Immigrazione

La Caritas di Bolzano apre la decima struttura di accoglienza per richiedenti asilo

Tra pro e contro apre i battenti “Casa Anna”, la decima struttura di accoglienza per profughi, che la Caritas diocesana, in accordo con la Provincia di Bolzano, gestisce sull’intero territorio provinciale. Un’anziana ospite della casa di riposo di Castelrotto: “Ho preparato un berretto di lana e lo voglio dare ad uno di questi giovani che arriveranno in questi giorni. Come posso fare? Ed ora mi metto subito a farne un altro. Loro non sono abituati alle nostre temperature e avranno sicuramente freddo”

Casa Anna, struttura di accoglienza per profughi richiedenti asilo

Castelrotto si è risvegliato questa mattina avvolto dall’aria frizzante che “sa di neve”.  Oggi è un inizio di settimana particolare per il paese altoatesino che sorge ai piedi dell’Alpe di Siusi, perla incastonata nell’incantevole paesaggio del parco naturale dello Sciliar. È un inizio di settimana particolare perché questa mattina il piccolo centro abitato darà il benvenuto a 19 nuovi “compaesani”. Oggi, infatti, apre i battenti “Casa Anna”, la decima struttura di accoglienza per profughi richiedenti asilo, che la Caritas diocesana, in accordo con la Provincia di Bolzano, gestisce sull’intero territorio provinciale.

 “Casa Anna” sorge nel centro del paese ed è stata messa a disposizione gratuitamente dalle Suore Terziarie che lì avevano un convento, disabitato ormai da due anni per mancanza di vocazioni.
All’arrivo dei nuovi “compaesani”, gli abitanti di Castelrotto si sono preparati già da giorni. Una settimana fa c’è stata anche un’assemblea pubblica nella sala parrocchiale, a cui hanno partecipato l’assessore provinciale alla sanità e alle politiche sociali Martha Stocker, il direttore di ripartizione Luca Critelli, il direttore della Caritas di Bolzano-Bressanone Franz Kripp, il diacono permanente e direttore dell’ufficio missionario diocesano Wolfgang Penn e Thomas Knoll, il vicesindaco di Tesimo, che ha raccontato l’esperienza di integrazione del suo paese, dove da luglio vivono 40 profughi provenienti dal Nordafrica. La serata organizzata per informare la gente del paese sull’arrivo dei nuovi ospiti di “Casa Anna”, è stata disturbata dall’intervento di tre esponenti di un partito dell’estrema destra tedesca. “Hanno interrotto la discussione con i loro slogan contro i profughi – racconta Wolfgang Penn -. Ma non erano del paese, venivano da fuori. E quando hanno finito il loro intervento se ne sono andati, senza accettare nemmeno di intavolare una discussione”. Un’azione di disturbo, eco dei fatti di Parigi, che anche in provincia di Bolzano, hanno risvegliato il fronte di quanti si oppongono all’accoglienza dei profughi.
A fare da contraltare agli slogan di chi si rifiuta di aprire le porte a chi è in fuga da conflitti, persecuzioni e carestie, c’è il gesto semplice di un’anziana ospite della casa di riposo di Castelrotto, che nella sua vita ha conosciuto gli orrori della guerra. “Domenica mattina – racconta Penn – al termine della messa, mi ha fermato fuori dalla chiesa e mi ha detto:

‘Ho preparato un berretto di lana e lo voglio dare ad uno di questi giovani che arriveranno in questi giorni.

Come posso fare? Ed ora mi metto subito a farne un altro. Loro non sono abituati alle nostre temperature e avranno sicuramente freddo’”.
“Nelle parole di questa anziana donna si rispecchia il sentimento di un intero paese, che si apre all’accoglienza”, afferma Penn. “Un’accoglienza dignitosa di chi fugge da situazioni invivibili è una rsiposta umana al terrorismo internazionale. Gli ospiti delle Case sono spesso proprio le vittime del terrorismo: persone che hanno subito torture, che hanno perso i loro familiari, che sono cresciute circondate dalla violenza, persone in fuga proprio dalla guerra, dal terrore, dalla devastazione ambientale e dalla miseria” dicono entrambi i direttori Caritas Paolo Valente e Franz Kripp.
Sabato scorso, 21 novembre, a Bressanone è stata inaugurata “Casa Miriam”. La struttura, messa a disposizione gratuitamente dall’Accademia Cusanus (realtà che fa capo alla Diocesi), ospita 12 richiedenti asilo.
Attualmente la Caritas altoatesina gestisce direttamente due Case a Bolzano (Casa Aaron e Casa Sara), una a Merano (Casa Arnica), quelle di Malles (Casa Ruben), Prissiano (Casa Noah), Vandoies (Casa del Pescatore), Brunico (Casa S. Giuseppe) e Prati di Vizze (Casa Lea). Le strutture, in questi casi, sono messe a disposizione dall’ente pubblico.
La situazione dei profughi in Alto Adige è caratterizzata da una certa stabilità. Attualmente nelle strutture messe a disposizione sul territorio provinciale sono ospitati complessivamente 855 richiedenti asilo e ogni giorno sono circa 70-100, in media, le persone che percorrono l’asse del Brennero verso Nord. Un dato, questo, leggermente al di sotto di quanto registrato nei mesi scorsi. Una prima assistenza viene tuttora offerta sia presso la stazione ferroviaria di Bolzano che al valico del Brennero.

Al di là del Brennero, in Tirolo, attualmente sono 4.700 i richiedenti accolti nelle strutture messe a disposizione nella regione.

“Seguiamo con attenzione lo sviluppo della situazione sia a livello nazionale che internazionale – sottolinea l’assessore provinciale Martha Stocker – e riteniamo sia molto improbabile che si verifichi lungo l’asse del Brennero ciò che sta avvenendo nei Balcani. La Provincia è comunque pronta a far fronte ad un eventuale aumento delle presenze”.