Famiglia

Grecia, legalizzate le unioni civili omosessuali. I vescovi, “ignorata la sensibilità cristiana del popolo”

Con un voto a larga maggioranza il Parlamento greco ha approvato, all’alba di oggi, la legalizzazione delle unioni civili per le coppie dello stesso sesso. La legge risolve tutti i problemi di natura legale, come eredità e assistenza medica, ma non prevede la possibilità di adottare bambini. Sfidata e battuta l’influente Chiesa ortodossa greca che condanna la norma. Disappunto anche dei vescovi cattolici che in una nota ribadiscono che la famiglia tradizionale, padre, madre e figli, rappresenta il nucleo fondante della società

All’alba di oggi il Parlamento greco, con 193 voti a favore e 56 contrari, ha legalizzato le unioni civili tra persone dello stesso sesso. A votare a favore è stata una maggioranza trasversale, che va dai rappresentanti della sinistra radicale al governo Syriza, passando per il Pasok, ai centristi di Potami e ai conservatori di Nuova democrazia. Il movimento dei Greci Indipendenti, partner di governo di Syriza, ha votato diviso: dei nove parlamentari, tre hanno votato a favore e sei contro. Spaccata anche Nuova democrazia, la principale forza di opposizione, con 29 sì su 79 deputati. Si conclude così un iter cominciato nel 2008, quando fu varata una norma che riconosceva la convivenza delle coppie non sposate, ma non gay. Nel 2013, la Corte europea dei diritti dell’uomo aveva stabilito che escludere le coppie dello stesso sesso dal patto di convivenza era discriminatorio. Questa nuova legge risolve tutti i problemi di natura legale, come eredità e assistenza medica, ma non prevede la possibilità di adottare bambini. Tutte le disposizioni in materia sono infatti state ritirate prima del voto per favorire l’accordo.

Tsipras: “un giorno importante”. “Questo è un giorno importante per i diritti umani – ha dichiarato il premier greco Alexis Tsipras – la legge difende il diritto delle persone alla parità indipendentemente dal sesso e dall’orientamento sessuale e mette la parola fine a un periodo di arretratezza e vergogna per lo Stato. Invece di celebrare dovremmo però forse chiede perdono alle centinaia di migliaia di cittadini greci a cui questi diritti fondamentali sono stati negati per anni”.

Disappunto della Chiesa Cattolica. Sfidata e battuta l’opposizione dell’ancora influente Chiesa Ortodossa e di quella cattolica locale. Quest’ultima, per bocca del suo Segretario generale, l’arcivescovo Nikolaos Printezis, esprime disappunto per questa approvazione. “Una legge che mette in discussione l’istituto della famiglia, composta da padre, madre e figli, che è il nucleo fondante della nostra società – dice l’arcivescovo riferendosi a una nota diffusa dai vescovi cattolici -. Il Parlamento non ha considerato la sensibilità cristiana radicata nella stragrande maggioranza della popolazione. Ma d’altra parte non ci sono elezioni in vista e quindi i politici non hanno bisogno di consensi elettorali come quelli che possono venire dalla Chiesa ortodossa”. Prossimo passo dei parlamentari, afferma convinto il Segretario generale della Conferenza episcopale greca, “sarà approvare le adozioni anche per gli omosessuali, solo per il momento messe da parte. Era lecito attendersi, in un contesto di crisi come quello che stiamo vivendo, un analogo se non maggiore impegno per il sostegno alla famiglia tradizionale. A quanto pare il Parlamento ha trovato la maniera per discutere di altro. La crisi economica – conclude – per il momento è stata accantonata nonostante la gravità”.