Inquinamento
Un documento dell’Istituto superiore di sanità mette nero su bianco il rapporto tra inquinamento ambientale e mortalità nella Terra dei Fuochi. Maurizio Patriciello, parroco a Caivano e simbolo della lotta contro lo sversamento dei rifiuti e i roghi tossici, chiede un maggiore impegno per sanare una situazione sempre più pericolosa per la salute
Nella Terra dei fuochi si muore in misura maggiore e in più giovane età a causa dell’esposizione a un insieme di inquinanti ambientali che possono essere emessi o rilasciati da siti di smaltimento illegale di rifiuti pericolosi e/o di combustione incontrollata di rifiuti sia pericolosi, sia solidi urbani. Lo attesta un documento dell’Istituto superiore di sanità, intitolato “Mortalità, ospedalizzazione e incidenza tumorale nei Comuni della Terra dei fuochi in Campania”, diffuso nei giorni scorsi. “La gente è impaurita”, ammette padre Maurizio Patriciello, parroco a Caivano e simbolo della lotta della popolazione contro l’inquinamento ambientale che sta seminando morte e dolore in quell’area della Campania che un tempo era chiamata “felix”.
Niente di nuovo. “Il documento non dice niente di nuovo per noi”, afferma il sacerdote, che pur non essendo un religioso preferisce farsi chiamare padre, perché nella sua zona il don si attribuisce ai capi dei clan.
“Oltre che addolorati – confessa -, siamo arrabbiati con i negazionisti che hanno sempre voluto chiudere gli occhi di fronte all’evidenza”.
Un’evidenza che sta nel numero dei malati e nei morti di tumore, che nella Terra dei Fuochi è molto alto e colpisce soprattutto i più piccoli: infatti, si sono rilevati eccessi nel numero di bambini ricoverati nel primo anno di vita per tutti i tumori, e, in entrambe le province, eccessi di tumori del sistema nervoso centrale nel primo anno di vita e nella fascia di età 0-14 anni. La cosa triste è che su questo dramma le varie autorità hanno cercato di fare da scaricabarile, ma noi qui viviamo sulla nostra pelle il dramma”. Il parroco ricorda di aver sempre cercato il dialogo con le istituzioni per trovare una soluzione, ma “qui si è giocato purtroppo al massacro, siamo stati chiamati allarmisti e, invece, come dimostra anche il volume dell’Istituto superiore di sanità, non esageravamo, anzi”. Secondo padre Maurizio, infatti, il quadro che emerge dal documento non fotografa in tutta la sua gravità la situazione. “È stato deciso che la Terra dei Fuochi è composta da 55 Comuni perché vi sono state trovate delle discariche – rileva -, ma i fumi tossici non rispettano i confini. I nostri sono paesi sono costruiti l’uno sull’altro. Servono, perciò, nuovi studi più approfonditi per sapere tutta la verità. Lo stesso nesso tra malattie tumorali e inquinamento viene ammesso solo a denti stretti”.
Intrecci pericolosi. Patriciello ha apprezzato molto alcuni passaggi del discorso del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per la fine dell’anno: “Ha parlato dei danni provocati dall’evasione fiscale. Immediatamente si pensa ai danni economici, ma, in realtà, non meno gravi sono quelli legati all’ambiente e alla salute. Un’azienda di pellami o tessuti che lavora in nero si disfa anche illegalmente degli scarti prodotti. Sul contrasto a questo fenomeno non si fa niente, però”. Padre Patriciello continua la sua battaglia e tra gennaio e febbraio organizzerà un convegno in parrocchia insieme con i medici per l’ambiente, al quale inviterà i rappresentanti delle istituzioni, a partire dal ministro Beatrice Lorenzin, per fare il punto della situazione. Il sacerdote ricorda anche “l’iniziativa di un medico di famiglia di Frattamaggiore, Luigi Costanzo, a costo zero per lo Stato: ha verificato nel distretto di Frattamaggiore quante persone hanno chiesto l’esenzione del ticket per patologie tumorali dal 2008 al 2012. Si è registrato un aumento del 300%, ma questa sua indagine non è stata presa in considerazione non essendo Costanzo un ricercatore”.
Rimboccarsi le maniche. Di fronte a questo che secondo Patriciello è “un disastro dalle dimensioni immani”, “si cerca di risolvere di volta in volta solo un aspetto. Ad esempio, il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca ha ricevuto dal Governo 450 milioni di euro solo per bonificare il sito di Taverna del Re a Giugliano”. Non si parla, poi, del “gravissimo problema dell’amianto”, che “viene illegalmente smaltito nelle campagne”.Grande è l’impegno della Chiesa su questo fronte, ricorda padre Maurizio, “sia a livello della diocesi di Aversa, con il vescovo Angelo Spinillo, sia della Conferenza episcopale campana, con in testa il cardinale Crescenzio Sepe”, ma “negli altri settori, in primis quello politico, troppi hanno mangiato in questo business”. Anche rispetto ai provvedimenti approvati dal Governo, come lo screening della popolazione della Terra dei Fuochi, “sono arrivati 50 milioni, ma non sappiamo come sono stati utilizzati. D’altra parte, la sanità campana è allo stremo”, denuncia il parroco, che ha un sogno: “Portare nella Terra dei Fuochi Matteo Renzi da premier”. E non solo: “Per il 2016 vorremmo non solo che si iniziasse una battaglia contro l’evasione fiscale, ma anche che si facesse qualcosa per la tracciabilità dei tir che sversano rifiuti. Vorremmo sapere, infatti, da dove escono i rifiuti tossici e dove vanno a finire.
Infatti, il problema è il rapporto malato tra industria e ambiente.
Sarebbe facile farsi prendere dallo scoraggiamento, ma non ce lo possiamo permettere. L’importante è cominciare a fare qualcosa”.