’anno prossimo per la Gmg2016.

Signor Presidente, ha parlato con il Pontefice dell’avvenire dell’Europa? E qual è la sua visione del futuro del continente?
“Il Pontefice desidera un’Europa solidale. Solidale nel bene. Papa Francesco incoraggia a fare del bene. Durante il nostro colloquio ha affermato che il mondo, così come l’Europa, ha bisogno di tornare ai valori tradizionali. In Europa, poi, ci dev’essere più umanità, più solidarietà. Il profitto non deve essere l’elemento fondamentale per il buon funzionamento dell’Europa.

L’Unione europea non può essere soltanto un terreno sul quale si scontrano gli  interessi materiali, poiché l’uomo e le necessità dell’individuo sono più importanti di ogni altra cosa. E quindi anche quell’uomo che sia in difficoltà, l’uomo che non abbia avuto successo nella vita… Per questa ragione il Papa sottolinea con tanta forza l’urgenza della misericordia e dell’aiuto al prossimo”.

Lei avrà senz’altro parlato al Pontefice della situazione in Polonia, dopo le recenti elezioni politiche vinte dal partito conservatore Legge e giustizia (PiS), dal quale lei stesso proviene. Qual è il ruolo della Polonia in Europa oggi?
“Ho parlato con il Papa della situazione in Polonia anzitutto nella prospettiva della Gmg2016 a Cracovia. Il Pontefice ha espresso il desiderio di visitare, oltre Cracovia, anche il santuario mariano di Jasna Gora a Czestochowa e il museo del campo di concentramento nazista di Auschwitz. Non vi è però ancora nulla di definito.

In Polonia i preparativi alla Gmg2016 sono a buon punto e non ci destano preoccupazioni.

Per quanto riguarda invece il ruolo della Polonia in Europa concordo con il Papa che deve essere quello di ribadire in Europa il valore della solidarietà. Papa Francesco conosce bene la storia del movimento di Solidarnosc, il primo sindacato libero in un Paese governato dal regime comunista, e considera molto importanti i suoi valori con i quali adesso la Polonia può contribuire alla costruzione europea. Oggi, a differenza dei tempi di Solidarnosc, non dobbiamo più lottare per una Polonia libera e sovrana, ma dobbiamo sempre prenderci cura della nostra sovranità e della nostra democrazia, poiché non ci sono state date una volta per sempre. Richiedono un’attenzione costante. Dobbiamo quindi impegnarci costantemente a preservare la nostra sovranità, intesa in modo giusto. Per far ciò è molto importante mantenere una rettitudine morale ed etica che permetta di non travalicare i limiti della propria libertà a scapito degli altri. E non dobbiamo dimenticare i grandi personaggi della storia come san Giovanni Paolo II e Ronald Reagan che hanno cambiato la storia e ci hanno permesso di avere oggi la Polonia sempre più vicina alle grandi democrazie occidentali, nonostante il loro tenore di vita sia diverso e più elevato che nel nostro Paese”.

Nel corso del suo colloquio con Francesco, e di seguito con il cardinale Parolin, si è parlato degli attuali conflitti nel mondo e del problema dei profughi?
“Per il Santo Padre e i suoi collaboratori, e anche per me, è incontrovertibile che si debba arrivare a una pace duratura in Ucraina. Non possiamo permettere che ci sia una situazione di conflitto latente: bisogna assolutamente arrivare alla pace.

Per quanto riguarda invece la questione dei profughi, dobbiamo essere aperti: se qualcuno vuole venire da noi e ha bisogno d’aiuto è doveroso concederglielo. Ma nessuno ha il diritto di costringere le persone e dire loro di andare dove non vogliono, di rimanere in un Paese o in un altro, o di andare via. Noi polacchi dovremmo poi ricordare che non è lecito negare aiuto a chi ne ha reale necessità”.