Edifici di culto
Oltre 3.500 templi costruiti dal dopoguerra, ma il maggior numero si registra negli anni ’80 e poi dalla caduta della Cortina di ferro. L’impegno della comunità cattolica. Segnali incoraggianti anche dalla Chiesa ortodossa. L’ultima inaugurazione a Przemysl, con una dedicazione alla Divina misericordia
La Chiesa in Polonia dà un segnale in controtendenza rispetto all’Europa. Infatti, sul territorio polacco sorgono numerosi nuovi edifici di culto nelle grandi città così come nei villaggi sparsi per il Paese. Inoltre tante chiese, prima abbandonate e semi distrutte, vengono oggi rinnovate e restituite ai fedeli. Domenica 6 dicembre, ad esempio, in vista dell’inizio dell’Anno santo, l’arcivescovo di Przemysl, mons. Jozef Michalik, ha consacrato nella sua città una nuova chiesa dedicata proprio alla Divina misericordia. Ma segnali in questa direzione giungono anche dalla comunità ortodossa. Il giorno prima, il 5 dicembre, a Varsavia, lungo una delle vie principali della città, il patriarca ortodosso di Costantinopoli Bartolomeo ha presieduto la solenne cerimonia della posa della prima pietra per la costruzione della chiesa dedicata a s. Sofia Saggezza divina.
I grandi templi. Dopo il 1945 in Polonia sono state costruite, come risulta da un recente censimento, 3.593 nuovi edifici di culto. A Varsavia, tra le altre, la chiesa della Divina Provvidenza, iniziata nel 1989 dal cardinale Jozef Glemp. A Cracovia, la chiesa di san Giovanni Paolo II che fa parte del grande centro dedicato al papa polacco (in costruzione dal 2006), non lontano dal santuario della Divina Misericordia di Lagiewniki. La basilica di Lagiewniki, nei pressi di Cracovia, è stata consacrata solennemente da Giovanni Paolo II nel 2002. Va poi segnalata la costruzione della chiesa più grande del Paese: la basilica dell’Addolorata, Regina di Polonia, più conosciuta come santuario di Nostra Signora di Licheń, nel comune di Slesin, iniziata nel 1995. L’edificio è stato consacrato e adibito al culto nel 2004. Ma numerose altre chiese sono ancora in costruzione.
Quartiere residenziale. “La chiesa più bella dovrebbe essere l’immagine della Chiesa dei cuori”, ha detto monsignor Jozef Michalik durante la cerimonia di Przemysl sottolineando che tale Chiesa “cresce mentre crescono fede, preghiera, e diventa sempre più profondo il contatto delle persone con Dio, così cresce l’amore”. Riferendosi ai dubbi sulla fondatezza di decisioni relative alla costruzione di nuovi edifici di culto, il presule afferma:
“Dio è bellezza; e la bellezza di una chiesa ci ricorda il dovere di cercare il bello dell’animo umano per ospitarvi il Signore”.
La nuova chiesa si trova in uno dei quartieri residenziali sorti a Przemysl alla fine degli anni ‘80. Nonostante la concessione edilizia sia stata rilasciata nel lontano 1988, i lavori sono iniziati solo 10 anni più tardi. Durante quegli anni le celebrazioni religiose venivano ufficiate in una cappella di legno prima, e poi nello spazio allestito ai fini di culto nei sotterranei dell’edificio parrocchiale.
La comunità ortodossa. Don Doroteusz Sawicki, della Chiesa ortodossa polacca, spiega che la costruzione di una chiesa dedicata alla Saggezza Divina “conformemente alla tradizione viene decisa solo quando la comunità ortodossa su un dato territorio è ben radicata e stabile”. “Si può dire quindi – aggiunge – che la Chiesa ortodossa, esistente in Polonia da secoli, dopo l’epoca travagliata del comunismo, adesso in un Paese libero ha raggiunto la stabilità necessaria a garantire la piena libertà di culto”. Il terreno per la costruzione dell’edificio è stato acquistato grazie al risarcimento ottenuto per la particella di sua proprietà, nazionalizzata nel 1947 dalle autorità comuniste.
“Sarà il monumento del nostro amore e della nostra fede per le generazioni future”,
ha dichiarato al termine dell’inaugurazione dei lavori l’arcivescovo Sawa, metropolita ortodosso di Varsavia e di tutta la Polonia.
Il senso della bellezza. “In Polonia per vari decenni ai progettisti non veniva insegnato come si costruiscono le chiese”, racconta Marek Pienkowski, domenicano e figlio di un noto architetto che aveva edificato su tutto il territorio nazionale una ventina di chiese. “È importante che il costruttore abbia il senso della bellezza”, sottolinea, osservando che la laurea in architettura non garantisce “il possesso del senso del sacro”. Secondo il presule “ai sacerdoti dovrebbero essere insegnate l’architettura e la storia dell’arte”, convinto che “senza tali conoscenze, i parroci spesso non sono in grado di curare nel modo adeguato la bellezza e il carattere sacro dei luoghi di culto”.
“Architettura del VII giorno”. “Il maggior numero di chiese polacche sono state costruite negli anni ‘80”, affermano gli autori del progetto di studio “Architettura del VII giorno”, i cui risultati sono stati resi noti ai primi di dicembre, aggiungendo che allora, “statisticamente, ogni 3 giorni veniva consegnata ai fedeli una nuova chiesa”. Negli anni ‘80 numerosi edifici di culto sono stati eretti nella parte sud-orientale della Polonia, nei piccoli villaggi e centri abitati piuttosto che nelle città, fra le quali solo le metropoli come Varsavia, Danzica, Poznan o Breslavia, e la regione dell’Alta Slesia hanno visto un aumento degli edifici di culto.