Cristiani nel mirino

La fede dei cristiani pakistani è come una roccia che niente e nessuno può scalfire

Un’intera nazione sotto shock dopo la tragica esplosione, nel giorno di Pasqua, nel parco della metropoli, gremito di famiglie in festa. La maggior parte delle vittime sono musulmani sebbene l’obiettivo principale dei militanti fossero i cristiani. Nel nostro Paese è in corso una lotta tra il bene e il male, abbiamo bisogno del vostro sostegno spirituale e morale. Ho organizzato per sabato 2 aprile una preghiera interconfessionale presso il nostro Centro per la Pace di Lahore alla quale parteciperanno leader religiosi musulmani, cristiani e indù, attivisti dei diritti umani e promotori del dialogo interreligioso, della pace e dell’armonia

Il tragico attacco di Lahore ha lasciato l’intera nazione pakistana in un stato di grande shock e incredulità. È stato il peggiore attentato nella storia di questa città. Ha provocato la morte di 74 persone, uomini, donne e bambini, e oltre 350 feriti. La maggior parte delle vittime sono musulmani sebbene l’obiettivo principale dei militanti fossero cristiani. Alcuni dei feriti sono in condizioni critiche, altri rimarranno paralizzati per tutta la vita.

I cristiani in Pakistan appartengono alle classi più povere e sono i più vulnerabili. Sono il bersaglio più attaccabile e facile degli estremisti. Nel corso degli ultimi due anni ci sono stati diversi attacchi mortali contro i cristiani, e la maggior parte sono stati compiuti di Domenica, il nostro giorno sacro di culto.

Colpisce osservare che, nonostante sia vittima di diversi attacchi mortali, la comunità cristiana resta salda nella sua fede.

Nonostante le persecuzioni, la sofferenza, le discriminazioni, il numero di coloro che seguono la Chiesa in Pakistan è in continua crescita.

La nostra fede è come una roccia che niente e nessuno può scalfire. Noi crediamo che Gesù ha sofferto, è morto ed è risorto il terzo giorno. Cristo è risorto e ha vinto la morte. Non abbiamo paura delle persecuzioni. Queste sofferenze non fanno vacillare né  indebolire la nostra fede.

Molti musulmani in Pakistan ci hanno consolato. Sono in lutto con noi e pregano per noi. Abbiamo reciprocamente pregato per le vittime musulmane e cristiane. Tutti siamo figli di un Dio unico. Religiosi musulmani e altri leader hanno condannato questo attacco efferato nei termini più forti possibili. Si sono uniti a noi nelle veglie a lume di candela, nei servizi di preghiera e hanno diffuso comunicati stampa.

La maggior parte dei musulmani in Pakistan sono amanti della pace e condannano ogni tipo di violenza, discriminazione e attacco contro i cristiani.

È solo un piccolo numero di gruppi radicali che ci attaccano. Ma attaccano anche i musulmani. Attaccano moschee, chiese, scuole, parchi pubblici, esercito, stazioni di polizia, autobus e treni. Il loro obiettivo è creare panico e senso di insicurezza.

La Chiesa cattolica in Pakistan sta facendo il massimo. Si piange la morte di tutte le vittime, ma in particolare quella dei cristiani, partecipando ai loro funerali, visitando le case di queste famiglie in lutto e i feriti negli ospedali. Ho organizzato per sabato 2 aprile una preghiera interconfessionale presso il nostro Centro per la Pace di Lahore alla quale parteciperanno leader religiosi musulmani, cristiani e indù, attivisti dei diritti umani e promotori del dialogo interreligioso, della pace e dell’armonia. Ci incontriamo per condannare con forza questo atto di terrorismo e chiedere al governo del Pakistan di prendere le misure necessarie per fermare chi uccide in nome della religione; di arrestare i colpevoli e di consegnarli alla giustizia.

L’attuale e delicata situazione in Pakistan spinge tutti noi a svolgere un ruolo più attivo e positivo nel promuovere il dialogo fra cristiani e musulmani, organizzare seminari e forum pubblici con lo scopo di favorire la convivenza pacifica e il rispetto per tutti. Dobbiamo anche formare nella fede la nostra povera e vulnerabile comunità cristiana.

Noi, come promotori di dialogo, vogliamo impegnarci a fare di più in questo campo, così da diventare strumenti di guarigione e riconciliazione. E cambiare la mentalità dei radicali.

Obiettivo quest’ultimo che sembra sì difficile ma non impossibile. È una sfida grande per noi. Nel nostro Paese è in corso una lotta tra il bene e il male, la luce e l’oscurità, il giusto e lo sbagliato, l’amore e l’odio, la pace e la violenza, giustizia e ingiustizia, l’accettazione dell’altro e il rifiuto. Ma credo che un giorno, l’amore, la pace, la riconciliazione e l’accettazione arriveranno. Ma abbiamo bisogno delle vostre preghiere, del vostro sostegno spirituale e morale. E con il vostro sostegno potremo superare tutto questo, un giorno!